Le richieste dei medici

Covid, risalgono i contagi: classifica province per incidenza e come funziona il nuovo vaccino

I medici rivogliono il bollettino: "Non insabbiare, anche i cittadini devono conoscere i dati". Nuovo vaccino: per chi, quando e come funziona

Covid, risalgono i contagi: classifica province per incidenza e come funziona il nuovo vaccino
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Il Covid rialza la testa, il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli spiega che i medici vogliono che si torni al "vecchio" bollettino giornaliero:

"Non insabbiare, anche i cittadini devono conoscere i dati".

E a proposito di dati, quali sono le regioni e le province più colpite? Come funziona questo nuovo vaccino in arrivo ad ottobre e a chi è fortemente consigliato? Ecco una panoramica generale.

Covid: dove crescono maggiormente i contagi?

L’incidenza dei casi di Covid-19 “è aumentata significativamente” nelle province italiane rispetto ai valori della prima settimana di luglio. Lo indica l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche, relativa all’incidenza  dei positivi al virus SarsCov2 negli ultimi sette giorni fino al 6 settembre 2023, ultimo giorno in cui il Governo li ha resi pubblicamente disponibili.

"Si notano – osserva l’esperto - tre gruppi di province a seconda del tipo di trend nelle ultime due settimane fino al 6 settembre: province con valore medio costante, quelle in crescita lineare e quelle in crescita accelerata.

Sei delle sette province del Veneto appaiono tra le 12 con valori più alti dell'incidenza.

Si osserva inoltre un’incidenza maggiore del 50% rispetto ai sette giorni precedenti a Matera, Crotone, Ravenna, Gorizia, Bergamo, Lecco, Verbano-Cusio-Ossola e Belluno."

Il matematico Giovanni Sebastiani

Province in crescita accelerata, si distinguono due province singole e tre cluster di province contigue:

  • Piemonte: Verbano-Cusio-Ossola
  • Veneto: Belluno
  • Friuli Venezia Giulia (tutte le province)
  • Lombardia/Piemonte: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Alessandria, Asti, Torino
  • Campania/Molise/Basilicata: Caserta, Napoli, Salerno, Matera, Isernia

Province con andamento costante, quattro cluster di province contigue:

  • Sardegna: Sassari, Nuoro;
  • Puglia: Brindisi, Lecce;
  • Calabria: Cosenza, Crotone;
  • Sicilia: Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Catania e Ragusa

Si individuano inoltre altri due gruppi di province che quasi formano due cluster di province contigue:

  • Emilia: Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara e Forlì-Cesena;
  • Toscana: Arezzo, Perugia, Grosseto e Viterbo.

La classifica delle province per incidenza

Ecco di seguito i valori dell’incidenza settimanale per 100.000 abitanti nelle 107 province italiane, fino al 6 settembre:

  1. Cagliari (85);
  2. Rovigo e Padova (70);
  3. Oristano, Catanzaro e Lodi (65);
  4. Ravenna e Cremona (60);
  5. Venezia, Belluno, Treviso, Vicenza e Avellino (55); Massa Carrara, Ancona, Latina, Pavia, Teramo, Mantova e Chieti (50);
  6. Salerno, Rimini, Verona, Roma, Brescia, La Spezia, Caserta e Siena (45);
  7. Sassari, Pordenone, Pisa, L'Aquila, Lecce, Udine, Napoli e Milano (40);
  8. Ferrara, Monza e della Brianza, Como, Nuoro, Genova, Arezzo, Sondrio, Pistoia, Lecco, Terni e Firenze (35);
  9. Asti, Savona, Livorno, Sud Sardegna, Verbano-Cusio-Ossola, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Perugia, Lucca, Novara, Grosseto, Frosinone, Alessandria, Piacenza, Ascoli Piceno, Isernia, Trieste, Bologna, Bergamo e Benevento (30);
  10. Vercelli, Vibo Valentia, Macerata, Torino, Gorizia, Bari, Taranto, Foggia, Prato, Pesaro e Urbino, Fermo, Varese, Pescara e Rieti (25);
  11. Forlì-Cesena, Cosenza, Trento, Parma, Campobasso, Biella, Brindisi e Cuneo (20);
  12. Barletta-Andria-Trani, Viterbo, Imperia, Aosta e Bolzano (15);
  13. Crotone, Modena, Trapani, Matera e Potenza (10);
  14. Palermo, Ragusa, Messina, Caltanissetta e Agrigento (5);
  15. Catania (2),
  16. Enna e Siracusa (1).

Le richieste dei medici: monitoraggi  e copertura vaccinale

Il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, in audizione alla Camera nelle scorse ore, ha avanzato richieste chiare:

"Monitorare con attenzione l’andamento epidemiologico del Covid, per calibrare le eventuali misure di contrasto. Chiarire alcuni aspetti non definiti dall’attuale normativa: quelli inerenti, ad esempio, alla certificazione medica per l’assenza dal lavoro o alle modalità di isolamento dei positivi in ospedale e nelle RSA. Attuare una campagna vaccinale mirata; facilitare l’adesione attiva e consapevole sia alla vaccinazione che alle regole igieniche utili per arginare la diffusione dei contagi, tramite una comunicazione che aumenti l’empowerment dei cittadini.  Soprattutto, investire nel Servizio sanitario nazionale: non solo come volano economico e occupazionale, ma perché avere un SSN in buona salute è condizione necessaria per allentare le restrizioni, anche in caso di recrudescenze, e per far fronte a eventuali nuove emergenze."

