Da una parte un’iniziativa umanitaria “spontanea” a rischio continuo di incidenti diplomatici, dall’altra una sorta di avversione quasi paranoica nei confronti dei giornalisti.
In un caso e nell’altro la vicenda della Global Sumud Flotilla sta facendo discutere e non poco.
Ma prima di addentrarci nelle polemiche di queste ultime ore riavvolgiamo il nastro e ripercorriamo le tappe che hanno portato a dare il La a questa “missione” da molti pontificata e da altri bollata come bizzarra e inutile.
La Global Sumud Flotilla, una premessa necessaria
La Global Sumud Flotilla è una missione civile e internazionale che prende ispirazione dalle precedenti Freedom Flotilla.

Il suo scopo è duplice: da un lato portare aiuti umanitari a Gaza, dall’altro richiamare l’attenzione del mondo sul blocco che da anni isola la Striscia.
Il nome “Sumud”, che in arabo significa resilienza e resistenza non violenta, vuole sottolineare la natura pacifica e simbolica dell’iniziativa.
A bordo delle imbarcazioni trovano posto attivisti provenienti da diversi paesi, rappresentanti di associazioni, organizzazioni religiose, operatori umanitari, parlamentari o osservatori indipendenti.
Prima della partenza, tutti i partecipanti seguono un training obbligatorio, che comprende regole di comportamento, tecniche di convivenza e indicazioni su come affrontare eventuali situazioni di tensione in mare.
Vale la pena ricordare che le flottiglie, per loro natura, non sono prive di rischi. In passato diverse spedizioni dirette a Gaza sono state fermate o intercettate dalle autorità israeliane, in alcuni casi con esiti drammatici.
Le imbarcazioni e chi partecipa alla missione
Tre imbarcazioni a vela della Flotilla hanno lasciato Siracusa per la rada di Augusta, dove ad attenderle c’erano altre 15 navi con cui viaggeranno verso Gaza.
In totale in partenza da Augusta sono state previste 18 barche con a bordo 150 persone, tra cui due parlamentari e tre europarlamentari italiani, che si riuniranno in mare con le sei imbarcazioni provenienti dalla Grecia, con sessanta persone a bordo, e le dieci barche provenienti dalla Tunisia, per un totale di circa 600 persone.

La delegazione italiana vede la presenza delle due eurodeputate Benedetta Scuderi (Verdi) e la dem Annalisa Corrado – e i due parlamentari nazionali Marco Croatti (M5S) e Arturo Scotto (Pd), oltre al consigliere regione del Pd Paolo Romano.