Festa del Papà 2024: un viaggio nell'arte per scoprire come è cambiato questo ruolo nei secoli
Se la donna è stata da sempre venerata come il simbolo della fertilità e della maternità, l'uomo è “diventato padre” col passare del tempo, un processo che ha trovato eco nelle rappresentazioni artistiche
Esplorando il percorso artistico della figura paterna, dalla forza alla tenerezza: un'analisi dei cambiamenti culturali e sociali riflessi nelle opere d'arte.
Festa del Papà 2024: un viaggio nei secoli dell'arte
La Festa del Papà 2024 si presenta come il momento ideale per esplorare il ruolo della figura paterna nell'arte, un viaggio che rivela non solo l’evoluzione di tale ruolo nel corso dei secoli, ma anche il suo significato sempre più profondo e complesso. Se, da un lato, la donna è stata da sempre venerata come il simbolo della fertilità e della maternità, l'uomo è “diventato padre” col passare del tempo, un processo che ha trovato eco nelle rappresentazioni artistiche.
Ci addentreremo nel mondo dell'arte per esaminare come il ritratto paterno sia cambiato nel corso dei secoli, riflettendo i cambiamenti nella percezione e nel ruolo del padre nella società umana.
La scoperta della Paternità
L'essere umano non nasce automaticamente con l'identità di padre. Mentre il legame tra maternità e donna è immediato e biologicamente evidente, la paternità maschile ha richiesto del tempo per essere riconosciuta e valorizzata.
Secondo alcuni studiosi, durante la preistoria si ipotizza l'esistenza di società matrilineari, in cui la donna era al centro della famiglia, detentrice del controllo economico e dell'autorità sui figli, mentre la figura paterna era poco evidente. Alcune popolazioni preistoriche non avevano nemmeno un termine o simbolo per indicare il concetto di "padre", poiché non c'era consapevolezza del suo ruolo nella procreazione e nell'educazione dei figli. L'autorità paterna, se presente, era spesso attribuita allo zio materno, soprattutto dopo l'infanzia dei bambini.
Le società preistoriche sembrano caratterizzarsi per un coinvolgimento attivo sia degli uomini che delle donne nella vita familiare e comunitaria, con diritti paritari. Tuttavia, la capacità della donna di generare nuovi individui le conferiva un ruolo speciale, associato a credenze e rituali legati alla fertilità e alla magia, come ad esempio il culto della Luna.
Queste credenze e pratiche sembrano essere perdurate nel tempo, come suggerito dalle famose "veneri steatopigie", simboli di fertilità femminile nel Paleolitico.
La consapevolezza della paternità si sviluppa probabilmente nel Neolitico, quando gli uomini iniziano a comprendere il loro ruolo attivo nella procreazione e nell'assistenza alla famiglia. In questa fase, si forma il modello del nucleo familiare con due genitori, in cui la donna è vista come la procreatrice e l'uomo assume il ruolo di sostentatore della famiglia, contribuendo al reperimento di cibo e alla protezione del nucleo familiare, considerato fondamentale per la sopravvivenza e la stabilità sociale.
L’autorità paterna e il rapporto violento con i figli
Nel periodo tra il 5000 e il 4000 a.C., con l’emergere della consapevolezza del ruolo paterno, nasce l’archetipo della sua autorità. Il padre assume, quindi, un ruolo predominante all'interno della famiglia e della società. Oltre a essere l'autorità suprema, il padre ha anche il compito educativo e pedagogico di guidare e formare i suoi figli, preparandoli a diventare membri responsabili e produttivi della società.
Nella mitologia greca, il rapporto padre-figlio è spesso caratterizzato da tensioni e conflitti, come illustrato nel celebre dipinto di Francisco Goya "Saturno che divora i suoi figli".
Questo mito rappresenta il timore ancestrale dei padri di essere rovesciati dai propri figli, una preoccupazione che si rifletteva anche nella realtà sociale e politica dell'epoca. Tuttavia, nonostante questi momenti di violenza e discordia, esistevano anche legami di profondo affetto e riconoscimento sociale tra padre e figlio.
