Fino a 100 euro in più al mese in busta paga: come cambiano gli stipendi
Approvato il Primo Maggio dal Governo, ma l'opposizione attacca: "Favorisce il precariato"
Fino a 100 euro in più al mese in busta paga per i lavoratori con uno stipendio sotto i 25.000 euro annui. E' l'effetto più immediato del Decreto Lavoro approvato dal Consiglio dei ministri lunedì 1 maggio 2023. Ma nel provvedimento approvato dal Governo Meloni c'è molto di più, e non mancano le polemiche. Non si parte però da maggio, come anticipato nei giorni scorsi, ma da luglio e il provvedimento sarà valido sino a novembre.
Decreto lavoro, fino a 100 euro in più al mese in busta paga
Il decreto era molto atteso, e di fatto amplia - per quanto riguarda la busta paga - il taglio del cuneo fiscale già previsto dall'ultima legge di Bilancio. Per i redditi sotto i 25.000 lo sgravio passa dal 3 al 7%, che in concreto significa circa 96 euro al mese in più in busta paga. Circa 55 euro in più rispetto a quanto stabilito con l'ultima legge di Bilancio.
Per i redditi da 25.000 a 35.000 euro, invece, lo sgravio fiscale passa dal 2 al 6%, che in concreto si traduce in circa 98 euro in più al mese.
I contratti a termine
Il Decreto lavoro dedica poi ampio spazio al lavoro a termine (e su questo non mancano le polemiche), sul quale si "allenta" la stretta del Decreto Dignità. Viene infatti allungata la possibilità di redigere contratti a termine senza causale (cioè motivazione dell'assunzione) da 12 a 24 mesi. Dunque, vengono meno i vincoli per la possibilità di rinnovare i contratti a termine.
I giovani
Il decreto prevede poi incentivi per l'assunzione di giovani, con sgravi contributivi fino al 60% della retribuzione mensile lorda per chi assume giovani fino a 30 anni che non studiano né lavorano, i cosiddetti "neet", che devono essere registrati al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani. Gli incentivi - che valgono anche per i contratti di apprendistato e somministrazione - durano 12 mesi e valgono per le assunzioni dal primo giugno 2023 a fine anno.
I benefit aziendali
Cambia anche il limite dei fringe benefit non tassabile. I benefit aziendali passano fino a 3.000 euro, ma solo per le famiglie con figli a carico, su proposta del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
Assegno di inclusione
Nel decreto si parla anche dell'assegno di inclusione, che sostituirà da gennaio 2024 il Reddito di cittadinanza. Potranno richiederlo coloro che rispettano parametri molto più stringenti rispetto alla misura "bandiera" del Movimento 5 Stelle: l'Isee non deve essere superiore a 9.360 euro e il reddito familiare (alla composizione del quale concorrono anche pensioni e compensi da lavoro sportivo dilettantistico) deve essere sotto sotto i 6 mila euro annui, o 7.560 euro se il nucleo è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni e/o con disabilità. A questi, si aggiungono fino a 3.360 euro all’anno in caso di affitto e l’importo deve essere moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza dell’indicatore della situazione economica. Il patrimonio immobiliare, dove non rientra la fissa dimora, non deve superare i 30 mila euro di valore. Le auto non possono avere più di 1.600 di cilindrata, mentre le moto oltre 250 cc immatricolati nei tre anni precedenti.
Per i soggetti "occupabili" - cioè coloro che hanno un'età compresa tra 18 e 59 anni - ci sarà un percorso obbligatorio da avviare con un centro per l'impiego. E nel caso in venga rifiutata un'offerta di lavoro con contratto di almeno un mese verrà perso il beneficio.
L'obbligo di accettare il lavoro vale anche su tutto il territorio nazionale nel caso si parli di un lavoro a tempo indeterminato o con una durata superiore ai 12 mesi, mentre nel caso in cui il contratto proposto sia di meno di un anno l'obbligo scatta se il posto di lavoro dista meno di 80 chilometri da casa.
La soddisfazione del Governo e le polemiche
Il decreto se da un lato dà una mano a una fascia di lavoratori, dall'altro crea più di una perplessità. Il Governo però tira dritto e festeggia l'approvazione. A partire dalla premier Giorgia Meloni:
"Io sono molto fiera che il governo abbia scelto di festeggiare il primo maggio con i fatti e non con le parole e credo fosse dovuto un ulteriore sostegno ad un’economica che pur difficoltà ci sta dando grandi soddisfazioni con una crescita superiore alle altre nazioni europee".
Festeggia anche Matteo Salvini, che tira anche una stoccata ai sindacati e all'opposizione.
Il decreto, invece, non piace alle opposizioni. Il capogruppo del M5S al Senato Stefano Patuanelli ribattezza il provvedimento "decreto precariato".
"Quella che ha questo governo è una concezione fantozziana della vita e della societ. Ma non preoccupatevi, col taglio del cuneo fiscale vi hanno offerto una pizza (ma senza birra)".
Critica anche Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd.
"Questo è un Governo nemico dei più deboli. Dopo i tagli alla sanità pubblica e alla scuola diventa una provocazione approvare proprio il Primo maggio un decreto che estende massicciamente il ricorso a forme di lavoro precario, smantella la misura di sostegno che ha impedito a un milione di persone di cadere in povertà".