Il gattino lanciato da un ponte in Sardegna, simbolo della vigliaccheria umana: l'Irriverente commento di Simone Di Matteo
Una vicenda che sottolinea le mancanze di quella che dovrebbe essere la generazione del nostro domani
E' diventato virale sui social, il filmato che ritrae un ragazzo che lancia una gattino da un ponte a Lanusei nella provincia dell’Ogliastra, in Sardegna. Il minorenne si era fatto riprendere da alcuni amici che hanno poi divulgato il filmato agghiacciante. Il giovane è stato denunciato da alcune associazioni animaliste, per lui si potrebbe configurare il reato di maltrattamento di animali.
“Chi salva una vita salva il mondo intero” recita una delle frasi contenute nel Talmud di Babilonia, documento dall’alto valore storico redatto nelle accademie rabbiniche della Mesopotamia tra il III e il V secolo. Un’importante riflessione sull’estrema attenzione che gli uomini di una volta riservavano alla vita, sia nel bene che nel male, e un’innegabile anacronia se relazionata alla nostra sconclusionata contemporaneità, in cui l’estrema faciloneria e la non curanza di quello che dovrebbe essere l’Homo Sapiens odierno lo portano a preferire di gran lunga la distruzione della vita altrui, anziché la salvaguardia, persino a costo di distruggere la propria. Un po’ ciò che hanno fatto nei giorni scorsi dei minorenni che a Lanusei, in Sardegna, si sono resi protagonisti dell’insensato assassinio di un innocente gattino, fieramente e ottusamente gettato da una rupe, con l’accaduto per giunta ripreso con la videocamera di uno smartphone e in seguito postato sui social network.
Una punizione esemplare per i ragazzini dei fatti di protagonisti Lanusei
Che la stupidità fosse una delle qualità che più caratterizza quella che dovrebbe essere la generazione del domani non era di certo una novità. A cosa possono essere paragonati molti dei giovani d’oggi, piccole e rarissime eccezioni a parte, se non a delle tonte prefiche intente a piangere sul latte da loro stesse versato? Si lamentano della situazione politica attuale, ma poi non adempiono al proprio dovere di andare a votare. Che ne sanno loro che il diritto al voto lo abbiamo conquistato con il sudore della fronte! Si lagnano della mancanza di lavoro, ma pregano Dio di non trovarlo mai perché, si sa, la maggior parte di loro vive come solamente i parassiti sanno fare, ossia sulle spalle di chi del lavoro conosce veramente il significato.
Per non parlare di coloro che, pur avendone le possibilità e le capacità, si accontentano di ricevere il sussidio statale in barba a quelle persone che, a differenza loro, ne avrebbero realmente bisogno! Piangono i morti, ma si beffano costantemente dei vivi. Chissà dove sono finiti tutti quei valori, quali, per esempio, il rispetto, la solidarietà e l’amicizia, che hanno contraddistinto un’epoca a noi non troppo lontana! Pensano di essere dei supereroi imbattibili, il medesimo pensiero devono averlo avuto i prodi autori dell’ignobile gesto, e poi rimangono lì, come m*rda fossero, in balia dell’ultima tendenza del momento. Inneggiano all’indipendenza quando, in realtà, avrebbero bisogno di un’assistente che li segua giorno e notte, 24 ore su 24, perfino durante l’espletamento delle proprie feci. Perché dei fatti degli altri son buoni a parlare tutti, ma dei propri non è capace nessuno!
Eppure, questi baldi giovinotti avrebbero dovuto studiarlo sui libri di Storia che non si uccide per gioco, non si uccide per noia, non si uccide per moda, e soprattutto, non si uccide punto e basta. Quando accadono fatti come questo, chiunque abbia almeno un briciolo di cervello sicuramente si chiederebbe: “Di chi è la colpa?!”. Modestamente, me lo sono domandato anche io, di chi fosse la colpa, di un gesto così orribile che mi auguro non rimanga impunito. Perché è giusto che qualcuno di questi “piccoli” miti moderni, ma pur sempre assassini, venga preso come esempio da non seguire e modello da non emulare. Ed è proprio qui che dovrebbe intervenire lo Stato, con una condanna che sia esemplare poiché non è possibile, nel 2024, scambiare un gattino indifeso, alla ricerca di nient’altro se non di braccia che potessero dargli conforto o un po’ di tenero nutrimento, per un sasso da lanciare nel vuoto neanche fosse una cianfrusaglia verso cui non proviamo il men che minimo interesse e della quale vorremmo disfarci senza troppi problemi.
È colpa della famiglia?! Della scuola? Delle istituzioni? Di uno Stato che invece che continuare a dare dei diritti, incluso quello all’educazione civica, li toglie? Di una mentalità deviata, retrograda e malsana?! Ah, che bello se potessi rispondere a queste domande. Per quel che mi riguarda, la colpa è di ciascuno di loro, in primis di quei ragazzini che continuano ancora a credere, con il sostegno delle proprie famiglie, che ci possa essere spazio per le “scuse” e le giustificazioni, quando, in realtà, dovrebbe esserci tempo e spazio solamente per una punizione che possano ricordare per sempre!
Prendersela con un’anima-le è la forma più estrema della vigliaccheria, della crudeltà, della mediocrità, dell’ignoranza e dell’inciviltà umana. Maltrattare un essere senziente per cultura, capriccio o noia non è simbolo di forza, qualcosa di cui farne un vanto, ma il sintomo di un disturbo che andrebbe curato con urgenza e di cui, purtroppo, ne è afflitta l’intera società. Quando penso al povero micio ucciso brutalmente, lanciato in un dirupo, da quel gruppo di bestie a Lanusei, in Sardegna, penso all’educazione che non hanno avuto, alle attenzioni che non hanno ricevuto, all’amore che non capiranno, alla schifosa indifferenza che anche i più piccoli provano verso il prossimo. Quando penso agli orrori della nostra contemporaneità, l’estinzione mi sembra l’unica soluzione ai nostri mali, perché quando non siamo in grado di prenderci cura di una vita, forse non meritiamo nemmeno la nostra!!!
Fra le colpe credo che tu non abbia indicato le TV. Programmi malsani,che generano nella mente dei giovani solo caos, voglia di supremazia, voglia di popolarità e di guadagni senza fatica.Reality indegni vengono assorbiti da giovani, che osannano chi si prende gioco di loro per farsi un certo seguito di popolarità.Programmi che devastano valori,impegni, certezze,instaurando solamente la voglia di sentirsi forti perchè si ha un seguito.Programmi che attraggono l'ingenuità,l'esser creduloni, e con specialisti che aiutano gli autori a redere sempre più beceri questi cosiddetti programmi e su cui le aziende investono perchè i ragazzini edi giovincelli sono attratti da questi ignobili "programmi".
Nell'ultima parte del commento hai chiamato quei ragazzini "bestie", Ma le bestie, animali, sono migliori di loro. Il termine corretto è "criminali assassini". E come tali vanno trattati e considerati, se i genitori non gli hanno trasmesso un minimo di moralità allora che la imparino sbattendoci il muso!