L'eterno riposo ad Arcore

Dove sarà sepolto Silvio Berlusconi: il Mausoleo di Arcore raccontato da chi lo ha costruito

Le parole di Antonio Pergola, che contribuì alla realizzazione della tomba di famiglia a Villa San Martino

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Dopo la cremazione ad Alessandria, Silvio Berlusconi sarà sepolto in quello che è stato ribattezzato il Mausoleo di Arcore, la tomba di famiglia dove  riposerà accanto a papà Luigi e mamma Rosa. Una struttura fatta costruire dall'ex premier nel cortile della sua Villa San Martino, nel cuore della cittadina brianzola, nel 1990. Ve la mostriamo attraverso il racconto di Antonio Pergola, che ha lavorato da Berlusconi per realizzare oltre al mausoleo anche la  Fontana di Villa San Martino.

Dove sarà sepolto Silvio Berlusconi: il Mausoleo di Arcore

Il mausoleo funebre della famiglia Berlusconi fu realizzato nel 1990 da Pietro Cascella uno degli scultori principali dell'epoca. L'opera, intitolata da Cascella "Volta Celeste", è costruita in marmo di Carrara. La camera mortuaria è ipogea e ospita il sarcofago che sarebbe stato destinato ad accogliere la sepoltura dell'ex premier  e 36 loculi destinati alla sepoltura dei familiari e dei suoi amici più intimi.

Il monumento non prevede croci, archi o immagini particolarmente religiose. Lo raccontò lo stesso Cascella in un’intervista per un film su Berlusconi, nel 2006.  Con la morte del padre Luigi - raccontava - per Silvio Berlusconi venne il momento di pensare alla storia familiare, da celebrare con un monumento degno. E così chiese a lui un'opera "senza croci, falci e quelle cose lì". Insomma, non un monumento cattolico, ma una specie di dimora sotterranea, con  un grande portone di ferro e una tomba centrale, posta in mezzo a una sala, e poi   un “dormitorium” con trentasei loculi.

Sulla vicenda è emerso un "caso" proprio dopo la morte di Berlusconi, che ha spiegato il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. In sostanza, la legge vieta di seppellire i corpi dei defunti in luoghi che non siano cimiteri. La soluzione è stata dunque la cremazione, come era avvenuto per i genitori del Cavaliere, trasferiti dal Monumentale di Milano ad Arcore.

"Vi racconto il Mausoleo di Arcore"

In piazza, tra le migliaia di persone che hanno voluto essere presenti per salutare per l'ultima volta Silvio Berlusconi, c'era anche  Antonio Pergola. Un nome che ai più non dirà molto, ma che ha contribuito fattivamente alla realizzazione del luogo del riposo eterno dell'ex premier. Lo abbiamo incontrato e ci ha raccontato quei giorni, con tanto di immagini fotografiche dell'epoca, "che oggi ho mostrato a mezzo mondo".

"Quando andavo lì trovavo sempre persone perbene, che ci facevano lavorare come si deve. Anche lui veniva a controllare i lavori, un giorno sì e l'altro no ed era sempre molto disponibile".

Ecco qui la sua intervista realizzata da Alessandro Di Mise.

Il "caso" del Mausoleo di Arcore

Il Mausoleo di Arcore era finito al centro delle cronache già in passato, quando nel 2006 il Senato  aveva discusso una norma relativa alle distanze di rispetto che i cimiteri privati devono tenere da strade o caseggiati e che aveva riacceso il dibattito sulle cosiddette "leggi ad personam" presentate dal partito dell'allora premier Berlusconi.

Era stato lo stesso Cavaliere a spiegare il nodo del contendere:

" Non ci è stato consentito di usarla, mia madre voleva che il mio papà fosse portato lì. E’ lontano dalla casa, in mezzo al bosco, non dà fastidio a nessuno, ma ci sono norme del passato che indicano addirittura in trecento metri la distanza da qualunque strada, che non sono state superate".

Sulla questione era intervenuta anche mamma Rosa in un'intervista al Giornale nella quale se l'era presa con l'allora Amministrazione comunale arcorese:

"Silvio ha fatto preparare una bella tomba di famiglia nel suo parco, ma la Giunta di sinistra non gli ha dato il permesso di usarla. L’è cussì bella, ha tanti posti... Io non so se andrò lì oppure al Monumentale con il mio Gino".

Montanelli e il "nun sum dignus"

Ma chi riposerà accanto a lui nel mausoleo? Sicuramente i familiari, e poi alcuni amici più stretti. Tra cui non ci sarà Indro Montanelli. Il perché lo aveva raccontato lo stesso giornalista tempo fa:

"Mi mostrava tutti quei loculi intorno al suo sarcofago da faraone e mi diceva: ‘Indro, vedi, questo è il cerchio dell’amicizia. Lì andrà Fedele Confalonieri, lì Marcello Dell’Utri…’. Poi, a tradimento, mi indicò un loculo vuoto: ‘Ecco, lì io sarei veramente onorato se tu, Indro, volessi…’. Aveva l’aria ammiccante, come se stesse facendomi l’onore più grande della mia vita. Io, appellandomi a tutti gli scongiuri che mi vennero in mente, ammutolii. Poi mi venne di rispondere: ‘Domine, non sum dignus!’. E me la diedi a gambe".

 

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