Nel veronese

Draghi si confida con gli studenti: "Grazie a mia moglie, senza di lei che fesserie avrei fatto..."

Numerosi i tema affrontati dal premier tra pandemia, guerra e rispetto verso il prossimo. Presente anche il governatore Zaia.

Draghi si confida con gli studenti: "Grazie a mia moglie, senza di lei che fesserie avrei fatto..."
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Mario Draghi, nella giornata di ieri - 19 maggio 2022 - si è recato a Sommacampagna, nel Veronese, dove ha incontrato gli studenti della scuola Secondaria Inferiore “Dante Alighieri”. Dopo l’atterraggio all’aeroporto di Villafranca, il premier ha raggiunto il plesso scolastico, dove è stato accolto dagli studenti dell’istituto insieme alla dirigente scolastica Emanuela Antolini e al presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.

Tempo fa gli studenti avevano inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri rivolgendogli diverse domande sulla guerra in Ucraina ma anche sui postumi della pandemia Coronavirus. Dopo aver visionato i quesiti Draghi ha deciso di andare di persona a rispondere ai ragazzi.

Draghi incontra gli studenti veneti

Draghi incontra gli studenti e si sbottona: "Grazie a mia moglie, senza di lei che fesserie avrei fatto..."

Come racconta Prima Verona, l'ex numero uno della Bce è stato accolto dai ragazzi che hanno cantato una canzone sulla Costituzione, scritta per l’occasione proprio da loro. La dirigente scolastica ha affermato:

“Grazie presidente per la sua presenza qui oggi. Dobbiamo ricostruire la fiducia partendo dagli incontri, dalle occasioni, partendo dai piccoli. Noi costruiamo la società del futuro. Questi due anni li abbiamo vissuti con tante sofferenze, anche per i bambini, abbiamo visto momenti di paura, ansia pericolo. Quando pensavamo di stare meglio ci ritroviamo invece ad affrontare una brutta guerra nel nostro territorio europeo, i bambini hanno bisogno di costruire una positività, di avere uno sguardo positivo verso il futuro, che inizia qui con la sua presenza, che dà risposte. Quella di oggi credo sia una semina importante per la nostra Nazione”.

Una bambina ha donato al Presidente una rosa per sua moglie, spiegando che "dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna".

Il consiglio comunale dei ragazzi si è poi presentato e, Giovanni Bertolaso, sindaco del consiglio comunale dei ragazzi ha affermato:

“Poche settimane fa abbiamo organizzato la marcia per la pace, abbiamo manifestato per cercare di sensibilizzare tutti sul significato della pace. Ora ci sono forti venti di guerra però pensiamo che questa operazione possa contribuire a portare serenità. Grazie per il lavoro che sta facendo a nome di tutti, grazie”

La parola è passata poi al presidente della Regione del Veneto Luca Zaia:

“Complimenti al consiglio comunale dei ragazzi. Ho avuto difficoltà a tenerlo segreto questo incontro, lo sapevo da lunedì. Draghi ha detto ‘voglio conoscere questi ragazzi’, questa è la verità. E’ stata la volontà del presidente, mi verrebbe da dire bentornato a casa. Il presidente ha affrontato un periodo non facile, deve però sapere che questi ragazzi hanno rispettato fino in fondo le regole durante i periodi peggiori della pandemia, sono stati veramente bravi. Seguivano tutti i giorni le indicazioni. Penso che il presidente oggi voglia riconoscere il grande lavoro fatto dagli studenti”.

Il Governatore ha proseguito:

“Il presidente ha preso in mano questo Paese in un momento difficilissimo. Abbiamo avuto persone che hanno perso la vita senza vedere i propri parenti, non è stato facile. Ora c’è la guerra in Ucraina, voi dovete guardare al futuro, pensando che dopo la pioggia viene il sereno. Dobbiamo venir fuori dalla fase difficile, ne veniamo fuori credendo nel futuro e non dimenticate lo studio”.

