Dopo 51 giorni in rianimazione

Elia, morto a due anni per un formaggio contaminato. SEU: come prevenirla e in quali regioni ci sono più casi

L’alimento, contaminato da escherichia coli, ha portato il piccolo a contrarre la sindrome emolitico-uremica (Seu)

Elia, morto a due anni per un formaggio contaminato. SEU: come prevenirla e in quali regioni ci sono più casi
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Elia, due anni appena, è morto per aver ingerito un formaggio prodotto con latte crudo: l’alimento, contaminato da escherichia coli, ha portato il piccolo a contrarre la sindrome emolitico-uremica (Seu). Il dolore del padre affidato ad un post sui social:

"Non dovrà succedere mai più a nessun bambino, questa sarà la mia battaglia".

Muore a due anni per formaggio contaminato

Il 21 maggio 2024, il padre di Elia, con un post Facebook, rendeva noto che il suo bimbo non ce l'aveva fatta:

"Il piccolo Elia è riuscito a scappare dalla rianimazione, non dalla porta però, dalla fottuta porta di ferro davanti alla quale passavamo le giornate insieme alla mamma aspettando notizie. No, lui ha approfittato di un refolo d'aria e una finestra socchiusa ed è volato via in una nuvola. È bastata una distrazione e ha fregato tutti, adesso ci guarda beffardo per fare gli scherzetti."

Il calvario è iniziato ad aprile: la corsa al Gaslini di Genova dopo aver mangiato il formaggio contaminato, durante un soggiorno in montagna. 51 interminabili giorni di rianimazione, poi il decesso. Gli organi colpiti, il cervello compromesso, e il coma. Al funerale, svoltosi ad Arenzano dove vive la famiglia di Elia - che ora vuole battersi per una maggior chiarezza nelle etichette dei prodotti caseari a latte crudo - i parenti sono stati abbracciati da un'intera comunità.

"Sembra banale ma certe cose quando succedono cambiano per sempre la vita, e questo stupido acronimo: SEU, ha cambiato quella del mio piccolino, la mia quella, della mamma, dei nonni, fratelli, zii e quella di tutte le persone che hanno avuta la fortuna di vederlo correre nel vicolo e in passeggiata nei suoi splendidi due anni e mezzo . Vorrei che quanto scritto possa mettere in guardia i genitori dai rischi della SEU per tutti i bambini", scriveva il padre sui social, mentre Elia, ancora, lottava per la vita.

Cos'è la SEU

L’Istituto Superiore di Sanità spiega che "nella sua forma tipica (circa l’85% dei casi), la Seu rappresenta la più grave complicanza di un’infezione intestinale batterica, sostenuta da ceppi di Escherichia coli produttori di una potente tossina detta Shiga-tossina o vero-citotossina. L’infezione si trasmette principalmente per via alimentare".

La Seu è spesso caratterizzata dalla comparsa di tre sintomi: anemia emolitica, trombocitopenia e insufficienza renale (a causa della quale molto spesso i pazienti colpiti devono ricorrere alla dialisi). E ha un notevole impatto sanitario poiché è causa di mortalità prematura.

Nella SEU, i bambini manifestano innanzitutto vomito e diarrea. Spesso la diarrea contiene sangue.

"Il decorso della Seu - continua il portale dell'Iss - può essere rapido per cui è importante intervenire molto tempestivamente ricorrendo a centri ospedalieri di riferimento specializzati (reparti di nefrologia, dialisi, pediatrie)".

Il registro italiano

Il Registro Italiano Sindrome Emolitico Uremica (SEU) raccoglie informazioni sui casi di malattia che si verificano in Italia, registrando informazione sui pazienti, sulle caratteristiche cliniche della malattia e sulle cause. Il Registro fa capo alla Società Italiana di Nefrologia Pediatrica (SiNePe), in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). La registrazione dei casi è sistematica e continuativa. I casi di malattia sono prevalentemente segnalati dai centri di nefrologia pediatrica e dell’adulto che partecipano alla sorveglianza, attraverso il Sistema informativo del Registro SEU (ISSEU).

In Italia tra il 1 luglio 2022 e il 30 giugno 2023 sono stati registrati 73 casi di SEU. I pazienti con SEU provenivano da 16 Regioni (per un caso l’informazione non era disponibile), mentre per quattro casi la malattia si è manifestata al rientro da un viaggio all'estero.

I valori più elevati sono stati riscontrati in Abruzzo con 1,8 casi di SEU per 100.000, sebbene la maggioranza dei casi sia stata registrata in Campania e in Emilia-Romagna (10 casi). Negli ultimi 12 mesi, le Regioni in cui il tasso di segnalazione dei casi di SEU era superiore alla media nazionale comprendevano Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, P.A. Bolzano, Piemonte, Puglia, Sardegna e Veneto.

Come si trasmette e prevenzione

La trasmissione all’uomo avviene:

  • per via alimentare attraverso il consumo di alimenti contaminati (carni contaminate poco cotte o non sottoposte ad adeguata cottura, latticini non sottoposti a pastorizzazione o ad altri trattamenti termici, acque contaminate, ortaggi, frutti e altri alimenti e ingredienti contaminati) per contatto diretto con le specie animali serbatoio (ruminanti)
  • per contatto con un ambiente contaminato (per esempio le acque di balneazione)
    per via oro-fecale da persona a persona, specialmente nei contesti comunitari (scuole, centri ricreativi) e in famiglia.

Per questo motivo è necessario:

  • sottoporre ad adeguata cottura gli alimenti destinati ai bambini piccoli, evitare il consumo di carne poco cotta, specialmente se macinata, e di latte non pastorizzato o suoi derivati (come formaggi freschi da latte non pastorizzato)
  • evitare la contaminazione secondaria di alimenti pronti per il consumo, come le insalate, con carne cruda (per esempio usando lo stesso coltello o lo stesso tagliere)
  • evitare il contatto con le feci dei ruminanti e con acque e suolo contaminati
  • non utilizzare per scopi alimentari acque di pozzo o di serbatoio
  • come per altre infezioni intestinali, è opportuno allontanare le persone con diarrea, soprattutto bambini, dalle comunità fino alla risoluzione dell’episodio. Qualora si abbia un caso di infezione intestinale da STEC, soprattutto se si tratta di un bambino, sia il paziente che i suoi familiari devono osservare attente norme igieniche.

Le normali operazioni di pulizia ambientale e di igiene personale (il lavaggio delle mani) sono in genere sufficienti a evitare la diffusione dell’infezione. In caso di diarrea causata da infezione da STEC è necessario uno stretto monitoraggio delle condizioni del bambino/paziente per cui è indispensabile rivolgersi ad un pediatra, medico, pronto soccorso.

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