Anche di fronte all’escalation della guerra a Gaza, Papa Leone XIV non fa mancare la sua vicinanza. Questa mattina, martedì 16 settembre 2025, dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo dove ha trascorso la notte, il Pontefice ha telefonato a padre Gabriel Romanelli, parroco della Chiesa della Sacra Famiglia nel quartiere di al-Zaytun a Gaza City, per informarsi sulle condizioni della comunità cristiana e delle centinaia di persone rifugiate in parrocchia.

Secondo quanto riferito dalla Sala Stampa vaticana, Leone XIV ha espresso “preoccupazione per quanto avviene” e assicurato al sacerdote, al vice parroco egiziano Iusuf Asad e a quanti cercano aiuto nella parrocchia, “la sua vicinanza e la sua preghiera”.
450 persone rifugiate nella parrocchia
La Sacra Famiglia, già colpita da un raid israeliano lo scorso giugno che aveva ferito lo stesso Romanelli, continua ad accogliere circa 450 sfollati. L’impegno della comunità non si è mai interrotto: distribuzione di pasti e acqua, assistenza ai malati e agli anziani, attività dell’oratorio per bambini e ragazzi e una piccola farmacia ancora in funzione.

L’ultimo contatto diretto tra il Papa e Romanelli risaliva a una settimana fa, in coincidenza con l’ordine di evacuazione imposto dalle autorità israeliane agli abitanti di Gaza City. In quell’occasione, il parroco aveva raccontato di non aver potuto rispondere subito alla chiamata, impegnato in una lunga celebrazione liturgica, salvo poi confermare in serata l’avvenuto colloquio: “Una grande gioia, una benedizione”.
Le esplosioni interrompono il silenzio della messa
La nuova telefonata arriva all’indomani dell’attacco di terra lanciato dall’esercito israeliano su Gaza City, con 37 raid in soli 20 minuti e una fuga di massa dalla zona nord-occidentale della Striscia.
Nonostante il frastuono della guerra, la parrocchia resta punto di riferimento spirituale e materiale per centinaia di persone. Lo dimostra anche un video pubblicato ieri da Romanelli sui social: meno di 30 secondi in cui il boato delle esplosioni interrompe il silenzio della liturgia, senza però spezzare la preghiera dei fedeli, ormai abituati a convivere con l’orrore quotidiano.
Una tradizione di vicinanza
Fu Papa Francesco, all’inizio della guerra in Medio Oriente, ad avviare la consuetudine delle chiamate quotidiane alle 19 per sostenere Romanelli e la comunità. Leone XIV ha scelto di proseguire questo gesto di prossimità, che si affianca ai suoi appelli costanti per la pace.
“Il Papa non distoglie lo sguardo da Gaza”, commentano in Vaticano.
E da Castel Gandolfo, con una telefonata, ha voluto ribadire la sua presenza accanto a chi resiste e spera nella pace, anche sotto le bombe.
