rivolte in inghilterra

Dopo quelle a 30 all'ora, adesso arrivano le Città a 15 minuti (ma non c'è nessun complotto)

Strade gremite di manifestanti a Oxford dove i complottisti parlando di "inferno distopico" e offrono parallelismi (imbarazzanti) con i lager nazisti

Dopo quelle a 30 all'ora, adesso arrivano le Città a 15 minuti (ma non c'è nessun complotto)
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Inglesi sul piede di guerra, dopo che la cittadina di Oxford - modello di città a 15 minuti - ha introdotto delle limitazioni per regolare il traffico nelle arterie principali. Si grida al complotto e si teme la ghettizzazione nelle proprie aree di residenza: sui social si leggono fantasiosi scenari apocalittici che questo nuovo modello urbano potrebbe scatenare.

Città a 15 minuti: cosa sono e perché

Il tema, fortemente sentito e inevitabile per la sopravvivenza del pianeta (e della specie umana, a giudicare dai livelli di congestione e inquinamento delle città) è quello di rendere le metropoli più sostenibili, sicure e fruibili. Per questo motivo moltissimi Paesi europei - Parigi capofila, ma anche Milano, la cui proposta è sul tavolo - hanno imposto un limite di 30km orari nei grandi centri abitati.

Altro progetto che si basa sui medesimi obiettivi è quello delle città a 15 minuti.

Si tratta di un concetto urbano residenziale in cui la maggior parte delle necessità quotidiane dei residenti può essere soddisfatta spostandosi a piedi o in bicicletta direttamente dalle proprie abitazioni.

Il concept è stato reso popolare dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo e ispirato dallo scienziato franco-colombiano Carlos Moreno.

Le città di 15 minuti sono costruite da una serie di quartieri di 5 minuti, noti anche come comunità complete o quartieri percorribili a piedi. Alla base vi è un "ritorno a uno stile di vita locale".

Modello di città a 15 minuti

I complottisti temono la ghettizzazione

Poteva forse mancare una (astrusa) teoria del complotto anche su questo tema? Secondo chi punta il dito contro questo nuovo concetto di vivere la città vi sarebbe un piano diabolico per "confinare le persone nei propri distretti".

L'allarme nasce dal funzionamento di questi modelli urbanistici sperimentali, fra cui la cittadina inglese di Oxford dove, il consigliere ai trasporti e alle strategie di sviluppo della contea dell’Oxfordshire, Duncan Enright, ha spinto affinché, durante le ore di punta, l’accesso alle strade principali fosse contingentato e regolato con dei permessi. Che poi, se ci si riflette, non è così diverso dalle zone a traffico limitato...

L’idea ha suscitato le proteste di molte persone, sia abitanti di Oxford, pochi giorni fa, ma anche, stranamente, di chi nella città universitaria non ci vive proprio. Il motivo delle proteste, che sono sfociate anche in manifestazioni che hanno gremito le strade, è frutto della convinzione che la novità sarebbe il primo passo di un’operazione di confinamento delle persone all’interno dei propri distretti, dai quali non si potrebbe uscire senza uno specifico permesso. L’Inghilterra si sta decisamente facendo prendere la mano e in molti, anche geograficamente lontano da Oxford, la stanno vivendo come "la propria causa".

Social scatenati

"Le città a 15 minuti non servono per la crisi climatica, sono dei ghetti per un controllo tirannico", si legge su alcuni striscioni dei complottisti inglesi, toni che offrono la misura dell'escalation.

E ancora: "La città dei 15 minuti è un inferno distopico". Non mancano poi i soliti moniti di quelli che dai loro account social si atteggiano come se la sapessero sempre più lunga: "Il governo vi sta mentendo". La discussione ha ovviamente colonizzato i social, le persone - fomentandosi l'un l'altra - stanno immaginando scenari apocalittici: c'è anche chi sostiene che chi uscirà dalla propria area di competenza verrà multato e addirittura potrebbe essere oggetto di sfratto.

Complottisti che paragonano ai lager nazisti le città a 15 minuti

E per poter "complottare agevolmente" in compagnia non manca nemmeno la pagina Twitter contro le città a 15 minuti, definite un "incubo distopico", in cui si lotta contro un non meglio identificato Masterplane che vorrebbe confinarci in campi di prigionia.

Non manca, come ormai è triste costumanza in ogni complotto che si possa definire tale, il traballante parallelismo - purtroppo già visto anche in occasione delle resistenze al vaccino anti Covid - con gli orrori nazisti. Scomodati ormai per ogni "causa" di questo livello.

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