Fa impazzire la vicina di casa poliziotta a suon di sesso: graziata con 200 euro di multa
Party libertini fino a tarda notte e performance rumorose a stento (o per nulla) trattenute dai muri del condominio
Due donne, due ventenni, due vicine di casa. Niente di più normale, all'apparenza. Eppure al contempo niente di più distante: una è una giovane poliziotta che la notte vuol dormire e vivere in serenità quando si trova a casa, l'altra invece una coetanea dalla vita un tantino più movimentata, barista di giorno e amante dei party libertini fino a tarda notte, protagonista di performance sessuali rumorose a stento (o per nulla) trattenute dai muri del condominio.
Praticamente inevitabile lo scontro, prima verbale e poi legale, fra le due. Certo, se ti vai a mettere contro una poliziotta... eppure la fragorosa vicina ha fatto spallucce e alla fine è stata pure "graziata": condannata sì, ma a pagare la simbolica ammenda di 200 euro per i suoi schiamazzi sessuali. Bruscolini, se confrontati coi 12mila euro che un imprenditore 34enne di Pavia s'era visto comminare nel 2015 in una causa intentata per lo stesso motivo...
Fa impazzire la vicina di casa poliziotta a suon di sesso
Succede nel centro di Pesaro, nelle Marche, in un complesso residenziale, il centro Direzionale Benelli in via Mameli, pensato come micro-comunità alla Le Corbusier, ma dove la socialità non si evoluta per nulla nel senso della pacifica convivenza come teorizzato da urbanisti e architetti.
Colpa delle pareti non abbastanza spesse o più semplicemente del carattere delle persone. Le due ragazze si scontrano prima verbalmente, ma nulla. Poi i dispetti, fino a quando la poliziotta si rivolge alla Magistratura e la storia fionisce i Tribunale, sulla base di un semplice principio:
"Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a euro 309", si legge nel codice penale.
Da quel dì, di tempo ne è passato. La agente aveva pure ritirato la querela e adesso le due donne non vivono più nemmeno vicine (pare la poliziotta abbia cambiato distaccamento della Stradale, l'altra addirittura città), ma la macchina della Giustizia ha proseguito inesorabile il suo percorso e ora è scattata la condanna-farsa. Ma il bello è che (forse) la vicenda non è neppure finita: l'avvocato della barista ha, infatti, deciso di attendere le motivazioni della sentenza per fare ricorso e puntare a ottenere addirittura l'assoluzione.