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Il potere delle parole nei percorsi educativi

Il linguaggio educativo è un seme e ogni parola piantata oggi può diventare forza domani

Il potere delle parole nei percorsi educativi
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“Sei un disastro”, “Hai fatto un bel lavoro”, “Mi fido di te”.

Tre frasi, tre significati diversi.

Il potere delle parole nei percorsi educativi

In ogni contesto educativo, scuola, famiglia, sport, le parole hanno un impatto decisivo. Possono accendere la fiducia o spegnerla, costruire un’identità o limitarla.

Le parole che diciamo ai ragazzi e alle ragazze non descrivono solo ciò che vediamo, ma plasmano ciò che loro pensano di essere.

Lavorando come Mental Coach con adolescenti, ascolto spesso frasi come “Non valgo”, “Sbaglio sempre”.

Questi pensieri hanno radici nei messaggi ricevuti anche involontariamente. Il linguaggio non è neutro, ogni parola genera immagini e significati.

E in ambito educativo, questo vale doppio. Ogni adulto, insegnante, genitore, allenatore, è uno scultore di identità. Le parole possono essere colpi di scalpello o carezze che rafforzano.

Dire “Non sei il tuo errore” aiuta a distinguere tra sbagliare ed essere sbagliati. Dire “Hai dato il massimo” nutre fiducia. Al contrario, frasi come “Non sei capace” possono diventare etichette interiorizzate.

La buona notizia è che si può scegliere perché il linguaggio si può allenare. Il coaching lavora proprio su questo educando alla consapevolezza linguistica e al dialogo interiore. Perché parlare con intenzione non significa evitare ogni critica, ma trasformarla in occasione di crescita.

Il linguaggio educativo è un seme e ogni parola piantata oggi può diventare forza domani.

Vassiliki Tziveli

Vassiliki Tziveli

Vassiliki Tziveli è giornalista e mental coach: a partire da questa settimana, curerà una rubrica fissa su tutti i 51 settimanali del gruppo editoriale Netweek (oltre 400mila copie settimanali in 4 regioni italiane: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria).

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