Cosa chiedono gli utenti (e gli italiani) a ChatGPT: consigli scolastici, finanziari, medici e professionali
Dallo studio e la carriera fino alla salute, ai consigli sentimentali e alle conversazioni più intime: una panoramica globale (e italiana)

L’intelligenza artificiale, in particolare ChatGPT, sta diventando una presenza sempre più rilevante nella vita quotidiana degli utenti di tutto il mondo. Ma che cosa chiedono realmente le persone a questi strumenti? Quali sono le motivazioni che li spingono a rivolgersi a un chatbot?
Cosa chiedono davvero gli utenti a ChatGPT?
Una recente indagine condotta da Express Legal Funding ha messo in luce le principali aree di interesse degli utenti che utilizzano ChatGPT. Il dato più significativo riguarda l’ambito educativo, che raccoglie il 50% delle preferenze. Un risultato che dimostra come molti utenti vedano nell’intelligenza artificiale un valido alleato per lo studio, la didattica e la crescita personale.
Al secondo posto si trovano i consigli finanziari (33%), seguiti da raccomandazioni su prodotti (30%) e informazioni su notizie o eventi di attualità (27%). Queste percentuali mostrano come l’IA venga percepita anche come uno strumento utile per compiere scelte di consumo informate e rimanere aggiornati.
Non mancano interessi in altri settori: il 23% degli utenti cerca informazioni di carattere medico, il 20% è interessato alla carriera professionale, il 18% alla salute mentale, il 15% ai consigli sentimentali e il 13% a questioni di tipo legale.
America Latina: l’IA come strumento professionale
Entrando nel dettaglio, in America Latina, l’utilizzo dell’IA si sta integrando sempre più nelle attività professionali, soprattutto tra i lavoratori della Generazione Z. Una ricerca pubblicata da FayerWayer rivela che il 44% dei dipendenti utilizza l’IA nel proprio lavoro, con un picco del 54% tra i più giovani. Le applicazioni principali includono: la redazione di testi e documenti (35%); la gestione di banche dati e archivi (30%); la produzione di contenuti visivi e grafici (25%).
L’approccio latinoamericano si distingue per la forte spinta funzionale: l’intelligenza artificiale viene adottata per ottimizzare i tempi e colmare lacune tecnologiche, rispondendo a esigenze pratiche e urgenti.
Italia: tra entusiasmo e diffidenza
In Italia, l’uso dell’intelligenza artificiale generativa è in crescita, ma resta accompagnato da una certa diffidenza. Una ricerca condotta da Ipsos con Google mostra che il 43% degli italiani ha utilizzato almeno una volta strumenti di IA generativa nell’ultimo anno. Fra questi, il 70% si dichiara ottimista rispetto al suo potenziale, in particolare per quanto riguarda la produttività, la creatività e il supporto linguistico.
Le applicazioni più comuni comprendono: la scrittura di testi; la gestione di immagini; la traduzione linguistica; l’organizzazione di attività quotidiane.
WildChat: uno sguardo (anonimo) nelle conversazioni degli utenti
Un’interessante iniziativa di ricerca è WildChat, un archivio che raccoglie oltre un milione di conversazioni globali con una versione gratuita di ChatGPT, a partire da aprile 2023. Gli utenti hanno acconsentito alla condivisione dei dati in forma anonima, offrendo ai ricercatori uno spaccato intimo e spesso sorprendente delle richieste rivolte al chatbot.
La maggior parte delle conversazioni è breve (solo il 3,7% supera i 10 prompt) e avviene principalmente in inglese, seguito da cinese (15%) e russo (10%). Oltre due terzi delle richieste riguardano la scrittura: non solo testi creativi o accademici, ma anche messaggi quotidiani, come ad esempio idee per declinare un invito o scrivere una lettera di dimissioni.
Alcune conversazioni mostrano un utilizzo più emotivo dello strumento. In forma anonima, gli utenti si lasciano andare a confidenze personali e cercano conforto o indicazioni in situazioni delicate. Dai problemi familiari (come il rapporto tra una figlia e un partner ritenuto inadeguato) ai consigli di carriera, l’IA diventa uno spazio sicuro in cui sfogarsi e cercare supporto. Dati che confermano, sostanzialmente, anche quanto emerso dalle altre ricerche sul tema.
L’intelligenza artificiale viene consultata anche per domande di tipo medico. La fiducia riposta nella macchina si estende spesso alla richiesta di una seconda opinione, un comportamento simile a quello che per anni ha caratterizzato le ricerche su Google.
Abusi e limiti etici
Non mancano tuttavia gli abusi. Secondo lo studio WildChat, quasi una conversazione su dieci presenta contenuti considerati tossici dalle linee guida di OpenAI. Di queste, oltre l’88% riguarda temi sessuali. Gli utenti tentano a volte di superare le limitazioni attraverso “adversarial attacks”, tecniche per aggirare le regole dei modelli IA. In alcuni casi, ciò porta alla creazione di storie erotiche o simulazioni di conversazioni intime con personaggi fittizi.
La varietà e la profondità delle richieste rivolte all’intelligenza artificiale rivelano quanto questi strumenti siano già profondamente integrati nella nostra quotidianità. Che si tratti di studio, lavoro, benessere personale o relazioni, ChatGPT viene percepito come una risorsa accessibile, capace di rispondere non solo a esigenze pratiche, ma anche emotive e personali. Confermando quanto l’IA non sia soltanto uno specchio della nostra curiosità: è anche un riflesso delle nostre insicurezze e dei nostri desideri.