Il Comune di Como ha messo al bando i "buttadentro" che invitano i passanti a entrare in ristoranti, bar e locali
Una pratica talmente fastidiosa che il buonsenso farebbe immaginare controproducente... invece se ne abusa in tutte le città d'arte

Poche cose risultano spiacevoli, soprattutto quando ci si sta godendo una giornata di meritato relax visitando una città, come sentirsi "tirare la giacchetta" (e a volte anche in senso non figurato) dai "molestatori di professione" piazzati davanti ai ristoranti per turisti: i cosiddetti "buttadentro" che ti sfiniscono l'anima per cercare di farti entrare nel loro locale.
Il Comune di Como ha messo al bando i "buttadentro"
In alcuni punti di alcune città sembra di essere in trincea, ci si sente nella "fossa dei leoni" con nessuna certezza però di uscirne sani e salvi come il biblico Daniele: un incubo, non fai in tempo a dire di no, che un passo dopo ti tocca "rimbalzarne" un altro, fino a che dopo il terzo, quarto e via dicendo, si arriva anche a volte a litigare.
Una pratica talmente fastidiosa che il buonsenso ci farebbe immaginare controproducente (scatta l'effetto contrario), eppure se ne abusano così universalmente vorrà dire che di vittime che si lasciano convincere (per sfinimento) ce ne devono pur essere, e anche molte.
Oggi parliamo di Como (in copertina), da sempre perla del lago amatissima anche da inglesi e americani, che negli ultimi anni ha vissuto una nuova primavera (turistica), ma succede in tutte le principali città d'arte dello Stivale e d'Europa: provate a passeggiare in orario "apericena" sui Navigli a Milano o nel Quartiere Latino di Parigi…
Vietato invitare i passanti a entrare in ristoranti, bar e locali
Perché dobbiamo essere costretti ogni tre metri a dire per forza di no? Altrimenti si può provare a far finta di nulla, col risultato d'innescare ulteriori assillanti "Do you speak english?", "Parlez vous francais?", ma è altrettanto spiacevole e qualche molestatore arriva pure ad aggiungerci il carico da novanta del tipo "Almeno rispondere per cortesia", facendoci ribollere ulteriormente il sangue e costringendoci addirittura a trattenerci per non arrivare litigare.
Complimenti quindi al Comune di Como, che ha recentemente approvato il nuovo regolamento di Polizia Urbana che vieta in modo categorico l’attività di camerieri o altri addetti che invitano i passanti a entrare in ristoranti, bar e locali.
Una mossa dell’amministrazione Rapinese per “difendere il decoro e la fruibilità degli spazi pubblici” che tuttavia divide l’opinione degli operatori del settore.
Come racconta ComoZero, quotidiano online affiliato al nostro gruppo Netweek, c'è chi si difende dicendo:
"Noi facciamo accoglienza, non importuniamo le persone, se un cliente vuole sedersi al tavolo, ci vuole qualcuno che lo accompagni, che gli dia il benvenuto. È un gesto di ospitalità, non di pressione”.
E chi prova ad aggirare l'ostacolo, temendo multe:
“Se un cameriere è vicino al menù e spiega un piatto a un turista, cosa succede? Quello è il suo lavoro. Non è che sta chiamando la gente a forza dentro. E poi spesso gli stranieri si fermano loro a chiedere informazioni, perché magari non capiscono la lingua”.
Sarà… Ma se il problema, lo ammettono gli stesso operatori del settore, è che "Spesso lo fanno per difendersi da quello del locale accanto, che fa lo stesso. È un effetto a catena. Se uno lo fa, anche l’altro si sente obbligato”, a maggior ragione allora ha ragione il sindaco Rapinese.