Cifra astronomica

Ecco quanto ha risparmiato l'Inps nel 2020 per via delle morti Covid

Erogati ben 1,1 miliardi di euro di pensioni in meno. E gli effetti del virus si faranno sentire ancora per i prossimi dieci anni.

Ecco quanto ha risparmiato l'Inps nel 2020 per via delle morti Covid
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Nel 2020 l’Inps ha risparmiato 1,1 miliardi di euro per le pensioni. Secondo un rapporto, la causa è l’eccesso di mortalità a causa del Covid: il 96,3% della mortalità del 2020 ha riguardato persone over 65 anni pensionate (in copertina, le bare disposte nella chiesa di Seriate, a Bergamo, durante la prima ondata di contagi nella primavera 2020). La Uil ha chiesto che i risparmi vengano utilizzati per pensionati in difficoltà.

Morti Covid: ecco quanto ha risparmiato l'Inps in un anno

Lo abbiamo sentito dire migliaia di volte: di Covid muoiono principalmente gli anziani. Che senza dubbio sono nella maggior parte dei casi (se non nella totalità) pensionati.

"Il 96,3% dell’eccesso di mortalità registrato nel 2020 — si legge nel rapporto dell'Inps — ha riguardato persone con età uguale o superiore a 65 anni, per la quasi totalità pensionate. Considerando per compensazione l’erogazione delle nuove reversibilità, si quantifica in 1,11 miliardi il risparmio, tristemente prodotto nel 2020 dal Covid a favore dell’Inps, e in circa 11,9 miliardi la minor spesa nel decennio".

E dunque, l'eccesso di mortalità in età avanzata per Covid ha prodotto un "effetto collaterale" sui conti dell'Inps. E  secondo le stime effettuate nel Rapporto di Itinerari previdenziali, l'effetto risparmio per le casse dell'ente pensionistico continuerà almeno per i prossimi dieci, stimato in circa 12 miliardi di euro.

Uil: "Grazie ai risparmi, estendere la 14esima"

“Il drammatico impatto del Coronavirus sulla mortalità degli anziani ha prodotto un risparmio rilevantissimo per le casse dell’Inps. Secondo i dati di Itinerari previdenziali sono circa 1,11 miliardi nel 2020 e 11,9 miliardi di euro nel decennio. Un risparmio significativo che non viene evidenziato tanto quanto solitamente si fa sul versante dei costi”.

Così Domenico Proietti, segretario confederale Uil e Carmelo Barbagallo, segretario generale dei pensionati della confederazione, commentano i risultati del Rapporto di Itinerari previdenziali.

“Questo dato rende più che mai realizzabile quello che la Uil e la Uilp propongono da tempo in merito alla necessità di adeguare le pensioni in essere sia recuperando il montante perso in tanti anni di blocco delle rivalutazioni sia con un potenziamento ed estensione della quattordicesima mensilità per le pensioni fino a 1.500 euro”.

Pensionati in crescita

I pensionati in Italia sono all'incirca 16 milioni, incrementati di poco (circa seimila unità) nel 2020.  Un incremento  inferiore alle attese per l’entrata in vigore di quota 100 e per la conferma di altri provvedimenti di anticipo pensionistico come l’Ape sociale e Opzione donna e in parte per la cancellazione di molte prestazioni a lunga decorrenza per effetto della pandemia.

Del conto fanno parte anche le cosiddette baby pensioni, che all'inizio del 2021 risultavano essere   476.283  liquidate da oltre 40 anni. Nel dettaglio, si tratta di prestazioni del settore privato, fruite sia da lavoratori dipendenti che autonomi, di cui 343.064 donne (l’81,1%) e 79.945 (il 18,9%) uomini, e di 53.724 pensione fruite da dipendenti pubblici, di cui 36.372 (il 68,3%) donne e 16.902 (il 31,7%) uomini.

Fino a quando il sistema sarà sostenibile?

Ma fino a quando il sistema sarà sostenibile? E' un argomento di cui si sente parlare molto spesso, e che genera non pochi timori. Il giorno in cui l'Inps non sarà più in grado di erogare le pensioni - ammesso che arrivi mai - saranno guai grossi per il Paese.  Il presidente del Centro studi Itinerari previdenziali Alberto Brambilla traccia un quadro tutto sommato tranquillo, ma invita a non sedersi sugli allori.

"A oggi il sistema è sostenibile e lo sarà anche tra 15 anni nel 2035 quando le ultime frange dei baby boomer nati dal dopoguerra al 1980 in termini previdenziali assai significative data la loro numerosità si saranno pensionate. Servono però interventi mirati per evitare distorsioni a partire dall’aumento dell’età pensionabile perché quella effettiva in Italia è di 62 anni contro i 65 della media europea – e il dibattito politico si è concentrato in questi anni soprattutto sull’anticipo – e soprattutto politiche attive per invertire la rotta che vede la quasi totalità della spesa pubblica indirizzata verso i sussidi e l’assistenzialismo".

Il rapporto Inps però  non lascia tranquilli, fotografando un pericoloso aumento del costo delle prestazioni sociali, che nel 2020 sono costate  510,258 miliardi, 22 in più dell'anno precedente. Sul totale sono ben 4,1 milioni le pensioni assistenziali (invalidità, accompagnamento, pensioni sociali).

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