le conseguenze legali

Il suo bimbo muore in un incidente, vittima di shitstorm No vax: "L'hai ucciso tu con il vaccino"

Il fenomeno è assai diffuso anche in Italia; basti pensare alla fake news costruita ad arte dopo la morte di Piero Angela

Il suo bimbo muore in un incidente, vittima di shitstorm No vax: "L'hai ucciso tu con il vaccino"
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Una vicenda, drammatica, che offre lo spunto per indagare un recente fenomeno sociale. Succede negli Usa, il figlio di un giornalista muore in un incidente in casa alla tenera età di sei anni. Tragedia privata che diviene pretesto, da parte di una branco organizzato di No vax – rigorosamente nascosti dietro lo schermo di un pc – per inventare di sana pianta un nesso con la vaccinazione anti Covid al quale il piccolo era stato sottoposto. Risultato? Nei giorni in cui questo padre, provato dal più grande dei dolori, si trovava a seppellire il suo bimbo, i suoi account social sono stati letteralmente assaliti dal branco di negazionisti del vaccino che – sostanzialmente – lo insultavano per aver “ucciso” suo figlio, morto per ben altre ragioni, sottoponendolo al siero.

Il fatto, già di per sé sconcertante, non si esaurisce al singolo caso. Quante volte, anche in Italia, abbiamo visto scatenarsi la frustrazione di questi leoni da tastiera – accecati dal loro credo – che avanzavano tesi fantascientifiche ogni qualvolta una persona moriva o si ammalava, dando la colpa, in maniera del tutto arbitraria, al vaccino anti Covid? Nei nostri stessi canali social, legati a un universo di giornali territoriali, quando diamo notizie che “indispettiscono” questi branchi organizzati, accade che - di colpo – le pagine Facebook vengano letteralmente bombardate da centinaia di messaggi sincronizzati di insulti e minacce. Non parliamo di iniziative dei singoli, ma di veri e propri gruppi di persone organizzate (che oltre ad avere dei problemi a cogliere il nesso di causa-effetto hanno, evidentemente, anche molto tempo libero) che prendono il nome di un fenomeno: shitstorm, ovvero tempesta di escrementi. Una macchina del fango che si riversa, con rabbia cieca, contro l’obiettivo.

Padre accusato della morte (per incidente domestico) dai No vax

Nel gennaio 2023, il piccolo Jackson, di soli 6 anni, muore in un incidente in casa, i medici dicono per una condizione rara che inaspettatamente ha colpito il bambino e gli ha fatto perdere i sensi. I paramedici lo hanno rianimato, ma era troppo tardi. Il padre, Billy Ball, e la sua famiglia, piombano in un inferno di dolore. Qualche giorno dopo la morte del figlio, Ball ha postato su Twitter due righe per ricordare che era stata aperta una raccolta fondi a suo nome per finanziare un progetto di arte della scuola che frequentava, un corso che amava molto.

Da lì la pioggia di notifiche a raffica: commenti che lo accusavano di aver ucciso il suo bambino per averlo vaccinato contro il Covid. Il giornalista era stato preso di mira da un branco di estremisti no-vax. Ovviamente il branco, per definizione, non sapeva nulla del quadro clinico del piccolo, delle vere ragioni della sua drammatica morte improvvisa…ma nemmeno gli importava la verità; perché avevano trovato la nuova “scusa” per promulgare la loro versione deformata dei fatti.

Billy Ball

“C’era chi prima mi faceva le condoglianze e poi, mi chiedeva se non mi sentissi in colpa per quello che avevo fatto. C’era chi ci prendeva in giro e chi ci accusava con violenza”, ha raccontato Ball.

I messaggi erano così tanti che ha dovuto dare i suoi profili social in gestione agli amici, mentre lui organizzava con sua moglie il funerale del figlio. Ball ha inoltre denunciato che Facebook e Twitter, nonostante le segnalazioni, non sono mai intervenuti per fermare la shitstorm.

Dopo quello che gli è successo, questo padre e giornalista si è reso conto che molte altre persone come lui, colpite da un lutto improvviso, hanno dovuto anche affrontare la violenta aggressione via social da questi estremisti, divulgatori di notizie false, che si nutrono delle altrui disgrazie per trovare conferme fittizie alle loro “cause”. La potenza di questi gruppi riempie il web di disinformazione. Pare che alcuni gruppi no-vax lavorino con un metodo preciso, come spiegato dal giornale americano Business Insider. Come sciacalli cercano sul web le parole “morte” e “improvvisa”, quando queste casistiche si scagliano contro con tutta la violenza possibile, ovviamente del tutto a caso, senza sapere quali siano le reali cause del decesso. Al grido di “è stato il vaccino”, qualcuno aizza e gli altri, in perfetta modalità da branco, gli vanno dietro. Proprio per questo Ball ha voluto denunciare pubblicamente i fatti che l’hanno travolto:

 “Dobbiamo dire che cosa sta accadendo, e dobbiamo dirlo ad alta voce”.

L'uomo e la moglie hanno deciso di donare gli organi del piccolo Jackson, salvando la vita di altri quattro bambini e insieme dicono convinti che non hanno alcun dubbio: vaccinare i loro figli è stata una scelta giusta e d’amore.

