I No vax prima della pandemia erano il 2% della popolazione: ora sono al 15%
Già secoli fa c'erano risicate frange antivacciniste. E l'aumento esponenziale secondo Bassetti è colpa dei partiti populisti.
I No vax durante la pandemia sono cresciuti in maniera esponenziale. Se fino a due anni fa era circa il 2% della popolazione a essere contraria ai vaccini, ora il numero è salito sensibilmente, arrivando al 15%. Ma perché? Se siete tentati di dare la colpa a Internet, social in particolare, per il fiorire dei No vax, uno sguardo ad ampio raggio - fra lo storico, il sociologico e il politico - potrebbe essere chiarificatore.
I No vax? Un vecchio vizio
Che l'avversione al vaccino sia un sentimento favorito dalle grandi epidemie (e relativa necessità di immunizzare la popolazione) è un dato incontrovertibile. E' altrettanto vero, però, che uno "zoccolo duro" di complottisti e resistenti al siero è parte endemica del tessuto sociale. E non di certo dall'avvento del Covid, ma da quando la pratica vaccinale si è affacciata nel mondo. Edward Jenner (1749-1823), il medico che mise a punto il vaccino contro il vaiolo salvando milioni di persone, si trovò già allora a fare i conti con la propaganda antivaccinista, che prese piede in tutta Europa (Italia compresa), tra '800 e '900, in seguito al graduale obbligo della profilassi vaccinale (1888, in Italia). E' interessante notare come le ragioni addotte da queste frange fossero le medesime che abbiamo riscontrato in questi mesi. I movimenti di protesta, appellandosi alla rivendicazione della libertà di scelta e all'etica della responsabilità individuale, limitata dallo Stato in nome della salute pubblica, erano in grado di mobilitare le masse, soprattutto nelle grandi città, suscitando un'ondata di proteste.
In Italia si consolidò un movimento nei circoli aristocratici e alto borghesi, con il supporto di intellettuali come Giuseppe Parini, Cesare Beccaria e Pietro Verri, per sostenere i medici che praticavano la variolizzazione. C'erano già i testimonial!
Nell'Ottocento, però, l'entusiasmo delle élites politico culturali e la graduale accettazione in ambito religioso della pratica vaccinale non corrispose a una altrettanto buona accoglienza da parte del popolo. Si temevano effetti collaterali, altre malattie e che i rischi fossero superiori ai benefici. Alla fine del secolo nacque la prima Lega italiana antivaccinazione fondata da Carlo Rauta, professore di Materia medica all'Università di Perugia. Il pioniere dei no vax, nel 1898, che contestava l'obbligatorietà della vaccinazione antivaiolosa era un professore universitario...decisamente parecchi similitudini con i giorni nostri...
Nel 1917, in concomitanza con la diffusione di una nuova epidemia, si diffuse una diceria complottista: il vaccino conteneva del veleno ed era un mezzo usato dal governo per sterminare i bambini, in modo da ridurre i sussidi alimentari alle famiglie degli uomini chiamati al fronte. Ovunque le madri appartenenti ai ceti più bassi ritirarono i figli da scuole e asili per non doverli rivaccinare.
E Facebook, Telegram et similia ancora non esistevano...
Pseudo eroi contro il sistema
Gli argomenti tendono a ripetersi nella storia dei movimenti No vax: minimizzazione del rischio di rimanere contagiati e l’affermazione che la diffusione della malattia non sia tale da poter generare un’epidemia.
Era molto popolare già nel 1885 un argomento complottista che ipotizzava l’esistenza di una volontà superiore e condivisa di limitare la libertà delle persone, soprattutto quella più povere, per ricavarne profitti favorendo l’occupazione e la ricerca nel settore medico. Spesso i No vax di oltre un secolo fa già si appoggiavano a presunti esperti e autorità per accreditarsi.
Alcune cerchie ristrette di medici, poi confutati dalla comunità scientifica, godevano in questi ambienti di credito e attenzioni. Ad accrescere la loro popolarità era la loro stessa condizione di medici “estromessi”, scienziati non mossi dai presunti interessi economici. Le indagini su almeno uno dei casi più celebri e clamorosi dimostrarono esattamente il contrario: l’esistenza di grandi conflitti di interessi appannaggio delle loro "cure alternative".
I medici "eroi" contro il sistema per svelarci verità che non ci vengono dette...anche questo fenomeno ci suona assai familiare.
Scienza e politica
Ciò che accadde di diverso, però, rispetto a questi ultimi anni, fu l'alleanza tra scienza e politica. Nel 1966, dopo l'ennesimo appello dell'Oms per eradicare il vaiolo si registrò l'unico caso di collaborazione tra Usa e Urss, durante la Guerra fredda. I due Stati mandarono oltre 140 milioni di dosi l'anno per ciascuno, più consulenti e attrezzature in venti Stati dell'Africa Occidentale.
Ed è proprio sul tema della politica che, nel modello di questi due secoli, troviamo lo scollamento più importante: alcuni movimenti politici, in tutto il mondo, hanno strizzato l'occhio alla galassia No vax, legittimando dubbi e partecipando alla legittimazione del fenomeno, che ha visto irrobustire numericamente le proprie fila; annettendo - per esempio - gli scettici.
Secondo l’antropologa Heidi Larson, direttrice del Vaccine Confidence Project, il successo dei piani vaccinali è in larga parte fondato sulla solidità di un contratto sociale tra le persone, che oggi è oggi logorato in un contesto più ampio dominato da sentimenti di nazionalismo e populismo.
Venendo ai tempi del Covid:
"I fatti non vengono rifiutati perché sono considerati sbagliati, ma perché sono ritenuti irrilevanti" spiega la sociologa.
Funziona di più parlare alla "pancia", infuocando le frange popolari già cariche di livore, dunque.
Dal 2% al 15%
Perfettamente in linea con questa disamina anche Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive all'Università di Genova e primario al San Martino:
"I No Vax erano il 2 per cento e grazie ai partiti populisti sono diventati il 15%".
Ed effettivamente basti pensare che nel nostro Paese, dal 2017, sono ben dieci le vaccinazioni obbligatorie per i nuovi nati, eppure - prima del vaccino anti Covid - non abbiamo mai assistito a piazze gremite contro queste disposizioni (che peraltro interessano proprio i più piccoli). Si registravano, semmai, sparuti casi isolati di genitori in polemica con le scuole sulla scia, per esempio, delle credenze che sottendono legami tra autismo e vaccino. Percentuali statisticamente irrilevanti... finché il complotto non ha subito una legittimazione.