Ghali vs Salvini: dopo la lite a San Siro, è pace fatta
L'episodio durante il derby di Milano ha confermato che tra i due non corre buon sangue, ma sulla vicenda si sono distesi gli animi.
E come spesso accade il "c'eravamo tanto odiati" si risolve con una un piccolo gesto di intesa. Dopo la lite avvenuta sugli spalti di San Siro durante il derby di Milano, tra il rapper italo-tunisino Ghali e il leader della Lega Matteo Salvini è pace fatta. A portare la calma ci hanno pensato Le Iene.
Ghali vs Salvini: la lite a San Siro
Erano seduti a qualche seggiolino di distanza sulla tribuna d'onore dello stadio San Siro di Milano durante il combattutissimo derby tra Milan e Inter, entrambi giunti a sostenere il Diavolo rossonero. All'improvviso, tra Ghali e Salvini, si è acceso un infiammato battibecco. Il video della lite è diventato subito virale sul web: il rapper italo-tunisino, infervorato contro il leader della Lega, viene trattenuto a fatica da alcuni steward dello stadio e persino Paolo Maldini, direttore generale del Milan, si vede frapporsi tra i due per riportare la calma.
Sull'episodio è stata poi diramata una nota del partito di Salvini:
"Matteo Salvini è stato aggredito verbalmente da Ghali durante il primo tempo di Milan-Inter di ieri sera. Il leader della Lega era in tribuna con il figlio, e subito dopo il gol del pareggio gli si è avvicinato il rapper in evidente stato di agitazione. Ghali ha urlato una serie di insulti e di accuse farneticanti a proposito dell’immigrazione".
Ma ora è pace fatta
Come raccontato da Prima Milano, il diverbio tra Ghali e Salvini, che aveva tanto tenuto banco anche nei giorni successivi al derby, ora trova una sua piccola risoluzione. A riportare la pace non potevano che essere state Le Iene. L'inviato Stefano Corti, come si vedrà nel servizio che andrà in onda stasera, venerdì 12 novembre 2021, ha raggiunto il rapper e il politico in due momenti diversi: a Ghali, che era a Milano, ha chiesto di firmare una maglietta della nazionale tunisina con i nomi di entrambi e a Salvini, che era in Calabria per ringraziare gli elettori della Lega, ha chiesto di indossarla come gesto distensivo.
Che cosa è successo veramente?
Sulla vicenda, tuttavia, Le Iene hanno voluto vederci chiaro:
"Non è successo niente, non è scattato niente - afferma Ghali - ma chiunque con un minimo di cervello, al posto mio, trovandosi davanti a un personaggio del genere, l'avrebbe fatto. Al pareggio del Milan stavo esultando anche io in realtà, poi mi sono girato e quando l'ho visto mi sono riapparse in mente tante immagini e mi è sembrata una grandissima presa per il c**o. Quello che gli ho detto lui lo sa benissimo, le persone che mi erano di fianco hanno sentito, però di fronte a un personaggio del genere non sono riuscito a starmene zitto, anche se non era il contesto giusto. Ti ripeto, è stata una cosa impulsiva e basta".
Anche con il leader della Lega, Corti ricostruisce la vicenda e, dopo aver ascoltato la sua versione, mostra a Salvini la maglietta della Tunisia, taglia XL, firmata da Ghali.
"Questo è il suo autografo? Ciumbia! A parte il fatto che io sono una L, perché sono sceso a 86 chili, XL è offensivo! Io continuo ad andare a San Siro con la maglietta del Milan, senza che Ghali si offenda. Questa la do a mio figlio che ne sarà contento. E' un momento così complicato per gli italiani che perder tempo a insultarsi allo stadio… Uno chiede scusa e amici come prima".
Prima di congedarsi dal leader leghista, Corti gli chiede di ripetere la frase "Tamma assolh beinana" che in arabo vuol dire "pace", cosa che Salvini fa senza problemi.