fondi ricerca sul cancro

Gattuso che si rade la barba (dopo 22 anni) per beneficenza è viralissimo, oltre che irriconoscibile

"Sono orgoglioso di partecipare a questa sfida perché si tratta di un'azione umanitaria molto importante Non mi rado la barba da 20 anni"

Gattuso che si rade la barba (dopo 22 anni) per beneficenza è viralissimo, oltre che irriconoscibile
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Gennaro "Ringhio" Gattuso è per tutti gli italiani, che lo ricordano fra gli eroi del Mondiale 2006, un carro armato dal cuore grande. Soltanto per beneficenza, infatti, Ringhio - oggi allenatore dell'Hajduk Spalato - si è mostrato in modo inedito rispetto a come tutti lo conosciamo: senza barba.

L'immagine di Gattuso con barba e baffetto che l'ha caratterizzato nel corso della sua carriera ha lasciato il posto a un "signore" che fatichiamo a riconoscere. Dopo 22 anni il 46enne ci ha dato un taglio, a favore di social, per una nobile causa. 

 

Gattuso si è fatto radere la barba dopo 22 anni

Tutto nasce da un'iniziativa benefica. L'obiettivo è raccogliere fondi per la lotta contro il cancro. E Gattuso non si è sottratto. L'evento di beneficenza, Beard Auction, ha raccolto somme destinate ad associazioni locali che si occupano proprio di questa lotta. Nello spirito che caratterizza questa iniziativa, oltre a Gattuso, anche Zvonimir Sarlija ha detto addio anche alla sua barba.

 

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"Orgoglioso di farlo per beneficenza"

Gattuso ha scherzato nel video in cui viene ritratto mentre il barbiere di turno si prodiga a rasargli la barba: "Ma che ca**o fai tu?".

 

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Poi al sito ufficiale dell'Hajduk ha dichiarato:

"Sono orgoglioso di partecipare a questa sfida perché si tratta di un'azione umanitaria molto importante Non mi rado la barba da 20 anni, ma sono felice di farlo per beneficenza. Dobbiamo raccogliere almeno 10mila euro e mi sto radendo".

Viralissimo

Il nazional popolare Ringhio, senza barba, ha suscitato commenti e ilarità sui social. Sempre accompagnati, però, da grandissimo affetto. Gli internauti, infatti, hanno confermato per l'ennesima volta l'affezione verso quello che è, evidentemente, percepito come lo "sportivo della porta accanto".