Cosa fare se si entra in contatto con un positivo. Le regole tra tamponi e quarantena
Dipende se siete tra i "contatti stretti" o quelli "a basso rischio". Nel primo caso, dovrete isolarvi per almeno sette giorni prima di sottoporvi a test.
Con il costante aumento dei positivi, sale la probabilità di entrare in contatto con una persona contagiata. Come comportarsi in questo caso? Oltre ad avvisare il proprio medico di base, le norme attualmente in vigore prevedono un protocollo a cui attenersi. Vediamo allora cosa fare se si entra in contatto con un positivo.
Cosa fare se si entra in contatto con un positivo
LEGGI ANCHE: Le nuove regole per quarantene e mascherine
Innanzitutto, bisogna capire se si rientra tra i “contatti stretti” o i “contatti a basso rischio”.
Ma chi è un contatto stretto? Anche qui ci sono varie casistiche. Viene considerato contatto stretto:
• chi vive nella stessa casa di un positivo
• chi ha avuto un contatto fisico diretto (basta una stretta di mano) con un positivo
• chi ha avuto un contatto diretto e non protetto con le secrezioni di un positivo
• chi ha avuto un contatto diretto a una distanza minore di 2 metri e per almeno 15 minuti con un positivo
• chi si è trovato in un ambiente chiuso, senza mascherina, in compagnia di qualcuno che è stato poi identificato come positivo al Covid;
• un operatore sanitario o un soggetto che fornisce assistenza diretta a un caso di Covid-19, ma anche il personale di laboratorio che manipola i campioni di un caso di Covid senza usare le mascherine e i dispositivi di protezione
• chi ha fatto un viaggio su un qualsiasi altro mezzo di trasporto a due posti di distanza da un positivo
• il personale addetto al controllo della sezione del mezzo dove viaggiava il positivo
Dopo il contatto stretto, tre tipi di quarantena
Dopo il contatto stretto, le casistiche cambiano a seconda se siete vaccinati o meno e da quando.
PRIMA CATEGORIA. La quarantena non sarà più obbligatoria per i vaccinati con terza dose booster, ma anche per chi ha fatto la seconda dose da meno di quattro mesi.
"Ai suddetti soggetti è fatto obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 fino al decimo giorno successivo all’ultima esposizione al caso e di effettuare - solo qualora sintomatici - un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno successivo all’ultima esposizione al caso".
Ma ovviamente, in caso di sintomi, scatterebbero comunque immediatamente sia quarantena preventiva che tampone di verifica.
SECONDA CATEGORIA. Chi ha eseguito l'ultima vaccinazione da più di quattro mesi invece la quarantena dovrà farla, ma non di 7 giorni com'era finora, bensì di "soli" 5 giorni. E al termine: obbligatorio un tampone negativo.
TERZA CATEGORIA. Infine chi non è vaccinato dovrà restare in quarantena per 10 giorni.
I contatti a basso rischio
Ci sono poi coloro che sono considerati contatti "a basso rischio", e sono coloro che:
• hanno avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con una persona contagiata dal Covid, a una distanza inferiore a 2 metri e per meno di 15 minuti
• si sono trovati in un ambiente chiuso positiva per meno di 15 minuti
• operatori sanitari e personale di laboratorio che hanno avuto contatti con un positivo usando mascherine e Dpi
• hanno viaggiato (passeggeri e personale) su un volo in cui era imbarcato anche un positivo al Covid-19 e che non rientrano nella categoria dei contatti stretti
In questi casi, non importa se siate vaccinati o meno: il protocollo non prevede quarantena o tampone.
Queste regole, ovviamente, valgono nel caso in cui non presentiate sintomi. Viceversa, servirà un tampone: se questo risultasse positivo, è previsto l’isolamento obbligatorio.
Dopo tre giorni dalla sparizione dei sintomi, ci si può sottoporre a un nuovo tampone: se negativo si è di nuovo liberi, se invece risultasse nuovamente positivo l’isolamento continuerà e verrà fissato un nuovo test a circa 48 ore di distanza.