Il desiderio sottovoce dopo un anno di ricovero: "Vorrei vedere il mio cane". E i medici lo esaudiscono
Sebbene gli animali possano entrare solo in alcuni reparti degli ospedali, si è voluto chiudere un occhio per accontentare la volontà di un paziente che da diverso tempo è lontano da casa
Un desiderio espresso sottovoce perché le difficoltà del ricovero in ospedale sono ancora tanto pesanti:
"Vorrei tanto vedere il mio cane".
Dopo un anno di degenza ospedaliera, i medici hanno deciso di esaudire al sua piccola richiesta. In reparto, quindi, è potuto tornare ad abbracciare e accarezzare il suo amato amico a quattro zampe.
Il desiderio dopo un anno di ricovero: "Vorrei vedere il mio cane"
“Vorrei tanto vedere Buk, il mio cane”.
Un desiderio emesso sottovoce, quasi senza farsi sentire. Un sibilo che, tuttavia, è stato immediatamente accolto dagli infermieri e OSS del reparto di Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale Niguarda di Milano (Lombardia) che sono stati vicino a Roberto durante tutta la sua degenza.
Il suo percorso, infatti, è stato lungo e complesso e non ancora concluso perché nonostante i miglioramenti. Roberto dopo quasi un anno è ancora ricoverato. Un periodo difficile e sofferto che, nonostante tutto, è sempre riuscito ad affrontare a testa alta, accettando la propria condizione e accogliendo le indicazioni di tutti gli operatori sanitari senza mai lamentarsi.
Per questo, quando si è lasciato andare ad un momento di sconforto, l’equipe ha voluto cogliere l’occasione per ascoltare la sua richiesta silenziosa e, a quasi un anno di distanza, dargli la gioia di poter riabbracciare il suo amico a quattro zampe.
Il rischio che ciò non fosse possibile era alto: l’accesso degli animali domestici alle aree di degenza dell’Ospedale è concesso solo ad alcuni reparti e sotto determinate condizioni.
Tuttavia, vista la peculiarità del percorso di Roberto è stato possibile trovare una soluzione, in accordo con la Direzione, il primario e il coordinatore infermieristico e seguendo le indicazioni interne. Buk quindi è stato fatto entrare in reparto dove, felice e scodinzolante, ha potuto finalmente salutare il suo amato padrone.
Travolti dalla gioia di questo incontro, anche il personale del reparto si è lasciato andare alla commozione, felici di essere stati capaci di offrire a Roberto una “cura” fatta di ascolto e sensibilità rispetto ai bisogni del paziente.