l'impronta di Valditara

Dal 2026 torna la “Maturità”: nuovo orale su 4 materie, bocciato chi fa scena muta e più peso alla condotta

Il Consiglio dei Ministri approva la riforma proposta dal ministro Giuseppe Valditara: l’esame conclusivo delle superiori cambia nome e alcune procedure

Dal 2026 torna la “Maturità”: nuovo orale su 4 materie, bocciato chi fa scena muta e più peso alla condotta

A partire dal 2026, l’esame conclusivo delle scuole superiori tornerà ufficialmente a chiamarsi Esame di Maturità. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri, che ha approvato, il 28 ottobre 2025, il decreto presentato dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Dal 2026 torna la “Maturità”: nuovo orale su 4 materie, bocciato chi fa scena muta e più peso alla condotta
Il Ministro a Istruzione e Merito Giuseppe Valditara

La scelta non è soltanto nominale. Il ministro vorrebbe restituire all’esame un significato più profondo, non limitato alla burocrazia, ma legato al valore umano, culturale e formativo di questo importante traguardo.

La Maturità dovrebbe, dunque, tornare ad essere vista non come una semplice verifica finale, ma come un passaggio di crescita personale, il momento in cui gli studenti dimostrano ciò che hanno imparato e, soprattutto, ciò che sono diventati dopo cinque anni di scuola.

Un esame che cambia (ancora): tra riforme e continuità

Il provvedimento mantiene la struttura generale dell’esame, ma introduce alcune modifiche su commissioni, colloquio orale, condotta e percorsi scuola-lavoro.

La riforma del 2026 si inserisce in un lungo percorso di trasformazioni che, di legislatura in legislatura, hanno ridisegnato l’Esame di Maturità. Negli ultimi anni si è passati dalla sospensione della seconda prova durante il governo Conte, al suo ritorno nel 2019, fino alle modifiche post-pandemia e ai vari tentativi di riformare il colloquio orale.

Mentre l’Italia continua a cercare un modello stabile, molti Paesi europei hanno scelto sistemi di valutazione più flessibili, che non prevedono esami finali standardizzati.

Le novità più importanti: cambia il colloquio orale

La principale modifica introdotta dal decreto riguarda proprio il colloquio orale. L’attuale formato multidisciplinare verrà sostituito da un esame centrato su quattro materie specifiche, scelte ogni anno dal Ministero con un decreto dedicato, entro la fine di gennaio 2026. A queste si aggiungerà una riflessione su educazione civica e formazione scuola-lavoro.

L’obiettivo è rispondere alle richieste del mondo universitario e lavorativo, che da tempo chiedono una maggiore attenzione alle competenze verticali, cioè quelle più legate al percorso di studi. In questo modo il colloquio smetterà di essere un esercizio di memoria e diventerà un momento di valutazione concreta delle competenze.

Le materie non coinvolte nell’orale saranno invece considerate già valutate attraverso il credito scolastico del triennio. Il nuovo modello punta così a un equilibrio tra percorso scolastico e prove finali, valorizzando sia la preparazione disciplinare sia la capacità di ragionare e argomentare.

Stop alla “scena muta”: chi non sostiene le prove sarà bocciato

Il decreto introduce anche una norma severa contro chi rifiuta di sostenere una delle prove o sceglie di non presentarsi. Dal 2026, l’esame sarà considerato valido solo se tutte le prove vengono svolte regolarmente: la prima e la seconda prova scritta, più il colloquio orale.

Questo significa che chi decide di fare “scena muta” o di non presentarsi all’orale verrà automaticamente bocciato. La misura nasce dopo i casi registrati nel 2025, quando alcuni studenti avevano scelto di non parlare all’esame come forma di protesta, confidando nei punteggi delle prove scritte per essere comunque promossi.

Le prove scritte: stesse modalità, nuove date

La struttura delle prove scritte non cambia, ma vengono modificate le date:

  • Prima prova di italiano: giovedì 18 giugno 2026
  • Seconda prova: venerdì 19 giugno 2026

Inoltre, le commissioni potranno attribuire un bonus fino a 3 punti agli studenti che abbiano ottenuto almeno 97 punti complessivi.

Dal 2026 torna la “Maturità”: nuovo orale su 4 materie, bocciato chi fa scena muta e più peso alla condotta
Esame scritto, maturità

Voto di condotta più severo: bocciati con 5, prova aggiuntiva con 6

Un’altra novità importante riguarda il voto di comportamento. D’ora in poi: con 5 in condotta si sarà automaticamente non ammessi all’esame; con 6 sarà possibile accedere solo sostenendo una prova aggiuntiva di cittadinanza attiva; per ottenere il punteggio massimo finale sarà necessario avere almeno 9 in condotta.

Questa misura intende sottolineare che la maturità non valuta soltanto la preparazione scolastica, ma anche responsabilità, rispetto delle regole e impegno civile.

Le commissioni: meno membri

A partire dal 2026, le commissioni d’esame passeranno da sette a cinque componenti. Ogni commissione sarà composta da: un presidente, due commissari esterni, due commissari interni per le due classi abbinate.

La riduzione di un commissario per categoria mira a semplificare l’organizzazione e a risolvere la difficoltà nel reperire commissari esterni, problema che ha causato ritardi in molte regioni. Secondo il Ministero, la modifica permetterà anche una riduzione dei costi, senza alterare il rapporto tra commissari e studenti.

Cambi di indirizzo e sostegno personalizzato

Il decreto introduce procedure più semplici per gli studenti che intendono cambiare indirizzo di studi nel biennio iniziale. Non sarà più necessario sostenere l’esame integrativo, sostituito da interventi di sostegno personalizzato. L’esame integrativo resterà invece per chi cambia percorso durante il triennio finale.

Le prove integrative si svolgeranno in una sessione unica, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, così da rendere il processo più rapido e meno frammentato.

“Formazione scuola-lavoro”: nuovo nome e più sicurezza

La riforma rinomina anche i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO), che diventano “Formazione scuola-lavoro”. Non si tratta solo di un cambio di terminologia: la novità punta a garantire esperienze più sicure e coerenti con gli studi.

Le convenzioni tra scuole e aziende non potranno più includere attività ad alto rischio, e sarà estesa la copertura assicurativa anche al tragitto casa-scuola-azienda. L’obiettivo è mantenere il valore educativo del contatto con il mondo del lavoro, ma tutelando la sicurezza degli studenti.

Prove Invalsi: risultati nel curriculum dello studente

Dal 2026 cambierà anche la gestione dei risultati delle prove Invalsi (italiano, matematica e inglese). I punteggi non saranno più comunicati subito dopo i test, ma verranno inseriti solo al termine della maturità nel curriculum dello studente, in forma descrittiva e non numerica.

Questo approccio segue il modello di altri paesi europei e punta a valorizzare le prove Invalsi come strumento di orientamento e autovalutazione, non come elemento di giudizio finale.

Una riforma per “ridare senso alla Maturità”

Secondo il Ministero dell’Istruzione, la riforma rappresenta una “svolta necessaria per restituire senso e credibilità all’esame”. Dopo anni di sperimentazioni e contestazioni, l’obiettivo è riaffermare il valore del merito, dell’impegno e della responsabilità personale, ponendo al centro educazione, cittadinanza e comportamento.

Gli studenti dovranno prepararsi a un colloquio più mirato, a comportamenti più responsabili e a un percorso che unisce sapere e consapevolezza civica.