Il discorso del premier

La parola è passata infine al premier, che ha voluto ringraziare gli studenti per l’accoglienza:

“Grazie del bellissimo dopo per mia moglie, una delle domande nella vostra lettera era: qual è il suo idolo? Più che pensare a idoli spesso a chi devo qualcosa. Di certo a qualcuno nella mia vita per quel che sono diventato, per tutto. E mi vengono in mente tre gruppi di persone, uno devo moltissimo ai miei genitori, non tanto dal punto di vista materiale ma spirituale e psicologico, formativo, l’amore per il lavoro. Il fatto che bisogna lavorare, è parte dell’esistenza, il rispetto delle regole ma anche sapere chi sei, cosa fai. Secondo, ho avuto degli insegnanti straordinari a scuola, all’università e anche negli studi successivi in America e in Italia. Quanti insegnanti bravi ci siano la gente non lo capisce, sono tanti e bravissimi, voi li avete davanti. Sono quelle persone che non solo si sacrificano, si divertono a stare con voi, sono loro che vi aiutano a trovare la consapevolezza di voi stessi e lo fanno col sorriso. La terza persona più importante a cui devo quanto ho fatto è mia moglie, perché mi viene in mente la quantità di fesserie che avrei fatto se non ci fosse stata lei e alla capacità di capire il momento psicologico, ne ho attraversati tanti, la famiglia che si è creata, i figli e nipoti. Una storia bella che si centra su di lei”.

Il presidente del Consiglio dei Ministri si è poi complimentato poi della canzone cantata e scritta dai ragazzi:

“La canzone è stata bellissima, la pace, la libertà, la democrazia, la pari dignità. Questo è uno Stato dove si curano tutti, ci sono dei valori, facciamo di tutto perché i valori che abbiano riscontro nei fatti, è uno dei doveri che abbiamo tutti noi. Alla Costituzione, alle sue parole bellissime corrispondano i fatti. Richiede però una partecipazione e voglia di cambiare le cose”.

Spazio anche allo spinoso tema della guerra in Ucraina:

“Sulla guerra, vi ricordo che chi attacca ha sempre torto, chi attacca usando la violenza ha sempre torto. Bisogna tenerlo in mente, se vediamo uno grande che picchia un piccolo si va lì ad aiutarlo, bene l’Ucraina è stata aiutata ed è diventata grande perché è stata supportata e aiutata dagli amici in tantissimi modi e perché combatte, si difende per un motivo: la libertà. Noi italiani viviamo la guerra di riflesso, da lontano, ci chiediamo cosa si può fare oltre ad aiutare quello che era piccolino, l’amico/a. Quello che si deve fare è cercare la pace, fare in modo che i due smettano di sparare e comincino a parlare. Questo è quello che noi italiani dobbiamo cercare di fare. Quando ho parlato con Putin gli ho detto ‘la chiamo perché voglio parlare di pace’ e mi ha detto: ‘non è il momento’. ‘Vorrei che ci fosse un cessate il fuoco, perché forse molti problemi li potete risolvere solo voi due, perché non vi parlate?’ e lui mi ha sempre risposto ‘non è il momento’. L’altra settimana sono andato a Washington e al presidente Biden ho detto che solo da lui Putin vuole sentire una parola, gli ho chiesto di chiamarlo. Il giorno dopo il ministro della difesa americano e russo si sono sentiti”.

Parole dedicate anche all’importanza dell’accoglienza:

“Questo Paese è stato straordinario per l’amore che ha dimostrato. In una delle lettere ho letto una frase giusta che dice ‘non dobbiamo vedere i russi come cittadini russi, ma anche come cittadini del mondo’, io la leggo in questo modo: i cittadini non sono colpevoli di cosa fa il governo ma dovremo, quando la guerra sarà finita, considerarli come noi e non come nemici, non sono loro i nemici, è importante ricordarselo, significa cercare pace. Bisogna essere ottimisti, chi è pessimista non porta a nulla. Speriamo che l’anno prossimo la pandemia non ritorni e che non ci sia più bisogno delle mascherine. So quanto avete sofferto, ragazzi cercate di guardare al futuro come un’opportunità, non guardate con ansia al futuro, ma con ottimismo”.

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