Il 7 ottobre 1985 segna una delle pagine più delicate della storia italiana del dopoguerra. La nave da crociera Achille Lauro, battente bandiera italiana e con a bordo 450 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio, viene dirottata al largo delle coste egiziane da un commando di quattro uomini appartenenti al Fronte per la Liberazione della Palestina (FLP).
L’obiettivo dei sequestratori è ottenere la liberazione di 50 prigionieri palestinesi detenuti in Israele.
Achille Lauro, 40 anni dopo: la crisi di Sigonella
Fin dall’inizio, la trattativa appare complessa e incerta. A tentare una mediazione intervengono sia l’OLP di Yasser Arafat, che cerca di dissociarsi dal gesto, sia il leader dell’FLP Abu Abbas, che prova a negoziare una via d’uscita diplomatica.
Ma la tensione a bordo della Achille Lauro esplode tragicamente: i dirottatori uccidono Leon Klinghoffer, un cittadino statunitense di religione ebraica, costretto su una sedia a rotelle a causa di un ictus. L’uomo viene assassinato e gettato in mare, un gesto che suscita indignazione internazionale e soprattutto la furia del governo degli Stati Uniti, deciso a ottenere la consegna immediata dei responsabili per processarli sul proprio territorio.
Dopo giorni di estenuanti negoziazioni, si giunge a un accordo. L’Egitto garantisce un salvacondotto ai quattro dirottatori, permettendo loro di lasciare la nave e partire verso un altro Paese arabo. Ma la tregua dura poco. L’aereo egiziano che li trasporta, con a bordo anche Abu Abbas, viene intercettato da caccia americani e costretto ad atterrare nella base militare statunitense di Sigonella, in Sicilia.
È qui che scoppia la crisi di Sigonella, un episodio che metterà alla prova i rapporti tra Roma e Washington. Gli Stati Uniti circondano la pista, pretendendo l’immediata consegna dei terroristi, ma il governo italiano – guidato da Bettino Craxi – oppone un secco rifiuto, rivendicando la legittimità territoriale e il diritto dell’Italia a gestire la vicenda in quanto avvenuta su una nave battente bandiera italiana.
I reparti italiani schierano i carabinieri e i militari della base, che si trovano faccia a faccia con le forze americane. L’Italia non cede: i dirottatori vengono arrestati dalle autorità italiane, che li processeranno sul proprio territorio.
La memoria della crisi: 40 anni dopo
A quarant’anni da quei giorni tesi e drammatici, Rai e La7 dedicano approfondimenti e produzioni originali per ripercorrere i fatti che segnarono uno spartiacque nelle relazioni internazionali e nella politica estera italiana.
La Rai ha scelto il formato del podcast con “La notte di Sigonella”, un originale in cinque episodi disponibile su RaiPlay Sound, a cura di Alessandro Forlani e Francesco Graziani, con la regia di Leonardo Patanè.
Attraverso testimonianze, ricostruzioni e materiali d’archivio, il racconto restituisce il clima di tensione, le comunicazioni convulse tra Roma e Washington, e il coraggio politico del governo Craxi nel difendere la sovranità italiana in un momento di altissima pressione diplomatica.
Parallelamente, La7 ha mandato in onda il 6 ottobre, in seconda serata, il documentario “Sigonella – La Sfida” (2024), diretto da Flavia Triggiani e Marina Loi, e scritto insieme a Luca Fazzo. L’opera ricostruisce in modo approfondito la vicenda, combinando interviste inedite, fotografie e diapositive d’epoca, e tavole illustrate e animate digitalmente per rievocare i momenti chiave della crisi.
A distanza di quarant’anni, la vicenda dell’Achille Lauro e la crisi di Sigonella restano un simbolo della diplomazia italiana. Un episodio che oggi torna a far discutere e riflettere, non solo come cronaca storica, ma come lezione di politica estera e di fermezza istituzionale.