Il presidente Fnomceo Filippo Anelli

Sotto i riflettori, il DL 105/2023, che ha, tra le altre cose, abolito gli obblighi di isolamento dei positivi al Covid e di autosorveglianza dei contatti, e che deve ora essere convertito in legge.

“L’attuale quadro epidemiologico – ha spiegato Anelli - unito alla disponibilità di vaccini e di farmaci, non rende al momento necessario l’obbligo dell’isolamento. Concordiamo con il Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci, sul fatto che questa sia nella sostanza una norma di buon senso che ha fatto venire meno le ultime restrizioni legate a un’emergenza sanitaria oramai superata. Ciò non toglie che, come del resto previsto dal provvedimento, sia dovere del Ministero della Salute intervenire laddove i dati sulla morbilità e mortalità dovessero essere tali da prevedere il ripristino dell’obbligo dell’isolamento e rendessero necessario un tracciamento dei positivi e della malattia."

Insomma, vanno bene le maglie allentate finché la situazione è in controllo... ma in caso di emergenza si deve essere pronti anche a prendere decisioni impopolari, sembra suggerire Anelli. Il Covid, infatti, ha rimarcato, “non è un’influenza”, avendo letalità e variabilità superiore e potendo avere, in alcuni soggetti, esiti disabilitanti a lungo termine.

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E gli ospedali corrono ai ripari

Restando in tema di rafforzamento del SSN, gli ospedali della Penisola, consapevoli dell'aumento dei contagi, si stanno attrezzando per non farsi trovare impreparati. Fra percorsi "puliti" a tutela degli altri pazienti, alle vere e proprie aree riservate. Regione Piemonte ha già messo in moto la cabina di regia tecnico-politica sul Covid, tornata a riunirsi per la prima volta mercoledì 13 settembre 2023, dopo la pausa estiva. Dall’incontro è scaturita una circolare, inviata ad Asl e ospedali, con varie indicazioni.

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Negli ultimi giorni anche la Lombardia si è mossa con una circolare dell'assessorato regionale al Welfare. Non c'è allarmismo, bensì la volontà di farsi trovare preparati. Una circolare firmata dal direttore generale Welfare Giovanni Pavesi, inviata alle Ats, Asst e Irccs, contiene una serie di indicazioni e aggiornamenti per la protezione dei soggetti fragili all'interno delle strutture ospedaliere e delle Rsa.

"Il Covid – dichiara l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso – fortunatamente grazie ai vaccini e ai passi avanti delle cure ora convive con noi senza provocare i danni dei primi anni di pandemia. Sappiamo bene però che per alcune categorie di pazienti, come gli immunodepressi e i fragili, può ancora costituire un pericolo di vita. Per questo motivo abbiamo appena inviato una Circolare ad Ats, Asst e Irccs lombardi. Il documento prevede un’azione mirata a proteggerli quando si trovino all’interno delle strutture ospedaliere e residenziali socio-sanitarie”.

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Il nuovo vaccino in arrivo a ottobre 2023

Veniamo ora al nuovo vaccino anti Covid. Purtroppo sappiamo che dopo 6 mesi dalla guarigione o dall’ultima dose di vaccino la protezione decresce. L'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha dato l'autorizzazione al primo dei nuovi vaccini contro Covid-19, quello prodotto da Pfizer, che può essere utilizzato negli adulti e nei bambini a partire dai 6 mesi di età.

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In particolare, si tratta di una nuova formulazione di vaccini a mRNA e proteici (formulazione aggiornata monovalente Xbb.1.5), di cui si prevede la disponibilità di dosi a partire da ottobre (il vaccino arriverà in Italia il 25 settembre 2023, ha confermato oggi il ministro della Salute Schillaci).

Da quella data saranno consegnati alle Regioni, che poi li distribuiranno ai medici di famiglia.

L’obiettivo della campagna nazionale, come riporta una recente circolare del Ministero della salute, è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari e sociosanitari.

“A questi gruppi di persone”, si legge nella nota, “è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato. La vaccinazione potrà inoltre essere consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità”.

I nuovi vaccini monovalenti sono stati sviluppati per combattere la sottovariante Xbb.1.5 (detta Kraken).

Ma funzionano anche contro quelle più nuove, come precisato da Marco Cavaleri responsabile della strategia vaccinale dell'Ema. Come per esempio la Ba.2.86, soprannominata Pirola (però poco presente in Italia) e soprattutto la EG.5 altrimenti detta Eris. Dopo il via libera alla nuova formulazione del vaccino di Pfizer da parte di Ema è atteso anche quello per Moderna.

Le somministrazioni si faranno soprattutto in farmacia e negli studi dei medici di famiglia: per il vaccino (gratuito) è prevista una sola dose per una protezione di 12 mesi.

Una campagna di vaccinazione estesa, nell'autunno 2023, con un'alta adesione tra gli over 60, secondo le stime europee, potrebbe ridurre dal 21% al 32% il totale dei ricoveri per Covid fino alla fine di febbraio 2024. Tale strategia, però, avrebbe successo solo a fronte di un'alta adesione alla campagna di vaccinazione autunnale.

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