Di Maio e Draghi in Algeria per il gas contro il "ricatto" russo, Mosca contro il nostro Ministro degli Esteri
Il premier punta ad accordi anche con altri Paesi africani (Congo in primis) per rendere l'Italia del tutto indipendente dal Cremlino.
L'Italia va a "caccia" di forniture alternative di gas rispetto alla Russia. Oggi, lunedì 11 aprile 2022, il premier Mario Draghi e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio saranno in Algeria per la prima tappa di un viaggio alla ricerca di gas in quei Paesi che il titolare della Farnesina ha definito "disponibili a aumentare le forniture energetiche per rendere l'Italia più indipendente dai ricatti". Una frase che ha creato nuove tensioni con Mosca.
Di Maio e Draghi in Algeria per il gas
Di Maio ha lavorato insieme all'Eni nelle ultime settimane per suggellare un'alleanza con l'Algeria e fare del Paese nordafricano il primo fornitore di gas per l'Italia, ma anche per progetti di sviluppo sulle energie rinnovabili. L'accordo che il premier firmerà con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune prevede almeno 9 miliardi di metri cubi in più di gas dall'Algeria, che passerebbe quindi dagli attuali 20 a una trentina, all'incirca la stessa quantità che oggi prendiamo da Mosca.
I tempi non dovrebbero essere lunghi. Sfruttando le capacità del gasdotto Transmed, che attraversa il Mediterraneo e sbuca sulle coste di Mazara del Vallo, in Sicilia, il gas algerino sarà disponibile già il prossimo inverno.
Non solo l'Algeria
Draghi però non si fermerà all'Algeria. L'agenda del premier prevede altre tappe in Africa, a partire da una visita in Congo già programmata dopo Pasqua e che potrebbe portare a un accordo per la fornitura di altri 5 miliardi di metri cubi di gas. Il capo del Governo sarà poi anche in Angola e Mozambico, per stringere accordi che - insieme a quelli che già esistono con altri Paesi, tra cui Nigeria, Qatar e Azerbaijan - ci permettano di arrivare alla totale indipendenza dalla Russia.
Mosca contro Di Maio
Le dichiarazioni di Di Maio, sul "ricatto" da parte di Mosca sul gas non sono naturalmente piaciute al Cremlino, che ha risposto per le rime attraverso la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Di Maio ha fatto confusione, come sempre. Non è la Russia che ricatta l’Unione europea con le forniture di gas, è l’Unione europea che ricatta la Russia con sanzioni e minacce di nuove restrizioni, rafforzando le forze armate dei suoi Paesi lungo il perimetro dei confini russi e fornendo armi di ogni tipo all’Ucraina".
A stretto giro di posta la replica della Farnesina:
"Il vero e unico ricatto è chiedere il pagamento in rubli di contratti di gas già in corso, e quella russa è chiaramente una richiesta inaccettabile. L’Italia, per evitare di affrontare eventuali crisi derivanti da queste condizioni irricevibili, sta agendo per diversificare le fonti di approvvigionamento".