Era la mascotte del paese

Il cervo Bambotto ucciso a fucilate. L'appello: "Non mangiatelo"

Shock nel Bellunese per l'uccisione del maestoso animale, che era "amico" di tutti gli abitanti e spesso andava casa per casa per farsi dare da mangiare

Il cervo Bambotto ucciso a fucilate. L'appello: "Non mangiatelo"
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Si chiamava Bambotto, come Bambi (quello dei cartoni) ma più grosso. Ed era diventato amico di tutti gli abitanti di Pecol di Zoldo, piccola località montana in provincia di Belluno. E qui, quando si è sparsa la notizia che l'animale è stato ucciso con una fucilata, tutti ci sono rimasti male. E ora dal paese lanciano un appello:

"Non mangiatelo e restituite il corpo".

Il cervo Bambotto ucciso con una fucilata

Bambotto, un maestoso cervo di 7 anni, era un vero e proprio "amico" della popolazione locale.  Non era raro vederlo entrare nelle case per prendere da mangiare e tutti si fidavano di lui e lo amavano.

Il bellissimo cervo, però, è stato ucciso da un giovane cacciatore (pare di 23 anni). A darne notizia, sui social, il gruppo di Pecol, profondamente scosso per quanto accaduto.

“Questo era Bambotto – si legge nel post – Era nato 7 anni fa a Pecol e da subito la sua mamma Minerva lo aveva portato sullo zerbino di Giorgio, affidandolo a noi abitanti e fidandosi come aveva fatto lei per tutta la sua vita. Da allora è diventato il nostro amatissimo cervo. Ho scritto “era” perché Bambotto è morto. Ammazzato da un miserabile che crede di aver compiuto un’impresa e invece si è solo marchiato a vita come un poveraccio che ha sparato a un animale che ti mangiava dalle mani e si faceva coccolare fino ad addormentarsi tranquillo”.

Bambotto, amico dell'uomo

Insomma, era stato adottato dai cittadini di Pecol che erano riusciti a instaurare con lui un rapporto di fiducia.

”Era diventato bellissimo e maestoso – spiega Donatella, l’autrice del post – e credo che siano davvero pochi quelli che non lo conoscano. Lo potevi incrociare per strada mentre raggiungeva tutte le frazioni limitrofe e si fermava a mangiare ovunque da chi lo amava come noi. Spesso mi entrava in casa e poi era un’impresa farlo uscire perché i suoi palchi erano immensi. Ho trascorso anni stupendi e mi teneva tanta compagnia perché, se decideva di restare, si addormentava sulle scale o davanti alla porta di ingresso mi seguiva ovunque docilmente”.

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Le polemiche sull'uccisione di Bambotto

Il post è rimbalzato sul web, portandosi dietro un’ondata di polemiche. Sulla vicenda è intervenuta anche la deputata  Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, e nota per le sue battaglie a favore degli animali.

michela vittoria brambilla legge tutela biodiversità

“È semplicemente disgustoso quello che è successo e succede continuamente nei nostri boschi durante la stagione di caccia. Noi cittadini che amiamo gli animali tutti, siamo profondamente indignati e non possiamo più tollerare fatti come questi. Togliere la vita a meravigliose creature viventi, come passatempo per persone senza empatia né pietà, è un atto vile e crudele. Bambotto si fidava di quella che è la bestia più cattiva del pianeta, l'uomo. Tutti noi che amiamo gli animali siamo disgustati...che schifo”.

Sul caso è intervenuto anche il consigliere regionale del Pd in Veneto Andrea Zanoni.

“Questo cervo ieri è stato ucciso da un cacciatore di 23 anni a norma di legge – ha scritto su Facebook – La legge attuale sulla caccia e il calendario venatorio della Regione del Veneto hanno consentito a questo ragazzino di uccidere un animale amico degli abitanti, dei turisti e di tutti i bambini. Invito chi ama gli animali e la natura a farsi parte attiva per la loro tutela, ad impegnarsi anche in politica, solo con un impegno di tutti un giorno potremmo arrivare ad ottenere leggi che considerino gli animali esseri da tutelare e difendere, patrimonio di tutta la collettività, e non oggetto di divertimento di persone senza empatia e rispetto per gli animali e la natura”.

"Non mangiatelo"

Naturalmente, il pensiero è che sia stato ucciso per essere mangiato. Da qui l'appello  del noto gruppo bellunese “Claretta la Cerva del Comelico”.

Chiediamo al cacciatore di non mangiarlo anche se ucciso legalmente  ma di restituirlo agli organi competenti polizia provinciale (era ormai diventato un animale d’affezione del paese), che vada così nell’inceneritore. Adesso sinceramente mangiare Bambotto non ci sembra proprio il caso”.

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