Ucraina: al via a Roma i colloqui tra Usa e Cina. Il mistero sugli aiuti militari chiesti da Putin
Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jack Sullivan nella capitale per incontrare Yang Jiechi, membro del Politburo del partito comunista cinese e direttore della Commissione Affari esteri.
Ennesima giornata di capitale importanza per la diplomazia internazionale; mentre Ucraina e Russia si incontrano per l'ennesimo tavolo di negoziati (stavolta virtuale); a Roma al via i colloqui tra Usa e Cina.
Ucraina, colloqui a Roma tra Usa e Cina
Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jack Sullivan si trova oggi a Roma per incontrare Yang Jiechi, membro del Politburo del partito comunista cinese e direttore della Commissione Affari esteri. Al centro del colloquio, la situazione in Ucraina. Il Consigliere discuterà con l'interlocutore "dell'impatto della guerra della Russia contro l'Ucraina sulla sicurezza regionale e globale", come si legge in una dichiarazione di Emily Horne, portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza.
L'obiettivo degli Stati Uniti è di spingere Pechino a far pressing su Mosca sulla crisi ucraina. Nel corso della giornata è previsto anche un incontro con il consigliere diplomatico del premier Mario Draghi, Luigi Mattiolo.
Le questioni sul tavolo
Nelle ultime ore sono emersi diversi nodi che, ci si augura, possano trovare un chiarimento nella capitale. A peggiorare l'umore con il quale gli Usa siedono al tavolo del confronto è la recente notizia del reporter statunitense Bret Renaud, ucciso a Irpin, in territorio ucraino. In seguito alla conferma della notizia Sullivan ha tuonato:
"L'ho appena appreso: mi consulterò con i miei colleghi, con gli ucraini, per determinare come sia accaduto, per poi misurare ed eseguire conseguenza appropriate come risultato di questo. Seguiremo questo ultimo sviluppo molto da vicino e risponderemo in modo proporzionale".
A pesare le notizie diffuse dal Financial Times nelle ultime ore, secondo cui la Russia avrebbe chiesto alla Cina di fornire equipaggiamento militare a sostegno dell'invasione in Ucraina. Richiesta che ha alimentato le preoccupazioni della Casa Bianca riguardo alla possibilità che Pechino possa compromettere lo sforzo occidentale teso a sostenere le forze ucraine nella difesa del loro Paese. Funzionari dell'Amministrazione Usa hanno riferito al quotidiano finanziario che Mosca avrebbe inoltrato le sue richieste fin dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, senza però fornire dettagli riguardo all'equipaggiamento militare richiesto.
L'ambasciata di Pechino a Washington, si è affrettata a smentire, asserendo di "non aver mai sentito parlare" di una richiesta di armi fatta alla Cina dalla Russia.
"La priorità della Cina è impedire che la situazione tesa in Ucraina subisca un'ulteriore escalation o diventi fuori controllo" ha affermato il portavoce dell'ambasciata, Liu Pengyu.
Il tavolo rimane aperto e sullo sfondo il timore per il ricorso alle armi chimiche è palpabile. Sempre il consigliere alla Sicurezza Nazionale Sullivan ha ribadito:
"La Russia pagherà un prezzo alto se userà le armi chimiche. C’è una escalation della retorica da parte della Russia che cerca di accusare gli ucraini e gli Stati Uniti di voler usare armi chimiche o biologiche e questo è un indicatore che di fatto i russi stanno preparandosi a farlo loro per cercare di dare la responsabilità ad altri".