Il caso del momento

Cosa c’è scritto nel libro del generale Roberto Vannacci che è stato rimosso

Il generale dell'Esercito finisce al centro della bufera. Pure il ministro Crosetto lo scarica: "Farneticazioni personali"

Cosa c’è scritto nel libro del generale Roberto Vannacci che è stato rimosso
Pubblicato:
Aggiornato:

Il titolo "Il mondo al contrario" già preannuncia qualcosa di polemico e destinato a far discutere. Ma il libro scritto e autoprodotto dal generale dell'Esercito Roberto Vannacci va decisamente oltre, tanto da generare una vera e propria bufera nazionale, con tanto di intervento del ministro della Difesa Guido Crosetto.

E alla fine è arrivata anche la rimozione dall'incarico all'Istituto geografico militare

Il libro del generale Vannacci che attacca gay e migranti (e non solo)

Uscito il 10 agosto 2023, anche grazie alla pubblicità che ne è scaturita (all'insegna del "parlate bene, parlate male, l'importante è che parlate"), il libro è primo nella classifica dei bestseller di Amazon. All'interno Vannacci, 55 anni, originario di La Spezia e attualmente capo dell’Istituto Geografico Militare di Firenze ne ha per tutti tutti: immigratiomosessualifemministeambientalisti.

Le frasi sugli omosessuali

Vannacci se la prende con quella che definisce "la dittatura delle minoranze". E in particolar modo attacca duramente gli omosessuali, con frasi che è difficile mal interpretare.

“Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione. Non solo ve lo dimostra la natura, che a tutti gli esseri umani concede di riprodursi, ma lo dimostra la società: rappresentante una strettissima minoranza del mondo”.

"La normalità è l'eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionale che ha vietato termini che fino a pochi anni fa erano nei nostri dizionari".

Gli immigrati (e Paola Egonu)

Nel mirino delle critiche anche un pezzo su quella che Vannacci definisce "italianità":

“Anche se abbiamo seconde generazioni con gli occhi a mandorla, il riso alla cantonese e gli involtini primavera non fanno parte della cucina e della tradizione nazionale. Anche se Paola Enogu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentino l’italianità”.

Paola Egonu

E sempre sul tema della "italianità", fa discutere anche un altro passaggio in cui il generale sostiene che nelle proprie vene scorra una goccia del sangue di Enea, Romolo, Giulio Cesare, Mazzini e Garibaldi.

Le polemiche

Come era ben facile prevedere, il libro ha sollevato un vespaio di polemiche. Durissimo il sindaco di Firenze Dario Nardella:

“Le parole espresse da Roberto Vannacci nel suo libro, stando a quanto riportato dai mezzi di informazione, sono di una gravità inaudita e mi lasciano sconcertato, anche perché espresse da un servitore dello Stato, un alto ufficiale dell'Esercito italiano nonché comandante di una storica e prestigiosa istituzione di Firenze come l'Istituto Geografico Militare".

"Firenze è città universale, impegnata per i diritti delle persone contro ogni discriminazione: per noi è inaccettabile che una Istituzione della nostra città sia guidata e rappresentata da una persona che manifesta idee così aberranti e offensive. Mi chiedo che giudizio diano e cosa pensino di fare a riguardo le autorità governative”.

Anche l’pnorevole del Pd Alessandro Zan si è inserito nella polemica su twitter.

“Grave e allarmante che un generale dell’esercito in carica pubblichi un saggio politico, tanto più intriso di idee antidemocratiche, razziste, omofobe e misogine, in palese contrasto con la Costituzione. Serve un intervento urgente dello Stato Maggiore della Difesa per tutelare la credibilità e l’onorabilità delle nostre forze armate”.

Crosetto e l'esame disciplinare

Sulla vicenda ha preso posizione anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha apertamente parlato di "farneticazioni personali":

“Il Generale Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione. Per questo sarà avviato dalla Difesa l’esame disciplinare previsto”.

La difesa: “Frasi decontestualizzate”

Dopo le polemiche è intervenuto anche lo stesso Vannacci, che ha tirato in ballo il solito concetto (trito e ritrito) della decontestualizzazione e della strumentalizzazione delle sue parole (francamente appaiono pensieri a tal punto netti che sia difficile strumentalizzarli).

“Al ministro non replico, mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono. Sono amareggiato dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni: Giordano Bruno lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente, meno male abbiamo superato quei momenti”.

“Se metterò a rischio la carriera lo avrò fatto per una giusta causa: la lotta al pensiero unico. Gli omosessuali non sono normali tanto quanto non lo sono io. Sono una persona che ha fatto scelte diverse, cose e di cui vado fiero. E sarei altrettanto fiero se fossi omosessuale".

E sulle accuse di razzismo:

“Ho combattuto fianco a fianco, mano nella mano, con persone di etnia africana, mediorientale, tajiki, pasthun. L’accusa di razzismo è un’invenzione dei media. Senza mai tirarmi indietro ho rischiato la pelle per ideali e principi di etnie diverse, se non le vogliamo chiamare razze, ma non possiamo dire che non esistono etnie, culture, civiltà diverse”. Il libro lo riscriverei senza alcun problema, mai avuto paura delle mie opinioni”.

Seguici sui nostri canali