Il pater familias
Nell'antica Roma, la figura del padre, nota come "pater familias", rappresentava l'autorità suprema all'interno della famiglia estesa, che includeva moglie, figli, discendenti, parenti e persino schiavi. Il pater familias deteneva un potere totale su ogni aspetto della vita familiare, comprese questioni educative, religiose, economiche e politiche. Tuttavia, questo dominio non era privo di responsabilità, poiché il padre aveva il dovere di proteggere, istruire e educare i suoi figli, riflettendo un intreccio complesso tra autorità e paternità.
In entrambe le civiltà, il timore dei padri di essere uccisi dai propri figli era una realtà sempre presente, come dimostra l'episodio della morte di Cesare Augusto nella Roma antica, immortalato nel dipinto di Vincenzo Camucci "Morte di Giulio Cesare".
Padre Creatore
Dopo la decadenza dell'Impero Romano, il cristianesimo emerge come protagonista nelle società europee per molti secoli successivi, portando con sé un cambiamento radicale nella concezione della figura paterna. In questo contesto, il padre non è più solo il capofamiglia con autorità e potere, come era il pater familias dell'antica Roma, ma diventa anche un'immagine di divinità spirituale che guida l'uomo verso la salvezza. Il cristianesimo attribuisce al padre caratteristiche di amore e misericordia, oltre all'autorità, come evidenziato nelle confessioni di Sant'Agostino.
Con l'avvento del cristianesimo, si assiste a un'attenzione crescente verso i figli, che vengono finalmente posti allo stesso livello del padre. Il padre non è più l'immagine esclusiva di Dio sulla terra, né Dio è l'immagine esclusiva del padre in cielo; entrambe le realtà incorporano una nuova parità, ponendo il figlio sullo stesso piano del padre.
Il cristianesimo, quindi, si allontana dalle severità patriarcali e dalla potenza secolare del padre romano, delineando una nuova visione della famiglia e dei suoi ruoli. Si passa così dal padre-padrone a un padre affettuoso e misericordioso, che riflette gli insegnamenti e i valori cristiani.
Durante il Rinascimento, un periodo caratterizzato da un rinnovato interesse per l'arte e la spiritualità, artisti come Michelangelo hanno contribuito a consolidare e diffondere questa nuova visione della figura paterna. Attraverso opere d'arte come la Creazione di Adamo nella Cappella Sistina, Michelangelo ha rappresentato in modo eloquente il rapporto tra Dio padre e l'umanità, enfatizzando il momento divino in cui il Creatore infonde la vita nel suo primo uomo, Adamo. Questa rappresentazione non solo ha contribuito a consolidare l'immagine del padre come guida spirituale e misericordiosa, ma ha anche sottolineato l'importanza del legame tra Dio e l'umanità, che si riflette nel rapporto tra padre e figlio nell'ambito familiare.
Padre Breadwinner, Padre Assente
Durante l'età moderna, il ruolo del padre ha subito un processo di significative trasformazioni, in parte influenzato dai profondi cambiamenti socio-economici e culturali che caratterizzavano l'epoca. Inizialmente, il padre incarnava non solo il capofamiglia, ma anche una figura centrale nell'educazione e nello sviluppo dei figli. Questo periodo ha visto emergere un nuovo concetto di "famiglia", caratterizzato da un senso di coesione e vicinanza emotiva tra padre, madre e figli.
Tuttavia, con l'avvento dell'era industriale, il padre ha cominciato ad assumere principalmente il ruolo di "provider" o “breadwinner” – letteralmente colui che “vince il pane” –, ovvero colui che garantiva il sostentamento economico della famiglia attraverso il lavoro retribuito. Questo cambiamento ha portato a una graduale riduzione del coinvolgimento del padre nella sfera educativa e relazionale della famiglia, poiché la sua presenza fisica sempre più spesso era limitata dagli impegni lavorativi estenuanti e dai lunghi orari impiegati nell'ambiente di lavoro.
Durante il corso del XX secolo, tale tendenza si è accentuata ulteriormente, soprattutto in concomitanza con le due guerre mondiali. Molti uomini sono stati costretti ad abbandonare le loro famiglie per servire nell'esercito, lasciando le donne a gestire da sole le responsabilità familiari e l'educazione dei figli. Questo periodo ha contribuito a una ridefinizione dei ruoli di genere e a una maggiore autonomia femminile, poiché molte donne hanno dovuto assumere ruoli tradizionalmente considerati maschili per garantire il sostentamento delle loro famiglie.
