Una giornata tra arte e impegni istituzionali per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita a Firenze, mercoledì 29 ottobre 2025. In mattinata il capo dello Stato ha visitato la mostra dedicata al Beato Angelico a Palazzo Strozzi, accolto dalla sindaca Sara Funaro e dal presidente della Regione Eugenio Giani.
Nel pomeriggio, Mattarella ha preso parte alla riunione del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, ospitata a Palazzo Corsini dalla Banca d’Italia. All’incontro, presieduto dalla numero uno della BCE Christine Lagarde, erano presenti i principali esponenti dell’istituto europeo, il governatore di Bankitalia Fabio Panetta e diverse autorità economiche e finanziarie italiane.
La giornata si è conclusa con un discorso del Presidente della Repubblica, che ha toccato i temi dell’integrazione europea, delle sfide globali e del ruolo della BCE in un contesto internazionale sempre più complesso.
L’euro come simbolo dell’unità europea
Mattarella ha aperto il suo intervento sottolineando il valore simbolico e concreto dell’euro e della Banca Centrale Europea nel processo di integrazione europea.
“L’euro – insieme alla Banca Centrale Europea che ne tutela la stabilità – è uno dei simboli più tangibili del percorso d’integrazione del nostro continente”, ha ricordato il Presidente, definendo il passaggio alla moneta unica “un atto di coraggio e visione” che, a distanza di oltre venticinque anni, “ha dimostrato di essere stato premiato. Ne sono consapevoli i cittadini dei Paesi europei che vi hanno aderito: hanno visto tutelato il potere d’acquisto dei loro redditi e dei loro risparmi. Lo avvertono le rispettive economie, in grado di contare su una valuta affidabile e riconosciuta a livello internazionale.”
Il capo dello Stato ha riconosciuto il ruolo della BCE nel proteggere il potere d’acquisto dei cittadini e nel garantire stabilità economica:
“La BCE ha assolto con successo il proprio mandato, anche nei momenti più difficili, operando con indipendenza, responsabilità e integrità al servizio dei cittadini europei”.
Mattarella ha quindi espresso un “convinto apprezzamento” per Christine Lagarde e per i membri del Consiglio direttivo, che negli ultimi anni hanno dovuto affrontare sfide straordinarie come la pandemia, la crisi energetica seguita alla guerra in Ucraina e l’impennata dell’inflazione.
Le sfide globali e il cambiamento dell’ordine mondiale
Nel suo discorso, il Presidente ha allargato lo sguardo al contesto internazionale, ricordando che dal 1998, anno di nascita della BCE, “il mondo è profondamente cambiato”.
Ha citato l’emergere di nuove potenze globali, i conflitti e le tensioni geopolitiche, nonché le dispute commerciali che “stanno scuotendo l’ordine internazionale e mettendo in crisi il sistema multilaterale costruito dopo la Seconda guerra mondiale”.
“Quel sistema – ha ammonito – va aggiornato per adattarlo alle condizioni del mondo di oggi, ma deve essere assolutamente salvaguardato, perché ha permesso di affrontare e spesso risolvere crisi globali di grande portata.”
Mattarella ha quindi avvertito del rischio che “un diffuso senso di incertezza e insicurezza” nei Paesi occidentali possa portare a “scelte errate e alla perdita di valori che consideravamo acquisiti”.
“L’Europa non può restare ferma”
Il Presidente ha poi rivolto l’attenzione all’Unione Europea, riconoscendo i progressi compiuti negli ultimi decenni, ma evidenziando anche i limiti attuali del progetto comune.
“Permane quella che Carlo Azeglio Ciampi definì una condizione di zoppìa dell’Unione: l’asimmetria tra una moneta unica e una politica economica e fiscale ancora frammentata.”
Mattarella ha spiegato come la BCE si trovi a operare in un quadro unico tra le grandi banche centrali mondiali:
“Agisce in un contesto in cui coesistono venti Stati – presto ventuno – con politiche di bilancio differenti, normative non armonizzate e mercati finanziari ancora prevalentemente nazionali.”
Per questo motivo, il capo dello Stato ha esortato a rafforzare l’integrazione politica ed economica del continente:
“La mancanza di un’azione comune adeguata indebolisce tutti. Si traduce in una minore capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini e in una perdita di rilevanza internazionale. Non possiamo permettercelo.”
Risorse, valori e visione comune
Mattarella ha ricordato che l’Europa dispone di “risorse umane e materiali straordinarie” e che deve saperle utilizzare per restare protagonista nel mondo.

Ha citato i pilastri del modello europeo – democrazia, libertà, stato di diritto e protezione sociale – come elementi da difendere e potenziare, non solo all’interno dell’Unione ma anche come contributo a un ordine internazionale fondato sulla pace e sulla dignità umana.
“L’Europa rimane un baluardo di democrazia e libertà fondamentali. Ha il dovere di contribuire alla costruzione di un ordine mondiale più giusto e pacifico.”
Il Presidente ha ricordato anche l’impegno dell’Unione nello sviluppo di reti di libero scambio con diverse aree del mondo, dal Nord America all’Asia, “creando interessi comuni e obiettivi condivisi, la base più solida per la pace, come insegna la storia”.
“È urgente accelerare”
Nella parte finale del discorso, Mattarella ha lanciato un appello a recuperare lo spirito fondativo dell’Europa:
“Occorre ritrovare lo slancio e il coraggio che animarono i grandi passaggi istituzionali fino all’adozione dell’euro. È urgente accelerare.”
Ha quindi invitato i leader europei a trasformare in realtà gli strumenti già noti per completare l’unione politica ed economica, citando anche il riferimento simbolico fatto da Christine Lagarde a Giovanni de’ Medici e Machiavelli nel suo intervento:
“Occorre realizzarli con determinazione e in tempi certi, per accrescere l’integrazione del continente e ridare fiducia ai cittadini.”
BCE, clima ed energia: le nuove sfide
Il Presidente ha poi riconosciuto il ruolo della Banca Centrale Europea nel considerare le implicazioni del cambiamento climatico e della transizione energetica all’interno delle proprie strategie:
“Avete piena consapevolezza dell’esigenza di agire con decisione e tempestività, e di diffondere questa consapevolezza tra governi e istituzioni. Sono certo che continuerete a operare con la stessa determinazione, consapevoli del contributo che la vostra azione reca alla causa dell’Europa e a quella di un ordine internazionale più equo e sostenibile.”
