Il ricatto del gas: Mosca chiude (non del tutto) i rubinetti e minaccia stop alla Finlandia se entra Nella nato
Helsinki sempre più vicina a rinunciare alla neutralità. Intanto in Italia si fanno scorte di gas per la stagione fredda (e siamo a buon punto).
La Russia passa al contrattacco e chiude (in parte) i rubinetti del gas verso l'Europa. E minaccia lo stop alla Finlandia se entrerà nella Nato, cosa che sembra oramai quasi certa.
Mosca chiude (non del tutto) i rubinetti del gas
Gazprom nelle scorse ore ha annunciato che non sarà più in grado di esportare gas attraverso la Polonia con il gasdotto Yamal, che attraversa la Bielorussia e punta verso la Germania. Una conseguenza diretta delle contro-sanzioni imposte dal Cremlino nei confronti dell'azienda proprietaria della sezione polacca del gasdotto.
Un primo effetto si è già visto ed è di tipo economico: subito dopo la comunicazione di Gazprom il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam (riferimento per gli scambi europei) è schizzata fino a 115 euro per megawatt/ora.
La minaccia alla Finlandia
Intanto la Finlandia sembra sempre più vicina a fare richiesta di adesione alla Nato, interrompendo la storica neutralità. Da Helsinki hanno parlato di "prima possibile". E al Cremlino non l'hanno presa bene. Tanto che è subito arrivato l'annuncio della sospensione da venerdì 13 maggio 2022 delle forniture di gas.
In realtà si tratterebbe soltanto di un anticipo dei tempi dato che lo stop alle forniture era già stato previsto per il 23 maggio 2022 dopo che Helsinki aveva detto "no" al pagamento del gas in rubli.
La minaccia russa, però, non spaventa più di tanto la Finlandia, perché se è vero da un lato che la quasi totalità del gas arriva da Mosca, è altrettanto vero che il Paese scandinavo fa un uso piuttosto limitato di gas, puntando più su nucleare e rinnovabili.
E l'Italia?
Al momento la situazione nel nostro Paese è tranquilla, anche se qualche problema potrebbe presentarsi nel prossimo futuro. I flussi di gas provenienti dalla Russia sono infatti da un paio di giorni inferiori del 30-40%. Al momento la questione non preoccupa particolarmente, ma in queste cose bisogna essere lungimiranti. In questo momento l'Italia (come molti altri Stati europei) sta provvedendo allo stoccaggio delle riserve ed è arrivata a poco più del 40% della capacità. Per arrivare con tutta tranquillità alla stagione fredda serve almeno il doppio del gas. Il tempo c'è, ma se la guerra dovesse prolungarsi ancora a lungo le difficoltà potrebbero non mancare.