TEMA CALDO

Gas, nessun rallentamento sulle forniture in Italia. Ma il prezzo sale

Il prolungarsi del conflitto continua a mantenere di attualità la questione dell'energia. I Paesi in difficoltà su soluzioni alternative.

Gas, nessun rallentamento sulle forniture in Italia. Ma il prezzo sale
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Guerra Russia-Ucraina, nessun rallentamento nel sistema italiano sul fronte delle forniture di gas. L'Italia può tirare un sospiro di sollievo in attesa che le strategie diplomatiche (Draghi è negli Stati Uniti, mentre il Papa continua a pensare a un viaggio a Mosca e a Kiev) proprio mentre il tema delle forniture di energia (ma sta diventando impellente anche quello sulle derrate alimentari) rimane di stretta attualità. Ma la situazione - al momento - non sembrerebbe così drammatica.

Gas, nessun rallentamento sulle forniture ma il prezzo sale...

Nessun rallentamento dunque sulle forniture di gas. E' quanto si apprende dagli ultimi dati pubblicati sul sito di Snam.

 

snam

Al momento i flussi a Tarvisio sono in diminuzione rispetto a martedì ma sono compensati da maggior afflusso a Passo Gries (da Nord), grazie all'interconnessione delle reti e alle varie fonti di importazione.

Secondo il report dell'azienda, il sistema è bilanciato, la domanda è soddisfatta; proseguono anche le iniezioni di gas in stoccaggio.

Se da un lato non c'è da preoccuparsi, dall'altro arriva qualche grattacapo in più. Il prezzo del gas infatti è in continua salita e il trend proseguirà, secondo quanto hanno affermato gli analisti di Stifel Chris Wheaton e David Round. Uno scenario che potrebbe accompagnarci fino al 2023 (compreso).

L'allarme dall'Ucraina

Intanto, quella di oggi, mercoledì 11 maggio 2022, è una data fondamentale per la questione gas.  Da fonti attendibili internazionali era infatti trapelata la notizia che il transito del gas verso l'Europa attraverso il punto d'ingresso di Sokhranivka, in Donbass, si sarebbe "fermato alle 7 di mercoledì, a causa delle azioni delle forze di occupazione russe".

Lo notizia era stato riportata da Bloomberg, facendo riferimento a una dichiarazione pubblicata sul sito del gestore del sistema di trasporto del gas di Kiev (Grid).

Sullo stesso sito era però anche illustrata una possibile soluzione:

"È ancora possibile per il gas essere reindirizzato alla stazione di compressione di Sudzha permettendo ai contratti europei di essere rispettati".

Gazprom aveva invece negato.

L'Europa sfoglia la margherita tra altre sanzioni o linea più morbida con Mosca

Il tutto mentre l'Europa si interroga su quali possano essere le strategie migliori. Nella fattispecie, il presidente dell'Ungheria Viktor Orban ora frena su altre e nuove sanzioni a Mosca: il suo Paese per trovare strade alternative, ha detto, avrebbe bisogno di anni.

La frenata sulla previsione di nuove sanzioni ha fatto chiudere al rialzo in Borsa il prezzo del gas e rischia di creare un impasse sul dibattito sul sesto pacchetto di sanzioni.

Prevarrà la linea di Macron?

La riunione degli ambasciatori convocata per oggi non avrà con tutta probabilità come tema l'embargo al petrolio sul tavolo. Del resto, nelle scorse ore anche il presidente francese Emmanuel Macron ha lanciato un monito su come gestire la situazione ("Non si trova la pace umiliando la Russia") e in un colloquio telefonico il presidente francese ha chiarito ulteriormente i punti critici.

Budapest, proprio per le criticità illustrate da Orban, in sostanza, chiede compensazioni ad hoc in cambio del suo sì alla rinuncia, sia pur graduale, al petrolio russo. D'altronde le preoccupazioni ungheresi sono "legittime", anche perché il Paese non può ricevere il greggio via mare e le raffinerie magiare sono tutte organizzate logisticamente su approvvigionamenti sul petrolio russo.

Tutte situazioni in divenire che alla lunga potrebbero portare l'Europa a dibattere (e un plauso è arrivato anche da Salvini) sulla revisione delle strategie europee ipotizzata da Macron.

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