E se il virus Oropouche si trasmettesse anche sessualmente? La scoperta italiana
Giunto in Europa quest'estate, è responsabile di due decessi in Brasile, dove è endemico, e ha causato circa 10.000 infezioni nel mondo, di cui cinque in Italia, tutti casi importati
Una scoperta che potrebbe rivelarsi importante, sul virus Oropouche, arriva dall'Italia. Precisamente da Verona. AlDipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell'IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar ha isolato per la prima volta il virus Oropouche (OROV) nel liquido seminale di un viaggiatore italiano di ritorno da Cuba, infettato oltre due settimane prima.
E ora i ricercatori si chiedono se, al contrario di quanto creduto finora, il virus non potrebbe essere trasmesso anche sessualmente e non, esclusivamente, a seguito di una puntura di insetto.
Virus Oropouche isolato nel liquido seminale a Negrar
L’Oropouche, giunto in Europa quest'estate, è responsabile di due decessi in Brasile, dove è endemico, e ha causato circa 10.000 infezioni nel mondo, di cui cinque in Italia, tutti casi importati.
Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’IRCCS di Negrar, ha dichiarato:
“Questa scoperta suggerisce la possibilità di una trasmissione uomo-uomo, mai osservata prima. Anche se il rischio per l'Italia è attualmente molto basso, ulteriori studi sono essenziali per prevenire eventuali rischi futuri”.
Come spiega Prima Verona, conosciuto come "febbre del bradipo" o "virus della pigrizia", l'Oropouche causa febbre improvvisa, dolori muscolari e articolari, e mal di testa intenso. Circa il 4% dei casi può sviluppare complicanze neurologiche, come infiammazioni del midollo spinale e del cervello. Questa infezione tropicale viene trasmessa tramite la puntura di zanzare o moscerini infetti.
La scoperta
La ricerca, pubblicata sulla rivista Emerging Infectious Diseases del CDC americano, apre nuovi scenari per la salute pubblica, suggerendo che il virus potrebbe essere trasmesso anche per via sessuale, oltre che attraverso insetti vettori.
“Finora sapevamo che il virus si diffondeva solo tramite punture di insetti. L’ipotesi che possa avvenire una trasmissione sessuale è un segnale di allarme da non sottovalutare", ha spiegato Gobbi, aggiungendo che, sebbene non siano stati ancora documentati casi di trasmissione diretta tra esseri umani, è cruciale continuare a monitorare la situazione, soprattutto in Italia, dove sono stati registrati cinque casi importati.
Gobbi ha inoltre sottolineato l'importanza di studi ulteriori, anche in considerazione dei cambiamenti climatici e dell’aumento degli spostamenti internazionali, per confermare questa ipotesi e tenere sotto controllo la diffusione dell'infezione, soprattutto tra le persone più vulnerabili.
La malattia
La febbre Oropouche, causata dall'omonimo virus scoperto nel 1955 in un lavoratore di Trinidad e Tobago, è diffusa principalmente nella regione amazzonica ed è trasmessa da moscerini e zanzare, come il culicoides paraensis e la zanzara culex quinquefasciatus, che si trovano in tutto il continente americano", spiega Concetta Castilletti, responsabile dell’Unità di Virologia dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria e co-autrice della ricerca.
“I sintomi della febbre Oropouche si manifestano in genere tra 3 e 8 giorni dalla puntura dell’insetto vettore, e sono molto simili a quelli di altre febbri virali tropicali, come la dengue o il virus Zika", ha aggiunto Gobbi. "Febbre alta, mal di testa, dolori articolari, nausea e vomito sono comuni, e in alcuni casi si possono verificare complicazioni neurologiche come meningite o encefalite. Nel 60% dei casi, i sintomi possono ripresentarsi in forma più lieve dopo la fase acuta, anche a distanza di settimane".
Quasi 10.000 casi in otto Paesi
Secondo un aggiornamento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), da gennaio a settembre 2024 sono stati registrati quasi 10.000 casi di infezione da Oropouche in otto Paesi: Bolivia, Brasile, Canada, Colombia, Repubblica Dominicana, Cuba, Perù e Stati Uniti. In Brasile si sono verificati due decessi, un caso di encefalite e diversi casi di trasmissione del virus durante la gravidanza, con conseguenti morti fetali e anomalie congenite.
"È fondamentale approfondire la conoscenza di questo virus, che finora è stato poco studiato", ha spiegato Castilletti. "Abbiamo immediatamente messo il virus a disposizione di importanti laboratori italiani e internazionali, tra cui l'Istituto Superiore di Sanità, l'Istituto Spallanzani di Roma, e centri di ricerca in Belgio e Olanda".
Infine, Castilletti ha sottolineato l'importanza di condurre studi per verificare se le zanzare e i moscerini presenti in Europa possano essere vettori del virus, aggiungendo che è già in corso una collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità per monitorare questa possibilità.