Covid: quasi un milione di casi in Italia, ma dagli ospedali arrivano buone notizie
Grazie all'alta copertura vaccinale gli effetti più nefasti del virus sono limitati, e il sistema sanitario non rischia il collasso.
Tornano vicino a quota un milione (999.504 per la precisione) le persone attualmente positive al Covid in Italia, con un aumento di 13.882 nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Complice l'alta contagiosità di Omicron, variante ormai predominante nel nostro Paese, e delle sue "sorelle", i contagi hanno ricominciato a correre.
Occhi puntati sulle terapie intensive e sulla tenuta generale degli ospedali: nella giornata di ieri, 13 marzo 2022, erano 516 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 3 in più rispetto al giorno prima nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri ammontavano a 41. I ricoverati nei reparti ordinari erano 8.240, ovvero 6 in più rispetto al 12 marzo.
Covid: quasi un milione di italiani contagiati
Il 13 marzo le vittime sono invece 86, rispetto alle 133 del giorno precedente. Sono stati 330.028 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati; il tasso di positività si attestava al 14,8%%, in aumento rispetto al 12,9% del 12 marzo. In totale sono 13.373.207 gli italiani contagiati dall'inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 156.868. I dimessi e i guariti sono 12.216.835, con un incremento di 36.111 rispetto a ieri.
La pressione sugli ospedali
In questi due anni di pandemia abbiamo però imparato che i numeri fini a se stessi raccontano poco, soprattutto se non vengono messi in relazione a diversi fattori che concorrono alla tenuta (o meno) del sistema sanitario. Sappiamo, per esempio, che Omicron contagia molto rapidamente ma a ciò non coincide, necessariamente, il ricovero ospedaliero; proprio in virtù del fatto che sia tendenzialmente meno aggressiva. Sarebbe infatti del 5% la percentuale di pazienti affetti da Covid-19 ospedalizzati sul totale dei pazienti affetti da Covid-19 nel nostro Paese.
A confermare questa tendenza anche le elaborazioni Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) che, in riferimento ai numeri di ieri, restituiscono un quadro tutt'altro che allarmistico per ciò che concerne la tenuta dei reparti di terapia intensiva e ordinari in Italia.
Particolarmente illuminante, anche a dimostrazione dell'efficacia della copertura vaccinale che, come sappiamo, non ha azzerato i contagi ma arginato significativamente le conseguenze più gravi della malattia (fra cui anche la necessità di ospedalizzazione) il confronto con la pressione sugli ospedali il medesimo giorno di marzo, precisamente di un anno fa, nel 2021.
Trend convalidato anche dall'andamento a discesa registrato nell'ultima settimana per ciò che interessa le terapie intensive che, nella giornata di ieri, si attestavano a un'occupazione totale del 5%.
Che il virus abbia ripreso a correre è confermato dai numeri ma gli effetti più nefasti, per ora, risultano sotto controllo.