L'APPELLO

Don Capovilla bloccato in aeroporto a Tel Aviv ed espulso da Israele: "Sto bene, ma servono sanzioni"

Il sacerdote veneziano fermato “ragioni di sicurezza nazionale”. L’appello: “Parlate delle ingiustizie subite dal popolo palestinese”

Don Capovilla bloccato in aeroporto a Tel Aviv ed espulso da Israele: "Sto bene, ma servono sanzioni"
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Doveva essere un pellegrinaggio in Terra Santa con Pax Christi, ma si è trasformato in un fermo di sette ore all’aeroporto di Tel Aviv e in un provvedimento di espulsione.

Come riportato da PrimaVenezia, Don Ferdinando “Nandino” Capovilla, parroco della chiesa della Resurrezione di Marghera e figura di spicco dell’impegno pacifista in Italia, è stato bloccato dalle autorità israeliane lunedì 11 agosto 2025 subito dopo l’atterraggio, con l’accusa di costituire un pericolo per la “pubblica sicurezza” e “l’ordine pubblico”.

Il sacerdote viaggiava con una delegazione guidata dal presidente di Pax Christi, monsignor Giovanni Ricchiuti. Mentre il resto del gruppo ha potuto proseguire verso Gerusalemme, don Capovilla è stato trattenuto e interrogato, per poi ricevere un ordine di espulsione e l’imbarco forzato su un volo per la Grecia.

Il messaggio sui social: "Una riga per dire che sto bene"

Nelle prime ore del 12 agosto, attraverso un post su Facebook, il sacerdote ha confermato di stare bene e di essere in procinto di lasciare Israele:

“Dite a chiunque scriva che basta una riga per dire che sto bene, mentre le altre vanno usate per chiedere sanzioni allo Stato che tra i suoi ‘errori’ bombarda moschee e chiese, e dei cui orrori si continua a fingere che siano solo esagerazioni”.

Don Nandino Capovilla

Don Nandino ha anche posto una condizione ai giornalisti:

Non autorizzo nessun giornalista a intervistarmi sulle mie sette ore di detenzione se non scrivono del popolo che da settant’anni è prigioniero sulla sua terra”.

Dopo il rilascio, avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 agosto, a don Nandino sono stati restituiti cellulare e valigia. È stato poi imbarcato per la Grecia, mentre il resto della delegazione ha proseguito il pellegrinaggio a Gerusalemme. L’episodio, secondo il sacerdote, deve essere occasione per parlare non della sua vicenda personale, ma “delle ingiustizie e del genocidio in atto in Palestina, inclusa Gaza ridotta in macerie”.

Un impegno lungo decenni per la pace

Ex coordinatore nazionale di Pax Christi e autore, insieme a Betta Tusset, del libro Sotto il cielo di Gaza, don Capovilla è da anni attivo nella campagna “Ponti e non muri” contro la barriera che separa Israele dalla Cisgiordania. Le sue posizioni critiche verso la politica israeliana, in particolare in difesa della popolazione palestinese, sono note e radicate nel suo ministero.

Don Capovilla con il suo libro "Sotto il cielo di Gaza"

La notizia del fermo ha suscitato reazioni di solidarietà in Italia. Gianfranco Bettin, consigliere comunale dei Verdi Progressisti, ha chiesto che gli venga garantita “piena agibilità” per continuare la sua missione di pace. La Cgil di Venezia ha espresso sostegno al parroco, definendolo “cittadino veneziano e del mondo”.