Giovani bloccati in vacanza all'estero e costretti anche a dormire in spiaggia. Non dimenticate il PLF
Si moltiplicano i casi di connazionali che restano bloccati in località straniere dopo essere risultati positivi. E la logistica è tutt'altro che sostenibile.
A quel punto che cosa potevo fare? Mio figlio era positivo al Covid, lo hanno scoperto al controllo in aeroporto, è rimasto bloccato a Barcellona, ha passato tre notti in spiaggia... allora ho preso l’auto e sono andato a recuperarlo. Mille chilometri di andata e mille di ritorno".
Le parole di questo padre, raccontate da Prima Bergamo, il cui figlio insieme alla sua comitiva di amici - di ritorno dalla Spagna - è rimasto bloccato nel Paese a causa di alcuni positivi individuati nella compagnia e senza un posto dove trascorrere la quarantena causa hotel Covid già esauriti, non sono nuove alla cronaca recente.
Ma non solo: c'è anche chi, come racconta Prima Verona, è riuscito a tornare a casa dopo un viaggio di svago a Barcellona. Solo che al rientro, dopo essere risultato positivo al Covid, le sue condizioni di salute sono peggiorate. Tanto da dover rendere necessario il ricovero in terapia intensiva. Si tratta di un 21enne veronese, attualmente in area critica proprio per aver contratto il virus in vacanza. Il giovane non era vaccinato.
In quarantena in Spagna, costretti a dormire in spiaggia
Sta succedendo a diversi ragazzi bergamaschi che hanno deciso di trascorrere le vacanze a Barcellona e in Costa Brava, dove il contagio Covid ha ripreso vigore soprattutto fra i giovani: al momento di tornare a casa arrivano in aeroporto e vengono sottoposti al tampone e molti di loro vengono trovati positivi. Scatta la quarantena di quattordici giorni, quindi non possono salire sull’aereo. Ma si apre un problema: dove trascorrere la quarantena? I pochi Covid hotel sono tutti pieni e non ci sta più uno spillo. I soldi sovente sono finiti... Una situazione che per taluni ragazzi è diventata drammatica. Ci sono genitori che hanno preso l’automobile e sono andati a recuperarli.
Come Giovanni Locatelli, che è andato a riprendersi il figlio Paolo:
"Mio figlio ha passato tre notti sulla spiaggia, non aveva più soldi per mangiare, che cosa dovevo fare? Sono partito la mattina alle sei e ho fatto una tirata fino a Barcellona, mi sono fermato due volte per mezz’ora, e poi via. Sono arrivato in Spagna, ci siamo incontrati, siamo andati a mangiare perché Paolo non mangiava dal giorno prima. Abbiamo trovato un albergo e la mattina dopo siamo partiti. Stava benone, in realtà tanti giovani sono positivi perché vanno nelle discoteche, si infettano facilmente, ma non si ammalano, qualcuno ha avuto due linee di febbre, a quanto mi hanno detto, ma niente di grave. Però c’è la quarantena da rispettare...".
I tanti "bloccati" all'estero
Come accennato non parliamo di un caso isolato. Come raccontato da Prima Como quattro giovani comaschi stanno vivendo una situazione analoga a Malta, denunciando anche totale mancanza di assistenza medica da parte delle autorità locali.
"Tutti e quattro abbiamo raffreddore e tosse secca - raccontano - ma nessun medico è venuto a visitarci né la Public Health di Malta si è fatta sentire. Vorremmo fare tutti e quattro un tampone molecolare, che è più attendibile, il prima possibile perché se tra qualche giorno qualcun altro di noi dovesse risultare positivo la quarantena riparte da zero. Ed è proprio la Public Health maltese che ce la deve certificare così da poter capire quando potremo tornare a casa".
Situazione fotocopia per 15 studenti veneziani, come spiega Prima Venezia, bloccati sull'isola greca di Ios - dove si erano recati per festeggiare la maturità - dopo che alcuni di loro sono risultati positivi. Secondo le prime indiscrezioni, tutti avevano fatto la prima dose di vaccino. Per questo motivo hanno deciso di mettersi in auto isolamento e, attualmente, non si sa quando rientreranno in Italia.
La Farnesina: "Per l'estero dotatevi di un'assicurazione Covid"
A seguito delle notizie di diversi connazionali bloccati al di fuori dei confini nazionali per questioni legate al Covid-19, è giunta anche una nota ufficiale del ministero degli Esteri:
"Tutti coloro che intendano recarsi all’estero, indipendentemente dalla destinazione e dalle motivazioni del viaggio, devono considerare che qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio di carattere sanitario. Nel caso in cui sia necessario sottoporsi a test molecolare o antigenico per l’ingresso in Italia o per il rientro nel nostro Paese da una destinazione estera, si rammenta che i viaggiatori devono prendere in considerazione la possibilità che il test dia un risultato positivo. In questo caso, non è possibile viaggiare con mezzi commerciali e si è soggetti alle procedure di quarantena e contenimento previste dal Paese in cui ci si trova. Si raccomanda di pianificare con la massima attenzione ogni aspetto del viaggio e di dotarsi di un'assicurazione che copra anche i rischi connessi al Covid-19".
E non dimenticate il PLF
Chiudiamo la carrellata con un approfondimento che può risultare utile per coloro che stanno pianificando un viaggio nei seguenti Paesi: Belgio, Cipro, Croazia, Estonia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna e Regno Unito.
Per varcare questi confini infatti è infatti necessario essere in possesso di un altro documento, oltre al Green Pass: il Passenger Locator Form (PLF).
Tutti questi paesi richiedono il PLF per i viaggi via aereo, via mare e via terra, tranne Cipro, Portogallo, Slovacchia e Spagna che lo richiedono solo per i viaggi in aereo, e l’Irlanda per i soli viaggi in aereo e in nave. Nel caso della Grecia, inoltre, si deve fare attenzione al fatto che il PLF va compilato entro le 23.59 del giorno precedente alla partenza (negli ultimi giorni sono emerse diverse storie di turisti bloccati in aeroporto perché non l’avevano fatto).
Si tratta di un modulo online con i dati dei viaggiatori che servono eventualmente a tracciarne poi i contratti. Esiste un sito ufficiale europeo in cui è possibile compilare il PLF in formato digitale: al momento però questa piattaforma è utilizzata solo da Italia e Malta. Per quanto riguarda l’Italia il PLF va compilato sia dai turisti stranieri in ingresso sia dagli italiani che rientrano da un viaggio all’estero. Può essere sufficiente mostrare il QR code ottenuto sul proprio smartphone. Non è necessario compilarlo se si sconfina al massimo di 60 chilometri dalla propria residenza e per non più di 48 ore, come nel caso dei lavoratori transfrontalieri.