Nel Milanese

Deve lasciare il lavoro perché malato, i colleghi gli pagano i contributi per andare in pensione

"Ha lavorato con noi per oltre trent'anni, non potevamo voltargli le spalle".

Deve lasciare il lavoro perché malato, i colleghi gli pagano i contributi per andare in pensione
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Colleghi, titolari e sindacati uniti per aiutare l'operaio in difficoltà. E' la bella storia capitata a Benedetto Santangelo, 66enne dipendente a Trezzo sull'Adda, nel Milanese, del Gruppo Cofle, che soltanto un mese fa era certo di essere licenziato: invece, grazie alla solidarietà di molti, potrà aspettare la pensione in tutta tranquillità.

Costretto a casa per la malattia, in azienda trovano il modo per aiutarlo

Per trent’anni ha lavorato nello stabilimento trezzese, diventando una colonna portante dell'azienda sita a pochi passi dall'Adda. E quando è stato costretto a fermarsi e restare a casa per motivi di salute, titolari e colleghi hanno trovato il modo per poterlo aiutare ad arrivare con  tranquillità alla pensione.

I titolari, infatti, su suggerimento dei sindacati e col supporto dei colleghi di lavoro di Benedetto, hanno deciso di sostenere economicamente il monte ore di Par, i permessi annui retribuiti, del lavoratore in modo da farlo restare a casa fino al raggiungimento della pensione, prevista per febbraio 2023.

"Ha lavorato con noi per oltre trent'anni, non potevamo voltargli le spalle"

Queste le parole della responsabile marketing e comunicazione dell’azienda Alessandra Barbieri:

"Benedetto ha lavorato con noi per oltre trent’anni, non potevamo voltargli le spalle nel momento del bisogno - ha spiegato - Quando ci ha informati della sua malattia lo abbiamo subito messo in in una posizione lavorativa più tranquilla e adatta alla sua condizione di salute. La soluzione ci è stata presentata dai portavoce della Rsu, la rappresentanza sindacale unitaria. Grazie alla loro collaborazione, abbiamo attivato una banca delle ore solidale. Si tratta di un accordo tra azienda, sindacati e dipendenti che prevede la donazione su base volontaria e a titolo gratuito di ore di Par in favore di un lavoratore in difficoltà. Ognuno ha fatto la propria parte: l’adesione tra i colleghi è stata significativa, mentre l’azienda ha integrato la quota mancante. E l’obiettivo è stato raggiunto".

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