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Green pass e lavoro: cosa succede per i dipendenti pubblici dal 15 ottobre

Le linee guida del Ministero per i lavoratori del servizio pubblico.

Green pass e lavoro: cosa succede per i dipendenti pubblici dal 15 ottobre
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Non solo il Green pass, ma anche il ritorno in ufficio con la fine dello smart working. Il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta lo ha definito il "D-Day". E non ha torto. Venerdì rientreranno in servizio in presenza ben tre milioni di dipendenti pubblici. 

Green pass e rientro in ufficio: cosa succede dal 15 ottobre per i dipendenti pubblici

Da venerdì 15 ottobre si torna in ufficio e per farlo bisogna avere il Green pass. L'obbligo si applica a dipendenti pubblici e visitatori, includendo dunque anche lavoratori addetti alla manutenzione, alle mense e ai bar degli uffici pubblici, fornitori e corrieri (insomma, si replica quello che avviene per la scuola). Sono invece esclusi i cittadini, che potranno accedere agli uffici senza bisogno del certificato.

Nel caso di lavori in cui siano necessarie pianificazione e organizzazione di turni, il datore di lavoro può richiedere in anticipo il green pass al lavoratore.

Non sono consentite deroghe. Pertanto non è consentito in alcun modo, in quanto elusivo dell’obbligo, individuare i lavoratori da adibire a lavoro agile sulla base del mancato possesso del green pass o dell’impossibilità di esibire la certificazione.

Green pass: i controlli all'ingresso per i dipendenti pubblici

La certificazione verde va controllata all’ingresso degli uffici pubblici. Ciascuna Amministrazione è autonoma nell’organizzare i controlli. "È auspicabile - recitano le linee guida - che vengano utilizzate modalità di accertamento che non determinino ritardi o code all’ingresso e che siano compatibili con la disciplina in materia di privacy".

L’accertamento potrà essere svolto giornalmente e preferibilmente all’accesso della struttura, ovvero a campione (in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione) o a tappeto, con o  senza l’ausilio di sistemi automatici e prioritariamente nella fascia antimeridiana della giornata
lavorativa.

Le sanzioni

Il lavoratore sorpreso sul luogo di lavoro senza Green pass dovrà essere allontanato dalla sede di servizio e sarà considerato assente ingiustificato fino all’esibizione del certificato verde, includendo nel periodo di assenza anche le eventuali giornate festive o non lavorative. La stessa sanzione si applica anche in caso di rifiuto di esibizione della certificazione.
In relazione alle giornate di assenza ingiustificata, al lavoratore non sono dovuti né la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati, incluse tutte le componenti della retribuzione, anche di natura previdenziale, previste per la giornata lavorativa non prestata. I giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione di ferie e comportano la corrispondente perdita di anzianità di servizio.

Orari ampliati

Le linee guida del Ministero prevedono, con l'obiettivo di non concentrare un numero eccessivo di personale ai punti di accesso e di verifica del possesso del Green pass, che ogni amministrazione possa provvedere ad ampliare le fasce di ingresso e di uscita dalle sedi di lavoro del personale.

Lo smart working

In attesa della regolazione del lavoro agile nell’ambito della discussione in corso sul Contratto nazionale di categoria, e fino al 31 dicembre 2021 ogni Amministrazione può ancora però far lavorare da remoto i propri dipendenti per alcuni giorni della settimana e a rotazione.
Questo però potrà avvenire solo se non saranno modificati i servizi all'utenza, se la rotazione assicuri la prevalenza di ciascuno in presenza e lo smaltimento del lavoro arretrato (ove accumulato).
LE LINEE GUIDA PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

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