Ducati Motor Holding ha confermato ufficialmente il richiamo di sicurezza 25V570, che interessa alcuni modelli delle Panigale V4 e Streetfighter V4.
Il difetto, di natura strutturale, riguarda il mozzo posteriore, una componente fondamentale per la stabilità della moto, e potrebbe potenzialmente compromettere la sicurezza di chi guida.
Quante moto sono coinvolte nel richiamo Ducati?
Secondo quanto comunicato dall’azienda sono 14 i casi accertati a livello mondiale (11 segnalati dagli utenti e 3 emersi durante controlli interni Ducati). Un numero decisamente ridotto, se si pensa alla diffusione delle moto in questione, ma ciononostante la Casa bolognese ha scelto la via della massima precauzione: il richiamo riguarda circa 6.400 moto solo in Italia.
Multistrada V4 Pikes Peak e Diavel V4 non sono interessate dall’operazione, in quanto non hanno mai manifestato il problema.
Cosa devono fare i proprietari delle moto interessate?
Ducati ha già notificato i proprietari tramite l’app Ducati.
Chi avesse dubbi può comunque verificare se la propria moto rientra nel richiamo inserendo il numero di telaio (VIN) sul sito ufficiale Ducati, cliccando qui.
Ducati avvisa che è fortemente raccomandato non utilizzare la moto fino alla sostituzione del mozzo posteriore, un intervento che dura circa 90 minuti e che viene effettuato gratuitamente presso le officine autorizzate Ducati.
Cause del problema
Le analisi hanno rilevato che i casi segnalati presentano alcune condizioni comuni:
- chilometraggi elevati,
- coppie di serraggio non ottimali,
- utilizzo frequente su strade trattate con sale.
Tuttavia, Ducati sottolinea che queste variabili non spiegano del tutto l’origine del difetto e che il problema non è collegato alle prestazioni o alla potenza erogata dai modelli V4.
Modelli Ducati interessati dal richiamo 25V570
Ecco l’elenco completo dei modelli coinvolti:
- Panigale V4 (2018–2024)
- Panigale V4 S (2018–2024)
- Panigale V4 R (2019–2024)
- Panigale V4 Superleggera (2020–2021)
- Streetfighter V4 (2020–maggio 2024)
La Streetfighter V4 (giugno 2024–2025): già equipaggiata con il mozzo aggiornato, quindi non soggetta al richiamo.
Cos’è il mozzo posteriore di una moto
Il mozzo posteriore è il componente meccanico che collega la ruota posteriore al forcellone della moto.
Nelle Ducati sportive moderne (come Panigale V4 e Streetfighter V4), che utilizzano il classico monobraccio in alluminio, il mozzo svolge un ruolo chiave:
- consente di fissare la ruota posteriore alla moto,
- trasmette la coppia motrice dal pignone e dalla catena alla ruota,
- mantiene il corretto allineamento e centraggio della ruota,
- permette la regolazione della tensione della catena in modo rapido e preciso, grazie al sistema eccentrico integrato.
In pratica, senza il mozzo la ruota non sarebbe in grado né di girare correttamente né di reggere le sollecitazioni meccaniche di motori potenti come i V4 Ducati.
Come funziona il mozzo posteriore
Il funzionamento del mozzo è basato su un sistema di cuscinetti e supporti che consentono alla ruota di girare fluidamente, pur restando saldamente fissata al forcellone.
Ecco i punti principali:
Trasmissione della potenza
- La catena trasferisce la coppia dal pignone al corona posteriore.
- La corona è imbullonata al mozzo, che a sua volta trasmette il movimento alla ruota.
Supporto strutturale
- Il mozzo è alloggiato nel monobraccio.
- Attraverso un sistema eccentrico, consente di regolare la posizione della ruota per tendere la catena.
Fissaggio della ruota
- Nelle Ducati con monobraccio, la ruota si smonta rimuovendo un unico dado centrale di grande diametro, che blocca la ruota al mozzo.
- Questo rende le operazioni di manutenzione più rapide rispetto a una moto con doppio braccio oscillante.
Perché è un componente critico
Il mozzo posteriore deve sopportare:
- grandi sollecitazioni meccaniche (potenza e coppia motore, specialmente oltre i 200 CV),
- forze laterali in piega,
- stress dovuto a frenate violente e accelerazioni improvvise.
Un difetto strutturale del mozzo può causare giochi anomali, perdita di allineamento della ruota o, nei casi peggiori, il rischio di cedimento, con gravi conseguenze per la sicurezza.