Cuneo salino da record: il mare risale il Po per 30 chilometri, 750.000 persone rischiano di restare senza acqua
A rischio soprattutto le forniture per la zona tra Ravenna, Ferrara e Rovigo.
Tra i tanti termini con cui abbiamo familiarizzato ultimamente c'è anche cuneo salino. Si tratta in sostanza del movimento dell'acqua del mare verso l'entroterra. Quello del Po è tenuto monitorato come indicatore del livello di siccità e in questi giorni ha superato la cifra record di 30 chilometri. In pratica il mare è "entrato" nel fiume per uno spazio mai visto prima in questo periodo dell'anno.
Cuneo salino da record: il mare risale il Po per 30 chilometri
In effetti, un livello di cuneo salino così non è una "prima" assoluta, ma di solito livelli del genere sono stati toccati a fine estate, mentre qui siamo soltanto all'inizio. E calcolando che dieci giorni fa il livello era di circa 21 chilometri è facile intuire che la situazione potrebbe drammaticamente peggiorare in pochissimo tempo.
Mercoledì 29 giugno 2022, intanto, si è tenuta la decima riunione dell'Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici lungo il fiume al termine della quale è stato lanciato l’ennesimo grido di allarme. Meuccio Berselli, segretario dell’Autorità di bacino del Po, si è detto preoccupato perché alcuni degli accordi presi non sono stati rispettati.
"I prelievi a fini irrigui non sono stati effettuati nella misura del 20% come stabilito, ma addirittura sono aumentati del 10%. Se fossero state osservate queste prescrizioni avrebbero consentito alle precipitazioni degli ultimi due giorni di contrastare, almeno un poco, l’ingresso di acqua salmastra".
Le misure prese
Intanto sono state prese altre misure per contrastare la risalita del cuneo salino nelle acque superficiali e sotterranee riducendo, al contempo, i rischi di potenziali impatti negativi sullo stato ambientale dei corpi idrici:
- Riduzione del 20% dei prelievi irrigui a livello distrettuale rispetto ai valori medi dell’ultima settimana;
- Aumento dei rilasci dai grandi laghi alpini (Maggiore, Como, Iseo, Idro e Garda) pari al 20% rispetto al valore odierno;
- Verifica da parte della Regione Piemonte (con particolare riguardo al bacino del Toce) e della Regione Valle d’Aosta della possibilità di rilasci aggiuntivi giornalieri dagli invasi idroelettrici, in analogia a quanto già effettuato in Regione Lombardia e nella Provincia autonoma di Trento - Pagina Ufficiale.
A rischio le forniture d'acqua per 750.000 persone
Intanto, la situazione si fa decisamente critica soprattutto per una ristretta area, nella quale è addirittura a rischio la fornitura idrica. Ad andarci di mezzo potrebbero essere circa 750.000 residenti della zona tra le province di Ferrara, Ravenna e Rovigo, che utilizzano l'acqua del fiume per domestici attraverso il potabilizzatore.
Senza contare che l’avanzata dell’acqua salmastra potrebbe bruciare intere coltivazioni, creando danni enormi sia al settore agricolo sia ai consumatori.
E intanto sembra proprio che dal cielo non scenderà pioggia ancora un per un bel po'...