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E se a scrivere la legge per regolamentare ChatGTP fosse proprio lei? L'esperimento di Regione Lombardia

Presentata in conferenza stampa dal consigliere dem Astuti la bozza depositata a cura del sistema di AI, con annesse riflessioni sul tema

E se a scrivere la legge per regolamentare ChatGTP fosse proprio lei? L'esperimento di Regione Lombardia
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E se a scrivere una proposta di legge per regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale ChatGTP – al momento bloccata in Italia dal garante della Privacy – fosse proprio ChatGTP? E’ quanto accade in Lombardia, all’ombra del Pirellone, dove – nella giornata di ieri, 4 aprile 2023 - è stato depositato un disegno di legge, farina del sacco dello strumento di intelligenza artificiale, dal gruppo regionale della Lombardia del Pd; insieme a un altro proposto sullo stesso tema dai consiglieri dem con l'aiuto del docente dell'Università Carlo Cattaneo Luca Mari.

Una "provocazione" l'ha definita il consigliere Pd Samuele Astuti durante la conferenza stampa organizzata per presentare i punti racchiusi nelle due proposte (quella “umana” e quella “robotica) con l’obiettivo non soltanto di regolamentare al più presto questi dispositivi, ma anche di aprire un dibattito regionale e nazionale.

"Prima volta nella storia dell'umanità in cui si dialoga con altre specie"

A Luca Mari, professore ordinario presso la scuola di ingegneria della Università Cattaneo – LIUC, il compito di presentare ChatGTP in tutte le sue complessità e potenzialità nell’ambito della conferenza stampa. Il docente ha mostrato un dialogo avvenuto con la macchina e le considerazione che ne ha tratto, a partire dal fatto che tutto sia nuovissimo, e che siamo nel campo dell’analisi e delle ipotesi:

“Non è interessante quello che sa, ma come interagisce con noi. Parla un ottimo italiano nonostante non le abbiano insegnato la grammatica, ha imparato come i bambini. E’ la prima volta nella storia dell’umanità in cui possiamo parlare, dialogare in maniera così ricca, con un’entità che non è della nostra specie. Asserzione forte, ma difficilmente smentibile.”

Mari ragiona anche su un’altra domanda che in molti si pongono circa ChatGPT:

“Capisce o simula? E’ intelligente o simula intelligenza? Ma la domanda è mal posta. E’ come chiedersi se i sottomarini possono nuotare. E’ importante sapere se pensano davvero? Se provano emozioni davvero? Se funzionalmente si comportano “come se” nelle prime fasi del percorso potrebbe essere già sufficiente.”

E ancora:

“Ricordiamoci che i chatbot non sono i primi sistemi di intelligenza artificiale (pensiamo alle reti neurali). Eravamo abituati a sistemi che facevano benissimo una sola cosa, qui siamo più vicino a un concetto di “intelligenza generale”. Spesso commettono errori banali, hanno bisogno di enormi quantità di dati per imparare, non hanno responsabilità individuale, non hanno senso della morte. Non sorprende che la nostra società non sia pronta e che le regole che abbiamo usato per 5mila anni non siano adatte a questa nuova convivenza, quindi porsi delle domande è una buona idea.”

Astuti: "La proposta di legge scritta da ChatGTP"

E la volta del consigliere regionale dem Samuele Astuti, che ha fortemente voluto questo momento di riflessione finalizzato a stimolare una regolamentazione, ma anche a scoprire questa nuova “entità” rivoluzionaria. Astuti ha ribadito la necessità di stimolare un dibattito che deve essere anche nazionale ed europeo.

Samuele Astuti

E racconta di come è nata la provocazione di far redigere alla stessa ChatGTP il disegno di legge per regolamentarla:

“Nella norma che avevamo presentato tempo fa, avevamo quattro obiettivi. Rendere chiaro il tema delle responsabilità, su chi ricade, ovvero chi risponde di ciò che la macchina dice. La trasparenza: quando io interagisco con lei mi sia chiarito che sto parlando con AI e quanto è importante che vengano esplicitate le fonti di informazioni a cui attinge. Privacy ed infine il limitare eventuali derive razziste dato che spesso attinge da testi “umani”. Aggiungiamo anche un quinto tema: su quali sono i lavori che non possono e non devono essere fatti da AI.”

Ed è così che è stato chiesto alla stessa ChatGTP di scrivere una legge regionale che regolamenti l’uso dell’AI:

“L’ha scritta e ha centrato tutti i temi, tranne quello della privacy dove è stata più vaga. Una provocazione interessante che ha portato ad una struttura corretta”, ha puntualizzato Astuti.

Verso una regolamentazione europea

E’ stato poi il turno del capodelegazione italiano dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo Brando Benifei, in collegamento dagli States proprio perché al lavoro su una serie di confronti su tanti temi relativi all’AI, a partire da cosa sia e come definirla. Benifei chiarisce che anche l’Europa è al lavoro per un regolamento teso a mettere ordine sul tema.

Questo regolamento, per come è stato immaginato dall’Europa, è centrato sugli utilizzi, ha spiegato il dem che sostiene che fra un mesetto la discussione finirà e poi si arriverà ad una bozza che andrà negoziata con gli stati membri:

“Capire dove regolare più severamente e, invece, nei contesti a basso rischio lasciare più libertà.”

Benifei spiega che al momento vi sono anche dei divieti netti: come la sorveglianza biometrica negli spazi pubblici (ovvero telecamere a riconoscimento facciale che possono sostanzialmente ricostruire ogni nostra giornata) o la polizia predittiva, che sembra un concetto uscito dal celebre film Minority Report, invece ne stiamo parlando seriamente. Per chi si stesse chiedendo di cosa stiamo parlando: si tratta di un sistema di analisi che tende alla creazione di modelli predittivi sulla verificazione di crimini basato su teorie criminologiche.

Presente alla conferenza stampa anche il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino:

"Siamo di fronte a una grande rivoluzione, un salto d'epoca che ci vede coinvolti - ha affermato - non è un aspetto della vita contemporanea che possiamo ignorare e pensiamo che pure la Lombardia debba porsi questa domanda".

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