“L’Italia sta scomparendo.”
Italy is disappearing https://t.co/qrmODieZhS
— Elon Musk (@elonmusk) November 12, 2025
Con queste parole, Elon Musk ha commentato su X — la piattaforma da lui stessa posseduta — un post che denunciava il crollo delle nascite nel nostro Paese. Il magnate di Tesla e SpaceX, padre di 14 figli, ha risposto a un messaggio pubblicato dal profilo Doge Designer, seguito da oltre 1,7 milioni di utenti, che riportava dati allarmanti:
“Il tasso di natalità in Italia è sceso al minimo storico di 1,13 figli per donna, con solo 370.000 bambini nati l’anno scorso, il numero più basso dal 1861.”
La profezia di Musk: “L’Italia sta scomparendo”
Secondo il post, relativo ai dati del 2024, gli esperti avvertono che la situazione “sta peggiorando e non mostra segni di ripresa, creando una seria sfida per la futura popolazione italiana”.

Musk, che da anni mette in guardia contro il declino demografico, ha più volte ribadito la sua visione apocalittica:
“Uno dei rischi maggiori per la civiltà è la bassa natalità. Se le persone non fanno più figli, la civiltà è destinata a crollare.” Un concetto che ripete da tempo e che considera parte integrante della sua missione personale e sociale.
L’ossessione pronatalista del miliardario
Il tema della paternità, per Musk, non è solo una questione privata. Come raccontato in un’inchiesta del Wall Street Journal, l’imprenditore ha sviluppato una vera e propria ossessione per la riproduzione. Il giornale americano parla di un uomo che vede nel calo demografico una minaccia esistenziale e che, nel suo modo peculiare, cerca di “rimediare” contribuendo in prima persona.
Secondo il WSJ, Musk avrebbe almeno 13 figli da quattro donne diverse, ma “potrebbero essere di più”, stando a diverse testimonianze. Il quotidiano riferisce anche di conversazioni in cui Musk esprime preoccupazione per il fatto che la natalità nei paesi più poveri sia superiore a quella di Stati Uniti ed Europa.
“È intenzionato a correggere questo momento storico contribuendo a far venire al mondo esseri umani di elevata intelligenza”, si legge nell’articolo, citando fonti vicine all’imprenditore.
La sua visione si lega a una corrente ideologica nota come “pronatalismo”, che incoraggia le persone — soprattutto quelle più istruite — a fare figli per contrastare il calo della popolazione occidentale. Si tratta di un tema molto caro a certi ambienti conservatori e di estrema destra negli Stati Uniti.
Non a caso, Musk collega spesso il discorso sulla natalità al suo sogno più grande: portare l’umanità su Marte. Con SpaceX, infatti, punta a rendere l’uomo una “specie multiplanetaria” capace di sopravvivere anche in caso di collasso sulla Terra.
L’inverno demografico italiano
Al di là delle visioni futuristiche del miliardario, il dato di fondo resta incontestabile: l’Italia sta vivendo una crisi demografica profonda e strutturale. La denatalità, ormai da anni, è un fenomeno costante che rischia di compromettere la tenuta economica e sociale del Paese.
Nel 2024 sono nati circa 370.000 bambini, con un calo del 2,6% rispetto all’anno precedente. Nei primi sei mesi del 2025, il trend è peggiorato ulteriormente: un -6,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Dal 2008, anno che segnò il picco delle nascite del nuovo millennio, l’Italia ha perso quasi 207.000 nascite all’anno.
Le cause sono molteplici e intrecciate. Da un lato, pesa la riduzione del numero di donne in età fertile, conseguenza diretta dell’invecchiamento generale della popolazione. Dall’altro, entrano in gioco fattori economici e sociali: salari bassi, precarietà lavorativa, scarsa fiducia nel futuro e la difficoltà crescente di conciliare lavoro e famiglia.
In Italia, avere un figlio è spesso la seconda causa di povertà, dopo la perdita del lavoro. Mancano politiche strutturali di sostegno, come un sistema fiscale e di welfare davvero orientato alle famiglie, e le misure introdotte finora — dagli assegni unici ai bonus — non bastano a invertire la rotta.
La crisi della natalità non è solo una questione privata o culturale: mette a rischio la sostenibilità del welfare, in particolare del sistema pensionistico e sanitario. Meno giovani oggi significa meno contribuenti domani, e quindi un Paese sempre più sbilanciato verso l’età anziana, con conseguenze pesanti anche per la produttività e la crescita economica.