Il curioso caso del castello di Veleso, gioiello storico comasco in vendita. Ma i cittadini non ci stanno: parte la rivolta
L'immobile è comparso in vendita su un noto portale, mentre i cittadini avviano una petizione online
Un'intera comunità di 200 anime, quella del paesino di Veleso, sui monti del Lago di Como, in rivolta. La ragione? L'omonimo castello, che in queste ore è stata capace di conquistarsi la ribalta nazionale. L'immobile, infatti, appare in vendita sul noto portale Immobiliare.it a 120mila euro; mentre i cittadini avviano una petizione online per evitare l'operazione commerciale.
Storico castello nel Comasco in vendita: ma i cittadini non ci stanno
Un'invitante descrizione accompagna la proposta di vendita del castello di Veleso:
“L’immobile sviluppato su tre livelli di oltre 100 mq ciascuno oltre alla torre di 5 piani con terrazza ove è possibile visionare tutta la vallata e il lago di Como; la struttura del XII secolo costruita interamente in sassi con bellissimi soffitti a volta. L’immobile è da ristrutturare per la realizzazione di una villa singola, hotel di lusso, location eventi, ecc…”.
Come racconta Como Zero, non manca neppure la leggenda sul castello:
“La regina Audofleda era sorella di Clodoveo re di Francia, che nel 493 andò in moglie, per accordi politici, al re degli Ostrogoti, Teodorico. La leggenda racconta che la Regina, che risiedeva a Monza, colpita dalla bellezza di Veleso, poco distante da Como sopra il comune di Nesso, fece erigere un piccolo palazzo, dove si rifugiava in compagnia di un paggio, una sera il Re arrivò al castello, li scoprì e furibondo, inseguì i due nella notte per i prati e i boschi del Pian del Tivano (1,5 km sopra Veleso), fino a trovarli e ucciderli e poi distrusse il castello. A ricordo di questa leggenda, c’è un angolo del Pian del Tivano che ancora oggi viene chiamato Il giardino della Regina. Il Castello di Veleso nel XII secolo fu ricostruito dal Barbarossa, utilizzando la Torre della Rocca come postazione d’avvistamento durante la guerra tra Como e Milano nell’anno 1116/1127, poi il castello divenne un Castello Templare, nel è testimonianza la bellissima Croce Templare scolpita all’ingresso, quindi diventò un convento e infine una dimora signorile”.
Il vincolo dei beni culturali e la contrastata soluzione
Abitato fino agli anni ’80, ora è vincolato dai Beni Culturali, ma da qualche anno necessita di interventi. condizioni. E qui si innesta la mobilitazione attuale degli abitanti e del comune di Veleso, che vorrebbero intervenire direttamente per recuperare, restaurare e rilanciare il castello.
L’idea – riferisce Tgcom24 – è stata di Pierangelo Cofferati, di professione bancario, con la passione per la politica e l’accoglienza a cui va il merito di avere recuperato nel 2014 un altro punto di riferimento di questo borgo: lo storico hotel Cadorna che per gli abitanti di Veleso con il suo bar era stato fino al 2001 il cuore pulsante per lo svago del piccolo comune montano.
Da quando lui lo ha comprato nel 2014 trasformandolo nel Cadorna Chalet i turisti sono ritornati numerosi. “Questo Castello è di privati – ha spiegato Cofferati – ma non possiamo assistere impotenti al suo decadimento. Sapesse quanti turisti ospiti del mio chalet mi chiedono se sia possibile entrare".
La posizione del Comune
Dal canto suo, il Comune di Veleso si è sempre fatto parte attiva per cercare una soluzione:
“Abbiamo addirittura contattato i Templari affinché intervenissero loro – ha spiegato nell’intervista Maurizio Bolzani, Assessore al turismo di Veleso – ma questa petizione lanciata dalla pagina Facebook “Viviamo Veleso” ci ricorda quanto sia importante non mollare l’obiettivo che come amministrazione ci siamo dati per rispetto di tutta la Comunità”.
Tra chi segue le sorti di questo edificio c’è la storica dell’arte e giornalista Simona Zerboni, anche lei originaria del paese dove il padre è nato e cresciuto, e in cui lei ha passato lunghi periodi di vacanza fino ai 10 anni e secondo cui la “Residenza dei Signori di Veleso è un gioiello da valorizzare al più presto. Sulla facciata, seppur molto rovinato, si intravede ancora il fregio di una casata nobiliare. Prioritario – prosegue la studiosa – è innanzi tutto consolidare l’esistente. La torre è in linea con le tecniche edilizie e stilistiche del XII secolo e richiama nei tratti – chiarisce l’esperta – la più celebre Porta Torre in centro a Como”.
In prima linea nella battaglia per salvare questo tesoro in pietra c’è il sindaco di Veleso, Livia Cioffi:
“Noi vorremmo comprare il Castello e abbiamo contattato l’attuale proprietario. Non è una cosa facile e contiamo sulla possibilità di accedere ai fondi pubblici, ma ci sono limiti di legge e dobbiamo rispettare le perizie di stima prima di procedere all’acquisto. Anche perché poi ci sono le spese per restaurarlo”.