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Febbre Oropouche, primi 2 decessi confermati in Brasile. Un caso in Italia. Sintomi e prevenzione

Nel nostro Paese, poche settimane fa, in Veneto, diagnosticato il primo caso europeo

Febbre Oropouche, primi 2 decessi confermati in Brasile. Un caso in Italia. Sintomi e prevenzione
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In Brasile, il Ministero della Salute ha annunciato che due persone sono decedute nello stato di Bahia a causa della febbre Oropouche, segnando i primi decessi mondiali attribuiti a questa malattia.

Anche in Italia, poche settimane fa, nel giugno 2024, il dipartimento di malattie infettive tropicali dell’ospedale di Negrar nel veronese ha diagnosticato il primo caso in Europa di febbre Oropouche in una paziente che di recente aveva viaggiato nella regione tropicale caraibica.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, come prevenirla e a quali sintomi fare attenzione.

Febbre Oropouche: in Brasile i primi due morti al mondo

Secondo la Segreteria della Salute di Bahia, il primo decesso risale al 17 giugno 2024, si tratta di un uomo di 24 anni, residente a Valença. Il secondo decesso, avvenuto lunedì scorso, riguarda una donna. Il Ministero della Salute sta inoltre investigando un'altra possibile morte legata al virus nello stato di Santa Catarina.

I pazienti deceduti mostravano sintomi quali febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale, mialgia, nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. I sintomi si sono aggravati con la comparsa di macchie rosse e viola sulla pelle, emorragie, sonnolenza, vomito con ipotensione, gravi emorragie e un drastico calo dell'emoglobina e delle piastrine nel sangue.

Nel 2023 sono stati confermati 832 casi di febbre Oropouche, mentre nel 2024 i casi sono saliti a 7.236 in 16 stati, con un aumento del 770,19%. Inizialmente concentrati nel Nord del Paese, i contagi si sono poi diffusi anche in altre regioni. Fino ad oggi, la letteratura scientifica mondiale non aveva riportato decessi causati da questa malattia.

L'identificazione dei casi si è estesa a livello nazionale nel 2023, grazie alla disponibilità di diagnostica nella rete dei Laboratori centrali di sanità pubblica. La Pan American Health Organization (Paho) ha segnalato un aumento dei casi soprattutto negli stati di Amazonas, Acre e Roraima, che confinano con Bolivia, Colombia, Perù e Venezuela.

La Paho ha emesso un allarme epidemiologico venerdì scorso per avvisare i Paesi membri della possibilità di trasmissione del virus Oropouche dalla madre al bambino durante la gravidanza, attualmente in fase di indagine in Brasile. L'allerta raccomanda di intensificare la vigilanza per prevenire casi simili in altre nazioni, vista la circolazione del virus Orov e di altri arbovirus. L'organizzazione ha segnalato che una donna incinta a Pernambuco ha manifestato sintomi di febbre Oropouche alla 30ª settimana di gravidanza e, dopo la conferma dell'infezione, il feto è deceduto.

La delicata situazione in Veneto

Come accennato in Veneto si è registrato il primo caso europeo di febbre Oropouche, soltanto poche settimane fa. Ma la Regione italiana del nord-est è alle prese anche con Dengue e West-Nile.

A distanza di due mesi dal primo caso di Dengue a Rovigo, in provincia è stato rilevato un nuovo contagio. Il virus, infatti, sarebbe stato riscontrato in un giocatore di rugby della FemiCz. Proprio per questo motivo, le Amministrazioni comunali di Rovigo e Adria hanno deciso di mettere in atto una serie di disinfestazioni di zanzare, principale veicolo di trasmissione del virus Dengue, in alcune specifiche località dei due Comuni.

Come spiega l’Iss, la Dengue è causata da quattro virus molto simili ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare, che hanno a loro volta punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.

Negli scorsi giorni, a Padova, due anziani di 73 e 86 anni, sono stati ricoverati con meningite causata dal virus West Nile.

"Già da un paio di settimane - afferma il dottor Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 6 Euganea - era nota la presenza di zanzare infette nella parte sud del territorio regionale ed era quindi verosimile pensare che alcuni di questi esemplari potessero trasmettere la malattia a soggetti più fragili, che avrebbero poi manifestato dei sintomi".

Qui di seguito, ecco il videoservizio di Tv7, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:

Febbre Oropouche, cos'è. Sintomi e prevenzione

La febbre Oropouche è un'infezione virale tropicale diffusa da moscerini e zanzare, e prende il nome dalla regione di Oropouche, vicino al fiume omonimo a Trinidad e Tobago, dove il virus fu identificato per la prima volta nel 1955. Viene trasmessa principalmente attraverso la puntura di un insetto comunemente noto come moscerino (Culicoides paraensis). Può essere trasmessa anche dalla zanzara Culex quinquefasciatus.

I sintomi includono febbre improvvisa, mal di testa, rigidità alle articolazioni, dolori e fastidi e, in alcuni casi, fotofobia, diplopia (visione doppia), nausea e vomito persistente. I sintomi possono durare da cinque a sette giorni. Raramente, i casi gravi possono includere meningite asettica. La completa guarigione può richiedere diverse settimane. Al momento la morte è considerata un'evenienza rara.

Attualmente non esiste un trattamento specifico per l'Oropouche. La valutazione da parte di un professionista sanitario è fondamentale per la corretta gestione dei sintomi e dell'evoluzione della malattia. Poiché l'Oropouche presenta manifestazioni cliniche simili nelle persone infette alla dengue e ad altri arbovirus, è importante che i professionisti sanitari prendano in considerazione diagnosi differenziali e trattino i pazienti di conseguenza.

Le misure consigliate includono la protezione delle case con zanzariere a maglie sottili su porte e finestre, nonché letti e mobili dove le persone riposano; indossare indumenti che coprano gambe e braccia; applicare repellenti contenenti DEET, IR3535 o icaridina. Poiché i moscerini sono molto più piccoli delle zanzare, le zanzariere tradizionali non proteggeranno dalle loro punture.

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