Modello matematico

Covid e gruppo sanguigno: studio italiano svela chi rischia di più

Secondo gli esperti, AB si infetta di più, 0 contagia di più.

Covid e gruppo sanguigno: studio italiano svela chi rischia di più
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Non è la prima volta che gli scienziati si focalizzano sullo studio del gruppo sanguigno, per trovare possibili predisposizioni e legami con l’infezione da Sars-Cov-2. Un nuovo studio condotto dall’Istituto Italiano di Tecnologia, da un’équipe del Center for Life Nano & Neuroscience di Roma, guidata da Giancarlo Ruocco è tornato ad analizzare il tema. I risultati del lavoro sono stati pubblicato sulla rivista scientifica PLoS One.

Covid-19 e gruppi sanguigni

Fra persone con gruppi sanguigni compatibili ci potrebbe essere una maggior trasmissione del Covid. Questo il risultato delle ricerche dell'Istituto Italiano di Tecnologia, che ha messo a punto un modello predittivo. Il prossimo step è la verifica sul campo.

Il team ha sviluppato un modello matematico che supporta l'ipotesi di una trasmissione più probabile tra soggetti con gruppi del sangue compatibili, seguendo in pratica le stesse regole delle trasfusioni. L'anno scorso, uno studio francese dell'Università di Nantes, ha ipotizzato la stessa cosa: i virus replicandosi all'interno di un ospite si 'vestano' di molecole di cui sono 'vestiti' anche i globuli rossi e altre cellule del nostro corpo: come nelle trasfusioni, se un virus passa ad un individuo non compatibile dal punto di vista dei gruppi sanguigni, il nostro sistema immunitario reagirebbe dunque attaccando l'intruso e debellando l'infezione sul nascere.

Secondo questa logica, dunque, a uscirne come vincitori sarebbero i gruppi 0, praticamente donatori universali (soprattutto lo 0 negativo) ma che possono ricevere soltanto da zero, non possedendo gli antigeni A e B. Al contrario AB è ricettore universale ma può solo donare ad AB. Mentre i soggetti con sangue di tipo A e B invece non sono compatibili tra loro e possono ricevere solo da soggetti dello stesso gruppo o da 0.

Lo studio

Lo studio dell'Iit ha utilizzato una gran mole di dati pubblici sulla distribuzione dei gruppi sanguigni e l'andamento dell'infezione in 78 paesi e li ha messi in relazione con l'andamento del contagio nelle primissime fasi, prima che ciascun paese iniziasse a contrastare l'infezione con misure preventive quali lockdown, distanziamento fisico e uso di mascherine chirurgiche.

Con il passaggio del virus a un altro individuo, il sistema immunitario reagirebbe attaccando l’intruso non compatibile e fermando l’infezione sul nascere. Non tutti i gruppi sanguigni sono compatibili tra loro. Questo avviene a causa della presenza di diversi antigeni che scatenano la risposta immunitaria e la produzione di anticorpi nell’organismo del ricevente. La classificazione dei gruppi sanguigni avviene in base agli antigeni presenti nei globuli rossi e agli anticorpi presenti nel siero.

  • Il gruppo sanguigno A possiede l’antigene A e l’anticorpo anti B.
  • Il gruppo sanguigno B possiede l’antigene B e l’anticorpo anti A.
  • Il gruppo sanguigno AB possiede l’antigene A e B e non ha anticorpi.
  • Il gruppo sanguigno 0 ha un antigene nullo e anticorpi anti A e anti B.
    Per questo il sangue del gruppo 0 può essere donato a persone con qualsiasi altro gruppo. Chi appartiene al gruppo sanguigno AB può invece ricevere sangue di qualsiasi tipo.

Il modello teorico degli scienziati dell’IIT ha mostrato che l’infezione da Sars-Cov-2 potrebbe seguire lo stesso schema delle compatibilità di sangue che viene utilizzato per le trasfusioni.

AB più a rischio di 0

Venendo al lato pratico, secondo gli esperti, AB si infetta di più, 0 contagia di più. Gli individui appartenenti al gruppo sanguigno AB potrebbero dunque essere infettati da chiunque e infettare solo gli altri AB, mentre quelli del gruppo 0 sarebbero i principali vettori di contagio, riuscendo a infettare chiunque e ammalarsi meno. A sostegno di questa ipotesi c’è anche l’alta incidenza del gruppo 0 nei territori con il maggior numero di contagi, come l’Italia e il Sud America.

Nei Paesi asiatici il virus si sarebbe diffuso in maniera meno esponenziale a causa della maggiore omogeneità dei gruppi sanguigni, che avrebbero ostacolato la sua diffusione. Se questi dati trovassero ulteriori conferme potrebbero portare a pensare a nuovi tipi di misure di contenimento. Per adesso servono ancora altri passaggi per confermare le prime intuizioni, quindi se avete un gruppo sanguigno del tipo zero continuate comunque a prestare attenzione.

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