Intervento rarissimo

Gravidanza con l'utero in una grande ernia fuori dall'addome: mamma e bimba salve grazie a un intervento eccezionale

In cinquant'anni soltanto 16 casi simili, e non tutti purtroppo si sono risolti positivamente. A Torino, invece, lo storico intervento

Gravidanza con l'utero in una grande ernia fuori dall'addome: mamma e bimba salve grazie a un intervento eccezionale
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Spesso raccontiamo delle eccellenze sanitarie italiane, che a volte raggiungono vette incredibili, con interventi salvavita in condizioni rarissime ed estreme. E' il caso di quanto avvenuto alla Città della Salute di Torino, dove una mamma e la sua neonata sono state salvate grazie a un'operazione davvero unica: la donna portava infatti in grembo la figlia con l'utero in una grande ernia fuori dall'addome.

Gravidanza con l'utero in una grande ernia fuori dall'addome

Un caso davvero unico, quello che ha riguardato una donna di 43 anni della provincia di Cuneo alla quinta gravidanza. In tutto il mondo, in più di 50 anni, sono stati descritti solo 16 casi di gravidanze a termine in un utero erniato al di fuori dell’addome. E non tutte sono state portate a termine con un buon esito.

In base a quanto risulta dai report scientifici, questo è il primo caso gestito con successo in una donna ad alto rischio ostetrico e chirurgico, considerati i precedenti quattro tagli cesarei e le importanti comorbilità associate, che hanno anche indotto a correggere l’ampia porta erniaria con l’innovativo inserimento di una protesi biologica.

Uno straordinario lavoro di équipe, che ha coinvolto ginecologi - ostetriche, chirurghi generali, radiologi e anestesisti della Città della Salute di Torino, ha permesso di risolvere un caso ad alto rischio, di utero totalmente all'interno di una grande ernia attraverso la parete addominale.

Alcuni giorni prima del parto, la donna era stata ricoverata all'ospedale Sant'Anna di Torino, presso la Ginecologia e Ostetricia universitaria 1 (diretta dalla professoressa Chiara Benedetto), per essere sottoposta ad un’attenta valutazione multidisciplinare.

La scoperta della particolare situazione

L’esecuzione di una risonanza magnetica, eseguita dalla dottoressa Donatella Tota, aveva permesso di confermare il sospetto clinico di un’ampia ernia della parete addominale complicata dalla presenza dell’utero gravido all’interno del sacco erniario al di fuori dell'addome.

Vista l’eccezionalità del caso clinico, si è reso necessario pianificare il parto con estrema accuratezza, sfruttando i più recenti mezzi tecnologici a disposizione, allo scopo di tutelare sia la salute della mamma sia quella del nascituro.

Il parto

L’équipe ginecologico - ostetrica, composta dalla professoressa Chiara Benedetto, dal professor Luca Marozio e dal dottor Maurizio Giarola, ha eseguito il taglio cesareo alla trentasettesima settimana di epoca gestazionale, avvalendosi di un controllo ecografico intra-operatorio per garantire la nascita in sicurezza della bambina (che pesa 2240 grammi) e la preservazione dell’utero, nonostante la difficile situazione anatomica.

L’équipe di chirurghi generali, composta dal dottor Francesco Moro e dal dottor Luca Grasso, ha poi provveduto alla  ricostruzione della parete addominale della neomamma, mediante l’utilizzo di una protesi biologica, al fine di ridurre al minimo il rischio di complicanze.

Stanno bene e sono a casa

Dopo un breve ricovero presso la Terapia intensiva (diretta della dottoressa Simona Quaglia), per un monitoraggio attento dei parametri vitali e delle condizioni cliniche, la neomamma ha proseguito la degenza nel reparto di Ostetricia (diretto dalla professoressa Chiara Benedetto) ed è stata dimessa dopo 6 giorni, visto il decorso privo di complicanze e le ottime condizioni della neonata, seguita presso la Neonatologia universitaria (diretta dalla professoressa Alessandra Coscia).

“Si tratta dell'ennesimo intervento miracoloso che ha permesso di salvare mamma e neonata. Ancora una volta la Città della Salute di Torino conferma di essere un'eccellenza a livello piemontese ed italiano in tutti i campi della sanità. Complimenti al lavoro sinergico delle numerose équipes che hanno partecipato a questo straordinario intervento multispecialistico” afferma il Direttore generale della Città della Salute di Torino dottor Giovanni La Valle.

Quanti interventi straordinari

Come detto, non si tratta del primo intervento incredibile avvenuto nei nostri ospedali. Proprio a Torino un mese fa un bimbo di tre mesi è stato sottoposto a una delicatissima operazione: il piccolo era affetto da  una mielomeningocele nasale, rarissima patologia che comporta una difettosa chiusura della base del cranio, tale da provocare, durante la vita fetale, la discesa di una piccola parte del cervello all'interno del naso.

Oltre al rischio di meningite, il problema maggiore del bambino era che il buco si trovava nella parte più posteriore del naso e quindi che la porzione di cervello che scendeva nel naso (molto voluminosa) ostruiva in modo importante il passaggio dell'aria, provocando una respirazione sempre più difficile, problema molto serio in un neonato.

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