Stretta sui condizionatori: da maggio al massimo 25 gradi
Un grado in meno d'inverno e uno in più d'estate. Ma non è da escludere che il provvedimento possa riguardare in futuro pure i privati.
In tempi di crisi l'arte di arrangiarsi fa spesso la differenza. E a noi italiani non manca certo la capacità di adattamento. E così, visti i chiari di luna che si prospettano soprattutto sulla questione gas, il Governo prova a tagliare un po' i costi mettendo mano ai riscaldamenti negli uffici pubblici, scuole comprese. Qui dall'1 maggio e fino al 31 marzo 2022 le temperature scendono di un grado in inverno e salgono di uno in estate. Il provvedimento vale infatti sia per i condizionatori in estate che per gli impianti di riscaldamento d'inverno.
Stretta sui condizionatori: al massimo 25 gradi
La frase di Mario Draghi "preferite la pace o il condizionatore acceso?" poteva sembrare soltanto retorica populista, come molti hanno avuto modo di sottolineare in verità, ma avrà da subito una prima applicazione.
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Quest'estate negli uffici pubblici farà più caldo. Se fino all'anno scorso i condizionatori erano impostati tra i 24 e i 26 gradi, quest'anno, invece, andranno tra i 25 e i 27. Non ci sarà dunque da boccheggiare per i dipendenti pubblici, ma il cambiamento potrà portare significativi vantaggi, sempre che tutti rispettino le nuove disposizioni.
COME ERA:
COME SARA':
Vale anche in inverno
La norma prevede poi che le temperature in inverno non debbano superare i 19 gradi centigradi (con un +2 di tolleranza, che permetterà di arrivare a 21) nel periodo invernale. Sino a maggio, invece, il limite sarà di 20 gradi (sempre con due di tolleranza).
COME ERA:
COME SARA':
Chi è esentato
La norma varrà per tutti gli edifici pubblici con qualche eccezione: non rientrano nella casistica delle nuove normative ospedali, cliniche e case di cura. Non rientrano invece negli "esentati" le scuole, che dovranno dunque adattarsi alle modifiche.
Quanto si potrà risparmiare?
Servirà questo provvedimento? E quanto ci farà risparmiare? Una stima precisa al momento non c'è. Si sa però che se si abbassasse la temperatura di un grado in inverno in tutti gli uffici e le abitazioni private si risparmierebbe un miliardo di metri cubi di gas rispetto ai 29 miliardi che importiamo dalla Russia.
Non basta, dunque, ma si tratta quantomeno di un primo segnale, che riguarda il settore pubblico. Non è però da escludere che in caso l'Europa decida di usare la linea dura e bloccare del tutto l'importazione di gas da Mosca, un sacrificio del genere possa venire richiesto pure ai privati.