Il Reddito di cittadinanza che crea... disoccupazione: a casa 1.500 navigator
Il Ministero del Lavoro ha annunciato che i contratti scaduti il 31 ottobre 2022 non saranno rinnovati.
Avrebbero dovuto essere coloro che trovavano il lavoro agli altri, ora dovranno cercarselo per loro. Sono i 1.500 navigator che non vedranno rinnovato il loro contratto, scaduto il 31 ottobre 2022. A ufficializzare la decisione è stato il Ministero del Lavoro.
Reddito di cittadinanza: 1.500 navigator disoccupati
D'altronde non è certo un mistero che il nuovo Governo di Giorgia Meloni abbia intenzione di abolire - o quantomeno ridurre drasticamente - il Reddito di cittadinanza.
Nei giorni scorsi, ad ogni modo, si erano diffuse voci di una possibile proroga dei contratti, e così martedì 1 novembre 2022 è intervenuto direttamente il Ministero, che in una nota ad hoc ha precisato la situazione.
Chi sono i navigator
Piccolo ripasso: i navigator sono soggetti assunti a tempo determinato dalle Regioni a luglio 2019 per aiutare i percettori della misura "manifesto" del Movimento 5 Stelle a trovare lavoro. I loro contratti sono scaduti il 31 ottobre 2022 e - come detto - si era ipotizzata una possibile proroga almeno in attesa di una decisione ufficiale da parte dell'Esecutivo di Centrodestra.
Perché non saranno rinnovati i contatti
Per la proroga, però, servirebbe una nuova legge, che al momento non è nei pensieri del presidente del Consiglio dei Ministri:
"In relazione alle notizie di stampa circolate in queste ore relative alla proroga degli ex navigator, scaduti lo scorso 31 ottobre, si precisa che detti contratti non sono prorogabili. Sul tema e nell’ambito delle attività di coordinamento è stata invece avviata una mera attività ricognitiva tra le Regioni. Eventuali ulteriori utilizzi degli ex navigator richiederebbero l’approvazione di una apposita norma, non allo studio del Ministero".
Inizialmente i navigator erano circa 1.500 in tutta Italia. La metà avevano visto scadere i loro contratti a fine aprile, e alcuni erano stati rinnovati in più tranches (prima fino a luglio e poi sino al 31 ottobre).
Tra maggio e agosto erano infatti cessati 538 rapporti lavorativi, mentre quelli scaduti a fine ottobre sono 958. Ora per loro il futuro diventa incerto.