un bel rebus

Green pass sui mezzi pubblici: chi controlla? C'è il rischio di rallentamenti e aggressioni

Toccherà ad autisti e controllori, ai tabaccai o alle forze dell'ordine? Un nodo difficile da sciogliere entro il 6 dicembre,

Green pass sui mezzi pubblici: chi controlla? C'è il rischio di rallentamenti e aggressioni
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L'obbligo di presentare il Green pass sui mezzi pubblici del trasporto pubblico locale è una delle grandi novità del decreto che sarà operativo da lunedì 6 dicembre: in molti si chiedono chi controlla. Ma questo passaggio suscita parecchie perplessità sia negli utenti sia negli operatori del settore. E i sindacati lanciano l'allarme sui controlli.

Green pass e mezzi pubblici: chi controlla?

Al momento il certificato verde serve per prendere aerei e treni a lunga percorrenza, ma dall'entrata in vigore del decreto sarà necessario anche per autobus, tram e metropolitane. Non il Super green pass, però: basterà infatti il tampone negativo.

Al momento non è stato ancora specificato a chi spetteranno i controlli. Alle forze dell'ordine? Ai controllori? A chi vende il biglietto? Le ipotesi sono tutte sul tavolo e presto bisognerà arrivare a una decisione definitiva, che non mancherà di sollevare polemiche e perplessità.

Le stesse che hanno rilanciato i sindacati.

I dubbi dei sindacati: "Rischiamo rallentamenti e aggressioni"

Partiamo da un assunto: controllori e autisti sono pochi ed è impossibile che possano anche mettersi a controllare il Green pass  di tutti i passeggeri senza causare rallentamenti - anche pesanti - del servizio. Pensate soltanto a dover controllare il certificato verde al mattino in una stazione della metropolitana di Milano (ma vale anche per le altre città), con migliaia di persone in attesa. Si rischierebbe il caos.

Lo ha detto a chiare lettere in un'intervista alla Stampa Maria Teresa De Benedictis, segretaria nazionale della Filt Cgil, sostenendo che il peso dei controlli non può ricadere tutto sul capotreno o sull'autista del mezzo, perché parliamo di mezzi ad alto affollamento. Le segreterie laziali del sindacato hanno parlato del rischio che    si possa creare una situazione di forte criticità, in quanto già l'obbligatorietà delle mascherine aveva prodotto numerose aggressioni agli autisti che controllavano.

Saranno i bigliettai a controllare?

Secondo De Benedictis, un modo per risolvere il problema alla base è che  i controlli avvengano nel momento dell'acquisto del titolo di viaggio, anche  per non esporre il personale ad alterchi e aggressioni a bordo del mezzo. Saranno dunque tabaccai e bigliettai a controllare il Green pass? Anche questa è un'ipotesi piuttosto difficile da realizzare e nel caso non mancherebbe di suscitare ulteriori proteste.

I controlli delle Forze dell'ordine

Il decreto prevede anche un piano di rafforzamento dei controlli  da parte delle prefetture che devono prevedere una strategia provinciale per l’effettuazione di costanti controlli entro 5 giorni dall’entrata in vigore del testo e sono obbligate a redigere una relazione settimanale da inviare al Ministero dell’Interno. Anche in questo caso, però, ci si scontra con i numeri: impensabile che gli agenti di Polizia, Polizia Locale e Carabinieri possano essere impiegati per il controllo dei Green pass sui mezzi pubblici senza causare un netto squilibrio con le loro abituali attività.

Gli under 12

Con l'avvio delle vaccinazioni anche per la fascia d'età dai 5 agli 11 anni (l'ok dell'Ema è arrivato giovedì 25 novembre 2021) c'è anche il tema dei molti ragazzini che salgono su autobus e metropolitane per andare a scuola. Pensare di chiedere alle famiglie un tampone ogni tre giorni per i propri figli sarebbe assurdo, ma il fatto che per questa fascia d'età non sia previsto al momento l'obbligo di Green pass può venire in aiuto. Al momento l'accesso sarebbe dunque libero.

Il nodo della privacy

C'è sempre poi il nodo della privacy: teoricamente le App non distinguono il Green pass da tampone da quello da vaccino o guarigione, ma l'attivazione del Super Green pass potrebbe cambiare le cose. E dunque chi esegue i controlli potrebbe sapere se la persona che sta controllando ha avuto il Covid oppure è o meno vaccinata. E su questa cosa il Garante della privacy si era già espresso contrariamente.

Insomma, per farla breve, parliamo di un bel rebus, di non facile soluzione soprattutto se pensiamo alle grandi città. Il tempo per trovare una metodologia funzionale per i controlli c'è, ma non è tantissimo. Il rischio è che l'inizio sia un caos o che i controlli vengano effettuati in maniera non approfondita. E sarebbe un guaio. Staremo a vedere.

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