E' già allarme siccità: servono 50 giorni di pioggia per recuperare, ma non piove...
Legambiente chiede un aiuto al Governo Meloni e delinea otto punti per una strategia idrica
Ve la ricordate la scorsa estate con l'allarme siccità? Beh, la prossima potrebbe addirittura essere peggio. Perché anche quest'anno la situazione dovrebbe essere simile, e con il deficit accumulato in passato le riserve potrebbero essere presto a rischio. Servirebbero, secondo i calcoli degli esperti, cinquanta giorni di pioggia per recuperare...
E' già allarme siccità in gran parte d'Italia
In questi giorni si torna a parlare di siccità. Le situazioni potenzialmente più critiche sono quelle di Piemonte e la Valle d'Aosta, ma anche il delta del Po e parte del Nord-Est non ridono.
Basti vedere la percentuale di riempimento dei maggiori bacini lacustri del Nord Italia:
- Lago di Garda al 35%
- Lago d'Iseo 15,7%
- Lago Maggiore 38%
- Lago di Como 20%
Questi i dati aggiornati anche del livello idrometrico: la quota superiore quest'anno è di 44 centimetri, nello stesso periodo dell'anno scorso erano 104 (quindi l'acqua era 60 centimetri più alta!), mentre si arrivava a 128 e 127 addirittura negli anni precedenti. Infatti emergono isolotti al Lago di Garda anche penisole.
Anche Venezia in questi giorni è a secco e hanno fatto il giro del mondo le immagini dei turisti spaesati dall'insolita situazione durante il Carnevale.
Al Centro-Sud la neve è caduta in modo abbondante: nelle Marche, in Campania e poi verso Calabria e Sardegna si sono verificate precipitazioni importanti.
Servono cinquanta giorni di pioggia, ma...
Pensare di risolvere la questione è pura utopia, ma quantomeno la speranza è quella di ridurre le criticità. Massimiliano Pasqui, climatologo e ricercatore del Cnr, intervistato dal Corriere, ha ipotizzato cosa potrebbe accadere e soprattutto cosa sarebbe necessario. Occorrerebbe, a detta dell'esperto, una pioggia costante ma non troppo intensa per un periodo di una cinquantina di giorni.
La zona che necessiterebbe di un maggiore aiuto dal cielo è quella del Nord Ovest, dove sarebbe necessario recuperare almeno 500 millimetri d'acqua, mentre nel resto del Nord Italia la situazione è comunque difficile ma meno critica.
Come è facile intuire questo recupero è praticamente impossibile. Il ristoro, secondo Pasqui, può avvenire sì, ma in un periodo decisamente più lungo e potrebbe servire almeno un anno per risanare le situazioni più critiche.
La primavera in arrivo dovrebbe portare un quantitativo in linea con la normalità, che se da un lato è una notizia positiva dall'altro invece non aiuterà a colmare il gap accumulato in passato.
Le cause della siccità
Secondo l'esperto la siccità è dovuta a un insieme di concause. Le prime - a livello globale - vanno ricondotte alla forte anomalia climatica presente nel Pacifico. A livello locale si è registrato invece un innalzamento delle temperature nel Mediterraneo e delle irregolarità nell’area oceanica atlantica.
Chi risente della siccità
I problemi sono molteplici e avevamo già iniziato a sperimentarli qualche mese fa, anche se ultimamente ce ne eravamo un po' dimenticati: si va dalle ripercussioni sull’agricoltura, con riduzione e alterazione delle coltivazioni, alle problematiche sanitarie legate all’acqua potabile e alla sua distribuzione. A risentirne è anche la produzione di energia idroelettrica, ridotta di un terzo.
L'allarme di Legambiente e gli otto punti per il Governo
A lanciare l'allarme è anche Legambiente, che definisce "preoccupante la carenza di neve, con il 53% in meno sull'arco alpino, e in particolare il bacino del Po, con un deficit del 61%", secondo i dati di Cima Research Foundation.
L'associazione ambientalista ha lanciato dunque un appello al Governo Meloni, indicando le priorità per una strategia nazionale idrica. Ecco gli otto punti suggeriti da Legambiente:
- favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare;
- prevedere l'obbligo di recupero delle acque piovane con l'installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano;
- in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini;
- interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione;
- implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie;
- riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti;
- utilizzare i criteri minimi ambientali nel campo dell'edilizia per ridurre gli sprechi;
- favorire il riutilizzo dell'acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti; introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.