Disconnessione aziendale e esaurimento professionale: la combinazione che sta determinando un’onda di dimissioni a livello globale

Disconnessione aziendale e esaurimento professionale: la combinazione che sta determinando un’onda di dimissioni a livello globale

Se ci concentriamo solo sugli Stati Uniti, la tendenza colpisce direttamente più di un dipendente su due (54%). In questo contesto in continua evoluzione, sorge una domanda: esistono ancora soluzioni a disposizione delle aziende per ridurre o addirittura porre fine all’allarmante “fuga di lavoratori”? La risposta è sì: dai sistemi di intelligenza artificiale “energy level evaluator” ai “programmi di benessere” elaborati dalle organizzazioni per soddisfare le esigenze di ogni lavoratore. “Un dipendente sano e felice è il miglior motore per un’azienda, quindi è fondamentale prendersi cura delle proprie risorse”, afferma Esther Delgado, direttrice di People & Communications di KONE Iberica e Italia.

«Se un giorno diranno di me che con il mio lavoro ho contribuito al benessere e alla felicità dei miei colleghi, allora sarò soddisfatto». Con queste parole, lo storico inventore statunitense George Westinghouse ha fatto riferimento a una situazione molto attuale. Secondo una serie di ricerche condotte da Espresso Communication per KONE, multinazionale leader nel settore degli ascensori e delle scale mobili, sempre più lavoratori in tutto il mondo stanno pensando di dimettersi o di lasciare l’azienda per cui lavorano.

Una delle ragioni principali ipotizzate dagli esperti è la mancanza di interesse o la scarsa attenzione dei leader aziendali nei confronti della salute mentale e fisica dei propri dipendenti. Ad esempio, una recente analisi del New York Post rivela che un professionista su due negli Stati Uniti (il 54%) sta pensando di lasciare il proprio lavoro a causa di stress, ansia o altri problemi legati alla salute mentale. E in Europa? Secondo HR News UK, nel Regno Unito circa 7 lavoratori su 10 (67%) si sentono a disagio nel chiedere un congedo per problemi di salute mentale. In Italia, il rapporto European Workforce Study 2025 fornisce dati interessanti: il 40% dei dipendenti vorrebbe cambiare lavoro e, tra i motivi, vi è la scarsa attenzione e le poche misure concrete per aumentare il benessere e la crescita dei lavoratori. A questo punto, esistono soluzioni a disposizione delle aziende per ridurre, o addirittura porre fine, all’allarmante fuga di lavoratori?

La risposta è sì, e in primo luogo spiccano i cosiddetti “programmi di benessere”, elaborati ad hoc dalle organizzazioni per aiutare i propri dipendenti a sentirsi meglio, sia fisicamente che psicologicamente. Un esempio concreto lo troviamo in KONE, che si impegna quotidianamente a sostenere i propri dipendenti con iniziative specifiche ed efficaci. Tra queste spicca il programma denominato Elevate your Health. Esther Delgado, direttrice di People & Communications di KONE Iberica e Italia, ci fornisce informazioni più dettagliate al riguardo: “La salute non è un bene, ma una necessità che deve essere protetta e promossa ogni giorno. Lo stesso ragionamento si applica al contesto lavorativo e, per questo, sono necessari non solo empatia e razionalità, ma anche investimenti specifici ed efficaci, nonché progetti dettagliati e lungimiranti. Le ricerche e i dati globali non mentono: è necessario un cambiamento per salvaguardare il benessere dei lavoratori ed evitare così la perdita di professionisti qualificati. In questo senso, in KONE, con il programma Elevate Your Health cerchiamo di migliorare l’equilibrio psicofisico e sociale dei nostri dipendenti, rendendo l’ambiente aziendale più vivibile e meno stressante e riducendo il rischio di esaurimento”.

Alle parole dell’esperta di KONE seguono altre idee legate al monitoraggio dello stato di salute dei dipendenti. Innanzitutto, non può mancare la tecnologia del momento, ovvero l’intelligenza artificiale. Secondo Business Insider, molte aziende del settore dell’abbigliamento la utilizzano, ad esempio, sotto forma di avatar. Inoltre, vengono impiegati anche sistemi di ultima generazione o algoritmi basati sull’IA per analizzare le condizioni dei lavoratori dal punto di vista economico e psicofisico. Attraverso questionari interni che analizzano il livello di energia dei dipendenti, le risposte vengono raccolte da un assistente virtuale e i risultati arrivano successivamente ai responsabili aziendali, che prendono decisioni in base ai dati ottenuti.

Per concludere, è importante menzionare anche un’analisi recente del World Economic Forum, in cui si sottolineano iniziative pensate appositamente per aumentare il benessere dei professionisti all’interno dell’azienda, tra cui la gestione del carico di lavoro e, di conseguenza, la possibilità di mettere a disposizione dei dipendenti programmi di mindfulness o, ad esempio, corsi di yoga. Investire nel benessere del personale, quindi, non è solo un consiglio, ma un dovere, oltre che un gesto di attenzione verso le persone che collaborano ogni giorno con l’obiettivo di garantire il successo dell’azienda.