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Il fallimento non ti definisce, ti costruisce

Ogni caduta può diventare un’occasione per fermarsi, guardarsi dentro e ripartire con nuove risorse

Il fallimento non ti definisce, ti costruisce
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Fallire non piace a nessuno, ci fa sentire fragili, inadeguati, esposti. Che si tratti di una sconfitta sportiva, di un errore sul lavoro, di un amore finito o di un brutto voto a scuola, il fallimento ha sempre lo stesso suono: quello sordo del crollo delle aspettative.

Il fallimento non ti definisce, ti costruisce

Eppure, è proprio lì, tra le macerie dell’orgoglio e il vuoto dell’incertezza, che può nascere qualcosa di nuovo, una mentalità più forte, più vera, più consapevole.

Affrontare un fallimento non significa ignorare la delusione o fingere che non faccia male, ma significa imparare a leggerlo come parte del processo, non come la fine della storia.

Il mental coaching insegna proprio che ogni caduta può diventare un’occasione per fermarsi, guardarsi dentro e ripartire con nuove risorse. Nello sport perdere una gara può rivelarsi un prezioso feedback, nel lavoro un progetto fallito può aprire nuove strade, nella vita affettiva anche un addio può generare consapevolezza e a scuola un’insufficienza non definisce il valore di una persona, ma può insegnare come migliorare.

La mentalità positiva non è ottimismo ingenuo, è realismo attivo che non nega il problema ma lo attraversa. Il coaching fornisce strumenti per rileggere l’esperienza, riformulare gli obiettivi e riconoscere il proprio valore, anche quando il risultato delude. Cadere è umano, ma rialzarsi – con coscienza, forza e visione – è ciò che davvero ci trasforma.

Vassiliki Tziveli

Vassiliki Tziveli

Vassiliki Tziveli è giornalista e mental coach: a partire da questa settimana, curerà una rubrica fissa su tutti i 51 settimanali del gruppo editoriale Netweek (oltre 400mila copie settimanali in 4 regioni italiane: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria).

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