La macchina del fango No vax sulla morte di Piero Angela

Veniamo all’Italia. C’è, fra tanti, un caso esemplare che ricalca quello statunitense anche in Italia in cui – peraltro – a finire al centro della bufala antiscientifica è stato un uomo che ha fatto del pragmatismo, del garbo e del rispetto della scienza la sua bandiera. Quando il divulgatore scientifico e giornalista Piero Angela è morto, il 13 agosto 2022, già ultranovantenne, un profilo No vax ha creato e diffuso nei “canali giusti” una bufala contro i vaccini anti Covid-19: “Piero Angela è morto per gli effetti avversi della quarte dose”. Si tratta di una notizia completamente falsa, creata e diffusa con l’obiettivo di renderla virale.

Piero Angela

Vediamo come la fake news è stata costruita ad arte: il 15 agosto 2022, un account Facebook ha pubblicato un post dove si affermava che un primario dello Spallanzani di Roma, Elvio Giagrinte, avrebbe confermato che “Piero Angela è morto per gli effetti avversi della quarta dose”. Peccato che non soltanto allo Spallanzani non risulta alcun primario con quel nome, ma non risulta nemmeno all’interno del database dell’Ordine dei Medici. Il dottore in questione non esiste. Ma, nel frattempo, un’orda di No vax, ha iniziato a condividere serialmente la notizia sui propri social, senza controllare, senza una verifica: facendo loro per primi la figura dei boccaloni.

Qualcuno si inventa una storia e questi No vax, talmente accecati dalle proprie convinzioni, hanno “bisogno” di crederci e si fanno diffusori – spesso inconsapevoli – di panzane ridicole, che qualificano la loro credibilità. Ma intanto la shitstorm si abbatte sui parenti di coloro che stanno affrontando lutti e malattie dei loro cari e devono anche fare i conti con un branco impazzito che piomba feroce su di loro e li colpevolizza senza alcuna attinenza con il reale.

A denunciare il fenomeno era stato anche il celebre cantante J. Ax che, dopo essersi esposto a favore dei vaccini anti Covid, è stato bersaglio di questi branchi di No vax che l’hanno insultato e minacciato di morte. Parliamo di “attacchi” organizzati anche in questo caso, che mirano il “nemico” e ci si avventano come sciacalli. Il musicista, esasperato, ha anche realizzato un video a mezzo social per denunciare la shitstorm di cui è stato bersaglio, in questo caso con l’aggravante di minacce a lui e alla sua famiglia.

A confermare la versione del volto noto anche gli insulti, pubblicati sulla chat Telegram “Basta dittatura” indirizzati a J-Ax, che andavano dal “se lo becco in giro per Milano, gli spacco il c**o” al “riempilo di botte, è fin da piccolo che sogno di bastonarlo”.

Punibile a livello di Legge

Vediamo ora cosa dice la legge: perché forse non è chiaro a queste persone che lo stare nascosti dietro ad un pc (in un mondo iperconnesso dove ogni operazione ormai è tracciabile) non garantisce loro l’invulnerabilità né l’impunità. Minacciare o insultare una persona è reato e se ne risponde in termini di Legge. La Polizia Postale, inoltre, fa molto bene il proprio il proprio lavoro e, nonostante i tempi siano spesso lunghi perché la lista di leoni da tastiera da stanare è corposa, se si deposita regolare denuncia le possibilità che prima o poi si paghino i propri misfatti non è per nulla remota.

Oltre alla punibilità in caso di diffamazione, è inoltre possibile perseguire anche questo fenomeno organizzato quale è la shitstorm, come ben spiega “La Magistratura”, giornale a cura di magistrati che ha analizzato questa tendenza sempre più diffusa.

“Sotto il profilo del diritto penale sicuramente quando una “shitstorm” sia posta in essere con messaggi offensivi e lesivi della reputazione del singolo sui social network o comunque tramite internet, di un gruppo (esempio l’ordine dei medici) o di una azienda ricorre il delitto di diffamazione aggravato dall’uso di “altro mezzo di pubblicità” per il quale vale quanto osservato precedentemente in relazione all’art. 595 c.p.. In realtà il fenomeno dello shitstorm potrebbe prescindere da messaggi lesivi della reputazione come, ad esempio, se venissero inviate al soggetto ovvero ad una ditta centinaia di mail “neutre” al solo scopo che “intasare” le caselle di posta elettronica determinando così l’impossibilità a lavorare o quantomeno causando forti disservizi.”

A finire nel mirino, quindi, non sono soltanto gli insulti, ma anche l'effetto "attacco di gruppo" che rischia di cagionare danni ai sistemi.

E ancora:

“I fenomeni di “shitstorm” soprattutto quando frutto del “concerto” e dell’accordo di più persone possano integrare, sussistendone tutti i requisiti, il delitto di cui all’art. 612bis c.p. che punisce chi “..con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”, il delitto, se commesso sui social, sarebbe anzi aggravato addirittura ai sensi del comma 2 del citato articolo che prevede come circostanza aggravante l’aver commesso il fatto “attraverso strumenti informatici o telematici”.

Insomma, laddove non basta il senso della vergogna, si può contare sull’intervento della Legge.

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