Un esempio eloquente di questa riflessione sull'assenza del padre nella famiglia moderna è rappresentato dal progetto fotografico "Dads" di Camille Leveque, avviato nel 2014. Questo progetto presenta una serie di fotografie in cui il volto del padre è parzialmente rimosso attraverso l'uso del ritaglio e del collage. Tale tecnica permette a Leveque di creare un senso di vuoto e di assenza, trasformando l'assenza del padre in una presenza fisica distorta e frammentata. L'intento dell'artista è quello di materializzare l'assenza del padre, rendendo tangibile un'emozione astratta. Così facendo, "Dads" diventa una testimonianza visiva delle complessità e delle sfide legate alla paternità nell'era moderna – sottolineando, inoltre, quanto l'assenza paterna sia ancora un problema rilevante, anche nell'attualità.
Il mammo
Nell'attuale panorama sociale, la figura paterna sembra attraversare una fase di incertezza nei suoi tradizionali ruoli. I padri di oggi si trovano ad essere più presenti nella vita familiare ma anche confusi sulle direzioni da intraprendere. Questo fenomeno è il risultato della crisi del sistema patriarcale, che ha portato a una ridefinizione dei ruoli di genere e delle dinamiche familiari: con il crescente coinvolgimento delle donne nel mondo del lavoro e il maggiore impegno emotivo degli uomini nella sfera familiare, si è verificata una nuova distribuzione dei compiti e delle responsabilità. Questo scenario ha portato all'emergere di una figura paterna più confusa e indebolita nel suo ruolo guida verso il mondo esterno, tanto che alcuni studiosi hanno coniato il termine "mammo" per descriverla. Tuttavia, tale semplificazione giornalistica è stata oggetto di critica, in quanto tende a ridurre la complessità della paternità contemporanea a stereotipi antiquati.
Tra l'assenza del padre e il ruolo del "mammo", questa fotografia illustra gli ultimi apparenti passaggi dell'evoluzione di una figura che si colloca in un'area intermedia. La fotografia, datata circa al 2011, fa parte di una serie realizzata dal fotografo di Toronto Zun Lee. La scoperta tardiva nella vita di Lee della sua origine afroamericana, avvenuta in seguito alla nascita da una madre coreana, lo ha portato a riflettere sulle complessità dell'identità e sulla sua esperienza con le famiglie afroamericane cresciute nelle vicine basi militari in Germania. L'intervista di Lee del 2014 evidenzia il contrasto tra la narrazione del "padre nero assente" e la realtà delle famiglie afroamericane che ha conosciuto, caratterizzate da amore, presenza e solidarietà, sfidando gli stereotipi prevalenti.
Semplicemente papà
Il ruolo del padre va al di là delle mere relazioni biologiche o genetiche: è un'espressione di esistenza. Anche figure non legate da vincoli di sangue possono incarnare appieno la paternità, manifestando istinto protettivo, affetto, guida, e umanità. Oggi, la figura paterna non si identifica più con l'autorità rigida e il controllo, ma si evolve verso una presenza orizzontale, caratterizzata dall'amicizia e dalla complicità. Questa trasformazione, se da un lato ha portato ad una maggiore confusione di ruoli, dall'altro ha favorito una maggiore condivisione e comprensione tra genitori e figli. È un processo che coinvolge uomini e donne, chiamati a lavorare insieme per superare stereotipi e pregiudizi che limitano entrambi i sessi.
In questo contesto di cambiamento e crescita, la pittura "Warm Sun Warmer Love" di Vikrant Shitole offre uno sguardo commovente sul legame unico tra padre e figlio. Sedere sulle spalle paterne, sperimentando sia la paura di cadere che la fiducia incondizionata nel proprio genitore, rappresenta un simbolo tangibile di protezione e amore.
In occasione di questa giornata speciale, il 19 marzo 2024, riflettiamo su questo legame straordinario e su tutte le figure paterne che ci hanno guidato e sostenuto lungo il cammino. A tutti i papà – semplicemente papà – va il nostro più sentito ringraziamento e riconoscenza.
A cura di Sara Giovenzana